Il
museo immaginario della Pasta
Il
museo immaginario della Pasta,
a cura di Pier Luigi Bassignana, Umberto Allemandi
&C. Editore, Torino 1995; 204 pp, 234 ill a
colori. L 120.000
Il
volume, nato per iniziativa di Nicola Romano (item) e
promosso dall’Associazione Mecenate ’90, è strato
progettato e realizzato dalla Società Editrice
Allemandi in occasione del primo Congresso mondiale
della Pasta (Roma 25-28 ottobre 1995) con il
patrocinio dell’Unione Industriali Pastai Italiani (UN.I.P.I.).
Il
testo introduttivo di Nigella Lawson “Un cibo di
origine divina”, chiarisce l’intento di rendere
giustizia alla nobiltà, anzi alla nobiltà di antico
lignaggio di questo alimento che ha colonizzato
culturalmente tutto il mondo.
Sebbene
sia il pane protagonista primigenio
dell’alimentazione umana, è la pasta che con la sua
semplice (semola e acqua) e nello stesso tempo
versatilissima “mangiabilità” che ha conquistato
ogni angolo della terra, acquisendo anche onori in
ambito letterario, si che lo scrittore inglese
Somerset Maugham ebbe a dire, per tramite di un
personaggio del suo racconto Il
messicano Calvo: “Ma di tutti i cibi semplici
l’unico che io possa mangiare un giorno sì e uno
no, non solo senza prenderlo in uggia, ma con tutto il
desiderio di una voglia non guastato dal troppo, sono
i maccheroni”. Per non parlare di Boccaccio in una
delle cui storie del Decameron, si vagheggia di un
luogo mitico abitato da un popolo che occupa la
totalità del suo tempo a preparare maccheroni e
ravioli.
Assurge
addirittura a citazione liturgiche la pasta che per la
penna del bibliotecario capo al Vaticano, Bartolomeo
Sacchi detto il Platina, afferma che il tempo di
cottura della pasta corrisponde a “quello necessario
per recitare tre Paternoster”. E questo per non
parlare della letteratura propriamente specifica,
culinaria, del teatro e del cinema: chi non ricorda le
famosissime sequenze filmiche con protagonisti
spaghetti (“maccaroni”): da “Il Padrino” di
F.Ford Coppola, a ”Il grande dittatore” di
C.Chaplin, a “Viaggio in Italia” di R.Rossellini,
all’indimenticabile Alberto Sordi in “Un americano
a Roma “di Steno del 1954. Anche Walt Disney, nel
1955, nel suo “Lilli e il Vagabondo”, amato da
milioni di bambini metterà a tavola, davanti ad un
succulento piatto di spaghetti, i due protagonisti,
cani innamorati.
L’esauriente
apparato iconografico del volume, curato da Pier Luigi
Bassignata autore anche del capitolo relativo alla
“Pasta, alimento del ventesimo secolo”, ci conduce
lungo il percorso storico di questo prezioso e
prelibato alimento fino a giungere all’ipotesi di “Un museo immaginario della pasta”, il luogo
conveniente per la conservazione dei documenti
relativi a tale straordinaria opera d’arte.
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