I
deschi da parto e la pittura del primo Rinascimento
toscano
I
deschi da parto e la pittura del primo Rinascimento
toscano,
Cecilia De Carli, Umberto Allemandi &C. Editore,
Torino 1997 , 255 pp, 16ill a colori, 147 b/n. L
150.000
Il
volume che appartiene alla collana “Archivi di arte
antica” porta in apertura una tabula
gratulatoria che evidenzia la qualità dei
contributi ricevuti dall’autrice nella compilazione
della sua opera; opera assai originale che, malgrado
per il suo contenuto che, pur appartenendo ad un
genere così specialistico, non manca di incuriosire
anche il lettore non addetto ai lavori.
Come
è precisato nell’avvertenza, il criterio prescelto
per la catalogazione delle opere è stato quello di
raggruppare i deschi per luogo di produzione (Firenze;
Italia centrale; Umbria e Siena; Siena) e
all’interno per famiglie di artisti, procedendo
cronologicamente.
I
deschi da parto costituiscono un particolarissimo
“oggetto d’uso” che, come il cassone dotale, il
cofano o il forziere, è legato ad un momento
fondamentale della vita familiare: la nascita del
primo figlio.
La
mansione originale del desco fu infatti quello di
vassoio dove posare i doni o i cibi offerti alla
puerpera e i soggetti dipinti sui deschi ne
testimoniano l’uso: si tratta di “Nascita di Gesù”
“Nascita di Giovanni Battista”, “Trionfo
d’amore”, “Scena di nascita”, “Trionfo di
Venere” oppure putti variamente atteggiati o scene
bibliche e mitologiche.
Ciò
che accomuna questi oggetti tra loro è che, tranne
poche eccezioni, si tratta di oggetti fiorentini
evidentemente di moda nella prima metà del ‘400 e
poi definitivamente scomparsi; ciò che, invece, li
differenzia da altri oggetti domestici sopra
menzionati è che questi ultimi sono diffusi, e non
solo in Italia, per un ampio arco di tempo.
Il
ricco regesto di queste tavole dipinte, l’unico
finora compilato con sistematica scientificità, è
raccolto da Cecilia De Carli in immagini affiancate da
una scheda molto approfondita ed articolata, completa,
oltre che da una bibliografia, anche dai passaggi dei
dipinti nelle diverse collezioni o nei mercati
antiquari e nelle aste: Sicché, implicitamente, lo
studioso può anche rendersi conto del percorso che
queste opere hanno compiuto prima di approdare nelle
sedi attuali (assai spesso collezioni private). |