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redarrowleft.GIF (53 byte) Arte Giugno 2000 (a cura di Giovanna Grossato)


APPUNTAMENTI D’ARTE

BELGIOIOSO (PV) – Castello di Belgioioso. “I Piaceri della vita in campagna. Dal XVI al XVIII secolo”. 13 maggio /16 luglio 2000

L’idea di rappresentare i piaceri della vita in campagna in una mostra di ampio respiro, curata da Franco Moro e organizzata da Giemme Eventi, nasce dalla considerazione che il tema non sia stato da tempo affrontato, né in Italia né all’estero. 

L’originale mostra sui piaceri della campagna viene raccontata attraverso opere d’arte originali e poco note al grande pubblico conosciute di artisti di rilievo prodotte lungo un arco di tempo di tre secoli e ospitate in una delle più belle “ville di diletto” della Lombardia, il Castello di Belgioioso.

L’esposizione, che si articola in un percorso di 110 quadri provenienti da tutto il mondo, traccia un panorama che guida lo spettatore attraverso i temi ricorrenti della vita campestre: la caccia, principale attività ludica, il lavoro nei campi, lo scorrere delle stagioni, le feste, i banchetti, i giochi. Non manca neanche il riferimento alla mitologia, in una serie di quadri che rappresentano il mondo fantastico e poetico del mito greco immerso nei piaceri della vita all’aperto. 

La mostra si divide in 8 sezioni ordinate in relazione alla natura del soggetto rappresentato. 

Si mette così in evidenza, in una prima sezione introduttiva, la centralità dell’uomo rispetto al paesaggio e alla natura. Nella seconda sezione, che sviluppa il tema dell’intrattenimento campestre, sono esposti quadri che descrivono concerti, banchetti, feste, passeggiate all’aperto, giochi. 

La terza sezione è specificamente dedicata alla caccia, principale attività ludica e sportiva che caratterizza la vita di signori e popolani. Vi troviamo pertanto ritratti di cacciatori, manufatti di caccia e nature morte di selvaggina.

A queste prime sezioni dedicate ai veri e propri piaceri della vita in campagna, segue una quarta sezione relativa alle “fatiche” del mondo campestre, in cui sono descritti i lavori dei pastori, dei contadini e dei pescatori dell’epoca.

Una quinta sezione mostra le “nature vive” all’aperto, con una serie di pitture in cui protagonista assoluto non è più l’uomo, ma la campagna, con i suoi paesaggi, i suoi fiori, i suoi frutti e i suoi abitanti naturali: gli animali.

A conclusione del percorso pittorico, la sesta sezione espone scenari riguardanti narrazioni mitologiche, evidenziando come nella trattazione dei miti greci ci sia un’espressione pittorica di grande forza e impatto. Vera e propria “mostra nella mostra”, la settima e l’ottava sezione sono dedicate rispettivamente all’esposizione di armi e costumi settecenteschi.

Accanto ai quadri, infatti, una rara collezione di armi, provenienti in primo luogo dal Museo delle Armi Beretta, dalla raccolta Odescalchi e dal Museo di Palazzo Venezia, mostra lo sviluppo nei secoli della costruzione di fucili e archibugi, divenuti, in certi casi, vere e proprie opere d’arte. 

In mostra anche alcuni magnifici costumi settecenteschi, esposti nei minimi particolari, che mostrano la cura con cui i signori dell’epoca si preparavano per le loro battute di caccia. 

Non solo pittura, dunque, ma un’esposizione trasversale, che documenta l’evoluzione tecnologica e i cambiamenti del costume relativi al periodo tra il 500 e la fine del 700. 

Alla mostra si affianca un ricco catalogo, della collana “Arte & Cultura” edito dal Gruppo De Agostini-Rizzoli, con un testo di Andrea Camilleri.

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