Donne
nell’arte (40)
ROMINA
MIHAI: un obiettivo fotografico che perfora la realtà
Quasi
giapponese, in certe sue delicate espressioni dalla trama
sottile che rimandano ad una riflessione profonda e remota
sul sé e sul mondo; quasi impressionista in certe altre
in cui giocano visioni immediate e transeunti, illusioni,
figure e loro riflessi sull’acqua, incerti su quale sia
la “realtà” vera. Romina Mihai dipinge con la
macchina fotografica paesaggi guardati attraverso la
ragnatela di un vetro infranto che infrange la loro
totalità in minuzzoli di luce; volti di pietra antica
abbandonati tra l’erba a riflettere il passaggio del
tempo; case bagnate dal sogno di un’acqua di marea
Ciò che tradizionalmente è ascrivibile alla
pittura, Romina Mihai la ottiene, infatti, con
l’obiettivo fotografico. Con una calma sapiente e
paziente che non tradisce la sua giovanissima età e
lascia intravvedere un’esperienza non ingenua sull’uso
dello strumento tecnico. Nonostante questa padronanza del
mezzo, tuttavia, è ancora, e fortunatamente, la
sensibilità dell’artista il suo particolare capacità
di saper vedere e cogliere ciò che occhi comuni
normalmente non sanno a giocare un ruolo principale nelle
sue opere. L’uso sofisticato della macchina fotografica
non prevale sull’elegante intuizione di una particolare
condizione di luce, sull’immediatezza specchiante di un
selciato bagnato di pioggia. Così la poesia
dell’immagine trionfa con calibrata ed armoniosa varietà
dei chiaroscuri rendendo vivo ciò che è inerte,
trasportando in un mondo di apparenze ciò che, invece, è
realtà.
La fotografa Romina Mihai è nata a Bergamo nel 1977
ed attualmente vive e lavora a Padova.
G.G. |