Cara Maria Chiara,
sono stanco del
virtuale, stanco di imbattermi ogni notte in migliaia di
fantasmi, di ascoltare le loro storie tutte uguali, di
sentirmi in questa finta folla come in una strada di Tokyo all’ora
di punta. Sono stanco di immaginare, di tessere le lodi all’impalpabile,
stanco di ascoltare le voci dell’etere in tutte queste
lingue, in questa assurda Babele. Nausea e tedio. Ecco cosa
provo ormai per voi. Esco.
Francesco
"Io
vedo davanti a me, nello spazio incolore ma reale del sogno, i
volti, i gesti di Caeiro, di Riccardo Reis e di Alvaro de
Campos. Ho costruito le loro età e le vite"…
Anche Pessoa era combattuto tra la lealtà che doveva alla
Tabaccheria di rimpetto come cosa reale dal di fuori e la
sensazione che tutto è sogno, come cosa reale dal di dentro.
Vai, esci! Tocca. Rotola nel fango. Ascolta. Parla. Crea.
Distruggi.
Tappati le orecchie quando ti sembra di sentire il canto di
qualche Sirena e corri più forte che puoi.
Guardati a lungo le mani. Le tue non sono mani fatte per
nuotare nelle stelle!
Corri. Lascia le grandi vie della città, attraversa i parchi,
imbocca impervi sentieri di collina e, se in qualche raro
momento avrai la sensazione di avere un fantasmino che ti
rincorre, beh, non girarti, sai che sono io…
Baci
carnali
Maria
Chiara |