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redarrowleft.GIF (53 byte) Letture & Scritture Maggio 2000

Giulio Mozzi
Il culto dei morti nell'italia contemporanea
 
[dal risvolto di copertina] Alle due di notte, in televisione, lo spot d’un telefono erotico offre l’opportunitą di ascoltare la vera voce di Moana Pozzi, registrata prima della morte. Sui bordi delle nostre strade si vedono facilmente mazzi di fiori, targhette, piccole lapidi che segnalano la morte di qualcuno, per incidente, proprio in quel punto. Un’azienda produttrice di bare propone un’innovazione di prodotto: bare di colori vivaci, o decorate a stelle e a strisce, o intarsiate in stile rustico o liberty. Tutto questo, e molto altro, vero o inventato che sia, si trova nel nuovo e curioso libro di Giulio Mozzi, Il culto dei morti nell’Italia contemporanea.
Non deve ingannare il titolo, quasi da saggio antropologico: si tratta in realtą d’un poema di circa tremila versi, diviso in tredici sezioni dai titoli bizzarri: da "Vari tipi di eternitą" a "Cadaver talks", da "Tecniche di sopravvivenza" a "Petite danse macabre". Non si tratta di un’"arte di ben morire" ma di una sorta d’indagine a campione – a tratti comica e a tratti atroce, con ben poche aperture liriche – tra tutto ciņ che si fa o si dice o si commercia, oggi, in Italia, a proposito della morte, dei morti, del morire e dell’aldilą. E la morte diventa addirittura un gioco (un gioco a violare un tabł) nella sezione "Il nome della persona amata", scritta a quattro mani con Giuseppe Caliceti: un testo da agire in pubblico, nel quale il lettore/giocatore č guidato prima a far morire nei modi pił atroci, e poi a far risorgere – ma per finta – la persona pił amata.
Il Mozzi elegiaco e sentimentale di Questo il giardino o della Felicitą terrena – le sue prime raccolte di racconti – sembra qui morto e sepolto. Nel Culto dei morti agisce un poeta-narratore distaccato, ironico e brutale; e la voce di Mozzi si confonde – e quasi si perde – nel montaggio di episodi, ritagli di giornale, frasi banali sentite dire per la strada, headlines pubblicitarie, spot televisivi, ritagli dalla vita quotidiana.
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