In qualche modo scienza e fede si sono scambiate
i ruoli. Così succede che la chiesa cattolica di Giovanni Paolo
II svela finalmente il fatidico terzo segreto di Fatima e
scopriamo che non ci sono apocalissi annunciate ma frasi ambigue,
ammonimenti scontati e spiacevoli dimenticanze. Tipo pregare per l’umanità,
l’ateismo mondiale sconfitto, il "vescovo bianco che cade
come morto" (perché non chiamarlo Papa?). Neanche una parola
sui sei milioni di morti dell’Olocausto, i regimi integralisti,
il capitalismo selvaggio. Una delusione. Ma ci pensa la scienza a
tirarci su di morale. In questo caso l’archeologia. Che, come
spiega un articolo comparso sul New York Times, pur tra contrasti
e versioni discordanti pensa di aver trovato il luogo dove secondo
la Bibbia si deciderà il destino del mondo: Armageddon, la resa
dei conti fra il Bene e il Male.
Mentre tiriamo un sospiro di sollievo per il
capodanno del 2000 passato senza apocalissi, gli occhi e i badili
degli archeologi sono puntati su una piccola collina a circa 25
chilometri da Haifa, in Israele, che si chiama Megiddo. E visto
che in ebraico "colle di Megiddo" si dice "Har
Megiddo", molti ritengono che la Armageddon citata otto volte
nel Libro della Rivelazione sia la distorsione avvenuta nei
millenni della parola Har Megiddo.
Tutto qui? Una semplice assonanza? No. A Megiddo
sono anche evidenti i segni di epiche battaglie che hanno
attraversato almeno 4 mila anni. Per motivi non tanto biblici
quanto topografici: la collina segna infatti un incrocio
strategico, soprattutto nell’antichità. Era il collegamento fra
l’Egitto al sud e la Siria e la Mesopotamia a nord ed est. Scene
di feroci guerre nella zona sono riportate dalla Bibbia, da testi
egizi ed assiri, con scontri tra faraoni, re, filistei, israeliti
e caananiti. Al punto che sulle mura del tempio egiziano di Karnak
è descritta la vittoria di Tutmosis III sul Re di Kadesh a
Megiddo. Qui nel 609 a.c. viene anche sconfitto e ucciso Josiah,
re della Giudea e ultimo discendente di Re Davide. Un particolare
non secondario, perché c’è un altro uomo, che nascerà più
tardi, considerato discendente di Re Davide: di nome fa Gesù
Cristo.
Ma la storia di armi e sangue sopra e intorno la
collina dell’Apocalisse è continuata nei secoli fino ai giorni
nostri, accumulando rovine su rovine: Bisanzio, le crociate, i
mongoli, Napoleone, la Prima Guerra Mondiale e le lotte fra
palestinesi e israeliani degli ultimi decenni. Eric H. Cline, un
archeologo americano che su Megiddo ha scritto un libro, ha
contato fino a 34 battaglie di cui una dozzina in epoca biblica.
Per questo, dice "non c’è da meravigliarsi se gli autori
del Nuovo Testamento hanno deciso che lo scontro finale fra il
Bene e il Male avverrà su quella collina".
I legami fra Har Megiddo e Armageddon sono per
ora più circostanziali che altro. Infatti non sono pochi fra
storici e archeologi che dubitano. Una delle tesi è che quando l’apostolo
Giovanni scrive (forse) la Rivelazione, ha in mente in realtà l’impero
Romano-il Male che verrà sconfitto dal Cristianesimo-il Bene. Ma
siamo, ancora, alle interpretazioni. Come lo sono alcuni recenti
scavi, che sembrano smentire alcune delle più radicate credenze
bibliche, del cristianesimo e dell’ortodossia ebraica. E cioè
che il regno di Davide e di Salomone non era così grande e
potente come si pensava prima. Anzi, per alcune correnti di
pensiero "la figura di Re Davide ha la stessa credibilità
storica di Re Artù". Insomma una leggenda. Che mette in
crisi anche il credo cristiano di Gesù Cristo discendente di
Davide.
Uno dei motivi di discussione è che alcune
delle più grandi costruzioni da sempre associate al massimo
splendore del regno di Davide e Salomone, compresa la grande porta
d’entrata di Megiddo, sarebbero in realtà di cento anni più
tardi: del 9. secolo invece del 10. secolo a.c. Un altro bel
motivo di battaglia, insomma. Già attizzato dalla disputa fra
archeologi in atto da decenni. Con un nutrito gruppo di
"ribelli" che contesta l’approccio usato da molti
colleghi soprattutto all’inizio degli scavi: provare la
credibilità della Bibbia come testo storico, magari
"accordando" su misura le loro interpretazioni. Quasi
una disputa fra "archeologia biblica" e
"archeologia laica".
Tutto insomma ruota intorno ad Armageddon-Har
Megiddo, il luogo dove davanti al mondo intero si sfideranno un
giorno il Creatore e l’Angelo caduto (come nel calcio in campo c’è
sempre un ex…). Altro che Fatima e i tre pastorelli: è su
quella dolce collina vicino ad Haifa che si deciderà chi comanda
l’universo. E visti gli scarsi posti disponibili, meglio
prenotarsi in tempo per il più grande spettacolo che si sia mai
visto. Oltre che l’ultimo, probabilmente.