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redarrowleft.GIF (53 byte) Musica Aprile 2000

 

Quelle Nozze (istriane) non s’hanno da fare

Un amore contrastato dal padre della sposa, l’inganno, il matrimonio di convenienza, il duello e la tragedia. Sono gli ingredienti delle "Nozze istriane" dell’autore giuliano Antonio Smareglia messe in scena al Teatro Verdi di Trieste. Con la grande voce del soprano bulgaro Vassileva e la forza del baritono italiano Mastromarino

Antonio Smareglia è un autore che, nella nostra epoca, smentisce il detto popolare "Nemo propheta in patria " in quanto i suoi lavori vengono praticamente rappresentati solo a Trieste, sua città di adozione: egli è il capostipite di alcuni autori giuliani come Illesberg, Viozzi, Zafred. Smareglia, nato a Pola nel 1834 e morto a Grado nel 1929, è autore di una decina di opere liriche nonché di composizioni sinfoniche, musica sacra e lieder.

Il suo solido mestiere, aiutato da una vena compositiva di primo ordine è bene evidente nell’opera "Nozze istriane" la cui prima rappresentazione avvenne al Teatro Verdi di Trieste nel 1895 ottenendo un buon successo di pubblico e di critica sia per il valore della partitura sia per la presenza di due grandi artisti come Gemma Bellincioni e Tito Stagno. L’opera è dedicata ai genitori ed a tutta la gente di Dignano, paese posto geograficamente di fronte all’isola di Brioni e nel quale si immagina che si svolga la vicenda.

La trama del libretto è ben costruita ed è opera di Luigi Illlica: Lorenzo e Marussa si amano ma il padre di Marussa, dando ascolto ad un sensale di matrimoni, vorrebbe che la figlia andasse in sposa al ricco Nicola. Con uno stratagemma egli riesce a far restituire a Marussa i piccoli doni che aveva ricevuto da Lorenzo e quindi ella si crede abbandonata ed accetta di sposare Nicola, i due uomini si incontrano e Lorenzo viene ucciso in duello..

Musicalmente vi sono pagine di grande interesse come il temporale che apre l’opera, la preghiera di Marussa del terzo atto, il finale del secondo atto e tanti piccoli episodi raccontati con una felice ispirazione. Nella edizione triestina Marussa era impersonata dalla bulgara Svetla Vassileva, un soprano da tenere bene in evidenza per la sua musicalità, la sicurezza nell’acuto bello e squillante e per la sua sensibilità interpretativa. Lorenzo era il tenore inglese Ian Storey dotato di una voce potente, bene impostata e finissimo fraseggiatore. Alberto Mastromarino ha impersonato la figura di Nicola in modo credibilissimo: questo baritono è una certezza nello scarno panorama delle voci maschili che oggi calcano le scene. Da ricordare Giorgio Surian nella parte di Biagio e Enzo Capuano in quella di Bara. Tiziano Severini ha diretto con molta cura l’ottima Orchestra del Teatro Verdi di Trieste trovando un buon rapporto tra orchestra e palcoscenico e sostenendo accuratamente tutti gli interpreti. Il Coro del Teatro Verdi di Trieste, istruito dal maestro Luigi Petroziello, si è molto ben disimpegnato nei numerosi interventi.

Efficace la regia di Stefano Vizioli rispettosa della partitura in tutti i particolari. Le scene ed i costumi erano di Sergio D’Osmo realizzati con la collaborazione di Federico Cautero. Ci si augura di poter riascoltare altre opere smaregliane come "La Falena", già rappresentata a Trieste con Leyla Gencer e la direzione di Gianandrea Gavazzeni, od "Oceana", la cui prima rappresentazione venne diretta da Arturo Toscanini.

Luciano Maggi

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