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redarrowleft.GIF (53 byte) Cinema maggio 2000

 

Topino mio, dà un bacio a mamma

E’ stata donna ribelle in Thelma e Louise, fidanzata di un insetto ne La Mosca e casalinga assassina in Spy. Ora nel film Stuart Little la ex modella Geena Davis adotta un topo parlante. L’ultima scommessa per un’attrice vincitrice di un Oscar e campionessa di tiro con l’arco che da sempre ama gli estremi

E’ entrata nella storia del cinema al fianco di Susan Sarandon come la Thelma del film diretto da Ridley Scott Thelma & Louise. Un’icona sexy e dal carattere forte, la cui vita artistica è stata segnata da matrimoni con colleghi: prima l’attore Jeff Goldblum con cui ha interpretato il remake de La mosca e il demenziale Le ragazze della Terra sono facili; poi il regista Renny Harlin con cui ha centrato tre pellicole consecutivamente disastrose al botteghino. Adesso a quarantatré anni, l’ex modella alta un metro e ottanta con alle spalle una carriera costellata di grandi successi come Tootsie e un premio Oscar per Turista per caso guarda avanti con uno spirito del tutto nuovo. Amante del tiro con l’arco – per un soffio non è stata selezionata nella nazionale olimpica americana in partenza per Sidney 2000 – l’affascinante Geena, stranamente più bella di persona che sullo schermo si è divertita a fare la madre del topino Stuart Little nel delizioso film che annovera le voci italiane di Luca Laurenti e Paolo Bonolis a doppiare rispettivamente il piccolo Stuart e del gatto Fiocco di neve. Una pellicola davvero per tutti che ha sbancato i botteghini americani e italiani e di cui è stato annunciato l’inevitabile sequel..

Quale è stata la cosa più difficile da fare in Stuart Little?

Ricreare lo stesso tono della storia contenuta nel libro senza scadere nella facile tentazione di indebolire l’equilibrio tra fantasia e realtà presente nella trama. Già era straordinario pensare di adottare un topo come figlio e di dovergli dare il bacio della buona notte, poi, però, le cose si sono complicate quando abbiamo dovuto recitare senza che ci fosse realmente nulla, perché Stuart è stato aggiunto digitalmente dal computer. Così mi sono trovata a dare decine di baci nel vuoto prima di centrare la posizione giusta che avrebbe consentito al regista di aggiungere l’immagine del topo attaccata alle mie labbra. Un’esperienza quasi snervante che ci ha fatto quasi impazzire tutti quanti. Del resto per me come attrice era proprio questa la sfida: far sembrare che tutto accadesse nella maniera più naturale e normale possibile. Qualcosa di molto complesso quando si ha a che fare con delle immagini generate dal computer.

Chi o che cosa l’hanno aiutata di più per questo ruolo?

Sicuramente la mia esperienza di bambina. Da piccola avevo sempre dei gatti o dei cani. Li ho sempre trattati come delle persone e mi aspettavo da un momento all’altro che iniziassero a parlare. Ho sempre avuto un’immaginazione molto attiva anche quando giocavo con le bambole. Poi io adoro gli animali…

L’elemento più interessante di questo film è il fatto che tramite una storia deliziosa viene messa in scena una fiaba molto avanzata, una sorta di apologo sulla tolleranza e il rispetto per il prossimo…

Quando ho letto la sceneggiatura sono rimasta affascinata: il suo messaggio era innovativo e straordinario. Conoscevo bene il vecchio libro da cui era stata tratta, ma mi sono accorta subito di questi elementi molto moderni che insegnano davvero qualcosa ai bambini, ma anche agli adulti. Mi piace come viene trattato il diverso in Stuart Little e sono convinta che tutti i bambini meritino di essere amati di un amore che non pone alcuna condizione. Del resto un altro messaggio del film è che la famiglia è composta dalle persone che ti vogliono bene e non necessariamente da coloro che hanno con te legami di sangue. La normalità con cui noi adottiamo il topino Stuart è la vera forza di una metafora per spiegare che la diversità è sempre e comunque.

Il fantastico è un elemento che tocca molti dei suoi film…

Ho sempre amato questo genere, ma la cosa che più mi interessa nelle pellicole che giro è quella di essere in tutto e per tutto molto attiva riguardo la parte che interpreto. Non mi piace essere la ragazza dell’eroe. Adoro essere protagonista di quello che faccio. E’ anche per questo che ho rinunciato ad una parte che mi avrebbe dato molto denaro e successo come quella che poi è andata a Demi Moore in Ghost.

Le persone che lavorano con lei la definiscono eccentrica, perché?

Non lo so proprio. Sono molto sensibile, ma non mi sento eccentrica. Anzi, nei miei film incarno spesso l’elemento razionale della storia, mentre altri fanno cose pazze intorno a me.

Le è dispiaciuto non andare alle Olimpiadi?

Un po’ sì, ma è difficile portare avanti insieme due carriere diverse come attrice e come sportiva. Viaggio molto a causa di entrambi e la cosa più importante per me è quella di poterle conciliare.

Cosa le piace di più nella vita?

Adoro viaggiare e lo faccio molto sia per lavoro che per hobby quando vado a fare le gare di tiro con l’arco in tutto il mondo. E’ una cosa molto stimolante. Una piacevole controindicazione del mio lavoro.

La sua carriera è piena di personaggi tutti molto diversi tra loro che appartengono a film di vari generi. Qual è quello che le è rimasto più nel cuore?

Faccio l’attrice per cambiare e per trovare nuovi stimoli che mi arrivano da storie e personaggi femminili diversi tra loro. Per anni ho fatto la modella poi ho deciso di dovere diventare altro. La mia stabilità emotiva e professionale sta nell’accettare nuove sfide. Forse, il personaggio cui sono più legata è quello di Spy. Una casalinga colpita da amnesia che scopre di essere stata in passato un’assassina. Richiedeva una trasformazione emotiva radicale. Come interprete mi piacciono gli estremi e Hollywood in questo senso aiuta le mie scelte: nel mio film precedente ero un’assassina di professione, in questo sono la madre di un piccolo roditore…

Cosa è stato più difficile: baciare il topo Stuart Little o la Mosca Jeff Goldblum?

Sicuramente la seconda cosa, anche se sotto le ali c’era mio marito…però in molti momenti in cui stavamo girando Stuart Little abbiamo pensato che saremmo diventati tutti quanti pazzi…

Marco Spagnoli

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