APPUNTAMENTI DARTE
MILANO
– “Max Ernst. Un monde perdu”. Galleria Blu. 4
aprile / 8 luglio 2000
In
molte delle sue mostre la Galleria Blu ha dedicato
attenzione all’opera di Max Ernst (Brühl
1891-Parigi 1976), a partire dal 1964 (mostra “Gesto
e Segno”). Ora, con un’esposizione che si inaugura
lunedì 3 aprile, la galleria ha voluto raccogliere, a
poco meno di venticinque anni dalla morte del maestro
tedesco, un bel numero di opere che ne percorrono
tutta l’esperienza creativa, in un arco cronologico
di cinquant’anni, dal 1923 al 1974.
La
selezione è stata particolarmente severa e permette
così di mostrare lavori significativi dei vari
periodi, alcuni appartenenti alla raccolta storica
della Galleria Blu, altri provenienti da collezioni
prestigiose come quelle di Paul Eluard (Le
verre, 1923), di Felix Valloton (Trois
figures, 1950), di Lise Dehar (Chouette,
1924).
Le
25 opere esposte documentano, al di là dei vari
momenti della ricerca di Ernst, che affonda le radici
e la logica operativa nell’esperienza dada e in un
surrealismo del tutto personale, le varie tecniche
utilizzate, ciascuna delle quali tipica di un’epoca
e di una “immagine”:con gli oli (dove a volte
l’olio è commisto a sabbie e ad altro) sono
rappresentati i collage e i frottage,
tecniche che Ernst ha sfruttato ampiamente, legando,
dentro le sue composizioni, immagini e forme
contrastanti.
Fra
gli oli, oltre a quelli già citati, vanno ricordati Personnage
dans un bois del 1948 e Die
Vogelmutter del 1951; fra i frottage Un
monde perdu e Un coup d’oeil sur la nature et ses environs, entrambi del 1925;
fra i collage Eclipse
del 1968 e Lettrine
O del 1974.
La
mostra dedicata a Max Ernst concluderà la stagione
espositiva 1999/2000 della Galleria Blu, che si era
aperta con una rassegna dell’opera di Luigi Veronesi
ed ha avuto il suo clou
nella mostra dedicata alla scultura dal titolo: “La scultura, Lingua Morta?” che
è restata aperta al pubblico
fino al 28 marzo
Max
Ernst (Brühl, Colonia 1891 - Parigi 1976) vive
dapprima il clima espressionista, esponendo nel 1911 a
Berlino con gli espressionisti renani. Nel 1919 fonda
il gruppo Dada di
Colonia e vive un’esperienza intensa che lo avvia
sulla strada del surrealismo, successiva al suo
trasferimento a Parigi nel 1922. In questi anni
sviluppa e applica la tecnica del frottage, che
accompagna al collage già sperimentato negli anni
precedenti e alla pittura. Nel 1937 la sua arte è
dichiarata “degenerata” e nel 1941 Ernst si
trasferisce a New York, diventando poi cittadino
americano (1948). Nel 1953 ritorna a Parigi dove vivrà
per il resto della vita, acquisendo (1958) anche la
cittadinanza francese. Nel dopoguerra la sua ricerca
si amplia in modo naturale verso la scultura.
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