B@tticuore
I navigatori dal cuore infranto,
virtuale o no che sia, possono scrivere alla nostra esperta Maria Chiara, in arte Zzz, (ne
ha spezzati tanti di cuori) che darà risposte sempre all'altezza della situazione....
Scrivete con sicurezza non resterete delusi.
Cara Maria
Chiara,
ho letto la tua posta e devo dire che sei riuscita a strapparmi un sorriso e
in questo periodo non è facile per me simulare un seppur vago e sfumato movimento delle
labbra che sembri un sorriso. Dalle tue risposte penso che tu sia molto giovane, ma
ho voluto scriverti lo stesso anche se so che non mi capirai.
Ho 49 anni, sono
alla vigilia della menopausa, sulla faccia ogni mattina mi vedo una decina di rughe
piccole, grandi, medie, in più; copro con un biondo cenere i capelli
cenere stinta. Ho gli occhi miopi, spenti, per fortuna camuffati dagli
occhiali. Mi trascino ogni giorno sempre più stancamente e capisco, capisco che mio
marito mi abbia lasciata. Sì, un mese fa, dopo forse anni di tradimenti, ha fatto la
valigia .
A me non resta niente. Non un figlio perché non ne ho avuti, non uno scopo;
mi resta un lavoro monotono e mal retribuito, qualche ricordo e tanta amarezza. Riesco,
per fortuna, ancora a soffrire, unico segno di vitalità in questo mio mucchietto di carne
avvizzita e inutile. Hai ragione, quando smitizzi tutto, bisognerebbe fare così, ma
non ci si riesce perchè prima o poi qualcuno ti frega sempre.
Che cosa mi resta?
Ciao,
Silvia
[
]Di voi che resta antichi amori
giorni di festa teneri ardori
solo una mesta
foto ingiallita fra le mie dita.
Di voi che resta sguardi innocenti
lacrime e risa e giuramenti
solo sepolto in un cassetto qualche biglietto
Sere daprile sogni incantati
capelli al vento baci rubati
che resta dunque di tutto ciò ditemi un po
E
vero, forse non ti capisco del tutto anche perché credo che non serva che gli altri ci
capiscono. Quando uno sta male sta male, sta male da solo e se anche gli altri gli
dicono: poverino, come ti capisco
, in realtà per te non
cambia niente.
Beh, che ti
resta? Intanto ti resta la capacità di soffrire, che non è cosa da poco e non sto
scherzando! Non sono una psicologa però credo che sia importante oggettivare il
dolore. Potresti dirti Senti come soffro per lo scemo, Oddio che
dolore, Accidenti come sto male!. Piangi, urla o chiuditi un po in
te stessa, ma continua a farlo almeno per un po. Quando ci facciamo male alla
caviglia scivolando sulla buccia di banana diciamo Uhi, ahi, che male!
maledizione!. Poi si sfiamma e il dolore cessa, muoviamo il piedino e con un
piccolo ghigno pensiamo Caspita, che benessere (Esperienza personale).
Se il
buffone se ne è andato che ti resta?! Il suo vuoto è sempre meglio della sua presenza.
Hai le rughe? Meglio.
Hai gli
occhi miopi? Mettiti le lenti a contatto viola o verdi (le ho provate questestate al
mare: erano uno schianto. Quando punti gli occhi viola su qualcuno lo stendi).
I
capelli? Falli un bel rosso tiziano o un nero corvino da fatalona.
Insomma, intanto ridipingiti, pur continuando a soffrire; poi ci sentiamo.
Baci
coloratissimi,
Maria
Chiara |