Computer Febbraio 2000
Benvenuti nel
Web-Millennio
L’avvento di
Internet è la rivoluzione del 20esimo secolo che entra nel Terzo
Millennio. Perché, come la stampa di Gutenberg cambiò la
società cinque secoli fa, così sta facendo ora il Web. Solo che
mille volte più velocemente. Mettendo in difficoltà governi,
regole, tradizioni e geografie del pianeta
Il professionista, la casalinga, il
disoccupato, lo studente, l’artista, tutti hanno una ragione per
connettersi in Rete, seppure con motivazioni, interessi ed
aspettative diversi. Il Web non è solo uno strumento di lettura
di ipertesti, ma un mezzo di comunicazione di massa, supportato da
un bacino di utenza potenzialmente infinito. Ciò che accomuna
tutti i suoi utenti è la fame di informazione e la possibilità
di soddisfarla velocemente e facilmente. Da questo sono nati i
cosiddetti ‘portali’. Il termine in sé non vuole dire molto,
perché viene utilizzato negli ambienti più disparati e per
indicare siti che tra di loro hanno ben poco in comune: dal motore
di ricerca (come www.lycos.it) alla directory (come www.yahoo.it),
dal sito di informazione (come www.kataweb.it) al sito
introduttivo su determinati argomenti di ampio interesse (come
www.2000.it). L’idea del portale, comunque, cioè di uno
strumento che aiuti a farsi strada nell’intrico della ragnatela
telematica, è nata da una reale necessità: fornire degli
intermediatori tra la domanda e l’offerta di informazioni.
Già molto sta succedendo in Rete e
siamo solo all’inizio. L’avvento di Internet è stato
paragonato all’invenzione della stampa, ma il fattore temporale
è sensibilmente diverso. Infatti, l’invenzione di Gutenberg
ebbe un impatto enorme sulla società, ma solo dopo secoli si è
consolidata nei moderni costumi sociali. La crescita di Internet,
invece, è macroscopicamente visibile da un anno all’altro.
Internet sta diventando insieme il grande comunicatore, educatore
e informatore. L’importante è che continui ad essere solo un
mezzo, attraverso il quale integrare la cultura con la tecnologia.
Sempre stando attenti, inoltre, che questa tecnologia non omologhi
eccessivamente la cultura.
Per i governi Internet deve essere
proprio un problema: non può essere giudicato come fenomeno
globale, ma piuttosto se ne deve valutare attentamente ogni
singolo caso. Un esempio evidente è la codifica dei dati. Un
sistema di codifica potenzialmente impenetrabile potrebbe essere
pericoloso in quanto potenziale veicolo per efferati atti di
terrorismo internazionale. D’altra parte, se il sistema di
protezione fosse troppo vulnerabile, nessuno si azzarderebbe a
compiere transazioni per un solo dollaro e non ci sarebbero
possibilità di sviluppo del tanto atteso e decantato commercio
elettronico.
Un’altra sfida per i governanti
sarà legata alla diminuzione del peso dei confini geografici
nello scenario mondiale. Le nuove tecnologie di comunicazione
stanno via via contribuendo ad aumentare il peso delle singole
comunità, sia reali che virtuali. In tutto il mondo sta crescendo
l’importanza dei governi locali, in quanto il decentramento
politico garantisce una maggiore efficienza nel soddisfare i
bisogni delle singole comunità urbane. Al tempo stesso si stanno
creando forti comunità virtuali, favorite dagli strumenti messi a
disposizione da determinati siti: chatroom tematiche, bacheche
elettroniche, facilitazioni nella creazione del proprio sito con
spazio web gratuito e aiuti nella creazione delle stesse. Alcuni
siti che forniscono, in diverso modo, questi strumenti sono
www.digiland.it, www.tripod.it, www.xoom.it.
Nei prossimi anni è facile
prevedere il nascere di conflitti tra le comunità geografiche e
quelle virtuali, che tendono proprio a disgregare ogni forma di
nazionalismo e campanilismo. Ma parlare di questo vorrebbe dire
saper leggere nel futuro.
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