Il Terminator
dei cieli
Si chiama
"X-45A Ucav" e fra pochi anni manderà in pensione i
top gun. E’ il nuovo aereo-robot da caccia senza pilota che
sta sperimentando l’Us Air Force. E’ piccolo, senza coda,
leggero, super-piatto, velocissimo, terribilmente agile e
senza rivali. Si può smontare e metterlo in scatola. Il suo
primo volo è previsto per l’anno prossimo. E chi lo
schiererà per primo avrà il dominio assoluto dello spazio
aereo
L’aspetto
più ironico, se vogliamo, è che ti dicono che "servirà
a salvare vite umane". E’ vero: mentre il numero di
civili ammazzati cresce a dismisura, di soldati nelle guerre
moderne ne muoiono sempre meno. Guerre chirurgiche e
tecnologiche: si spara da lontano, anche molto lontano, e si
rischia meno, molto meno. Vedi guerra contro la ex Jugoslavia,
dove poche centinaia di piloti d’aereo sono riusciti, senza
restare manco scalfiti, a fare i danni di un intero esercito.
Ma non è finita: anche quei piloti fra poco non saranno più
necessari. Tempo 10 anni, forse meno. Poi tutti i top gun
saranno licenziati. E al posto del loro nome sul fianco dell’aereo
solo una gelida sigla: "X-45A Ucav".
Ucav sta per Unmanned Combat
Air Vehicles, aerei da combattimento senza pilota. A
sperimentarli sono, ovviamente, gli Usa. Un progetto frutto
della collaborazione fra Boeing, Us Air Force e Darpa (Defense
advanced research projects agency: una sigla storica per
Internet, visto che furono i militari dell’allora Arpa poi
divenuto Darpa a creare la prima struttura della Rete delle
reti). Non stiamo parlando di lontano futuro: quello strano
aereo senza coda, simile ad uno Stealth ma grande la metà di
un F-16 e piatto come una sogliola è stato presentato in
queste settimane dalla Boeing. Il primo volo è previsto per
la metà del prossimo anno, ma intanto tutte le
apparecchiature elettroniche, computerizzate e di
comunicazione sono testate su un altro aereo con pilota. Se
tutto funziona, tra pochi mesi il pilota resterà a terra. E l’Ucav
se ne andrà a spasso da solo.
Quello
che l’aeronautica sogna è uno scenario di questo tipo:
scoppia una guerra, all’alba una flotta di X-45 sorvola a
bassa quota ma a gran velocità il territorio nemico,
individua la stazione radar da distruggere (o la base
missilistica, o il quartier generale, o dei carri armati) e
lancia i suoi missili. Bum. Poi fanno dietrofront. La
contraerea ne colpisce uno, che precipita. Ma non ci saranno
madri affrante o fidanzate in lacrime davanti alla tv a
pregare per il loro capt. Terence "Buzz" Rushmore
schiantato al suolo o finito nelle mani del nemico. A bordo
non c’era nessuno e il capitano Rushmore è al pub a bersi
una birra. Insomma niente piloti morti, feriti o prigionieri.
Una specie di Terminator dei cieli, acciaio senza un cuore.
Grande risultato. Ma questa è solo metà della storia.
L’altra metà (o qualcosa di
più?) è che un apparecchio "non umano" è molto
più efficiente. In un aereo militare normale infatti buona
parte della struttura serve a ospitare il pilota. La carlinga,
gli strumenti, i comandi, le blindature, il seggiolino
eiettabile. Un sacco di complicazioni e un sacco di peso. Se
il pilota non c’è, tutto questo non serve a niente. E
questo permette ai costruttori maggior flessibilità,
leggerezza, dimensioni ridotte. Un aereo senza uomini a bordo
può salire più in alto, volare a pancia in su (che
differenza c’è senza pilota?), andare più veloce. Oggi su
un caccia militare siamo ai limiti delle capacità umane:
oltre una forza di gravità di 7-8 G non si può resistere. Ma
se non c’è nessun uomo a bordo, non c’è più limite che
non sia quello dei materiali. E un aereo che può fare virate
improvvise da 12-13 G (che schiaccerebbero come una mosca
qualsiasi uomo), diventa imprendibile per qualsiasi caccia
nemico.
Non basta. Ci sono altri
progetti di aerei senza pilota, in corso. Per aerei-spia o da
ricognizione. Ma in questi casi è un tecnico a terra che
guida l’apparecchio grazie ad una telecamera e ad un
joystick. Come in un videogioco. L’X-45 invece fa tutto da
solo. L’unico comando, caso mai, potrebbe venire da un altro
aereo molto lontano che si limita a dare le cooordinate da
seguire per raggiungere il bersaglio. Il resto, come l’inquietante
computer Hal 9000 di "2001 Odissea nello spazio", lo
farebbe da solo. E con i sistemi radio digitali ultrarapidi e
criptati di adesso non ci sarebbero nemmeno i problemi di
vedersi "disturbata" la comunicazione.
Ancora.
L’Ucav è di dimensioni così ridotte e di costruzione così
compatta da poter essere messo in scatola. Tipo kit di
montaggio. Con manutenzione nulla: lo chiudi nel suo scatolone
e resta in perfetta forma per anni. C’è un’emergenza? Si
monta in un’ora, poi basta armarlo con missili e bombe. E se
si deve trasportare, in un normale aereo cargo C-17 dell’Us
Air Force di aerei smontati ce ne stanno sei.
Basta (costosi) piloti da
addestrare e da rischiare, super prestazioni, manutenzione e
trasporto facile: ecco perché l’aeronautica americana punta
moltissimo sul progetto Ucav. Come sempre succede nelle cose
militari è una corsa contro il tempo: chi avrà per primo la
sua flotta di aerei-robot avrà il dominio dei cieli (e mezza
guerra vinta). Sempre che ne valga la pena: a parte gli Usa,
chi altri nel mondo oggi ha i soldi e le possibilità di
costruirsi il suo esercito-giocattolo del Terzo Millennio?
a.m.
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