Speciale Sanremo
(6)
2 marzo 2001
Non
mi dispiace di aver deciso di andare a mangiare qualcosa poco
prima della fine della conferenza stampa dei Sottotono. Perciò,
la rissa con Staffelli mi è stata raccontata. Poi l'ho vista
alla tivù.
Ora la dico: era ora che qualcuno desse una lezione a quelli
di Striscia la Notizia. Concordo pienamente con quel noto
giornalista che gli ha urlato "fascisti". Si tratta
di Gino Castaldo di Repubblica. Non credo di fargli un torto
dicendo che si tratta di lui, perché quell'affermazione è
stata condivisa da gran parte della sala stampa del Festival.
Certo, arrivare alle mani non è mai giustificabile. Ma
l'atteggiamento di Striscia la Notizia è diventato
insopportabile. Inoltre, quello che vi mostrano è quasi
sempre falsato da montaggi furbi e scorretti. Ne sono stato
testimone diretto nel 1997 quando ero a Sanremo coi Pitura
Freska. Hanno voluto incontrare Skardi in camera mia perché
era più grande e c'era più luce. In bagno c'era una copia di
Repubblica (la mia) loro hanno aperto la porta, hanno ripreso,
e ovviamente aggiunto che Skardi usa quel giornale per....
Questo è soltanto uno degli esempi che si possono fare a
proposito della trasmissione di Ricci. I Sottotono avranno
anche sbagliato, ma era inevitabile che prima o poi accadesse
e del resto è ciò che quelli di Striscia la Notizia
vogliono: la rissa.
Che pena. Ma in un Festival scialbo come poche cose al mondo
va bene anche questo.
Anastacia.
L'Aretha Franklyn bianca. Esagerato? Forse. Fatto sta che
quando in sala stampa le chiedono se non si sentisse
penalizzata a dover cantare in playback, lei, in tutta
risposta, si è messa a cantare la sua canzone là, seduta
davanti a noi. Brividi.
Prove. Certo non importanti come quelle del Gran Premio
d'Australia. E nemmeno così pericolose. Ma per un giovane per
la prima volta a Sanremo, certamente un piccolo esame. Non
dev'essere facile concentrarsi in mezzo a quel caos (ancora
caos, a Sanremo, tanto per cambiare). Alla fine per loro il
Festival è, ancora, come essere a scuola. Il solito esame.
Quelli che non finiscono mai e bla bla bla. Peccato che per la
maggior parte di loro l'esame fallirà, ma sarà pur sempre
un'esperienza e bla bla bla.
A un certo punto da dietro una tenda appare lui, Japino. Devo
dirlo? Lo dico: non porta certo con sé l'aura del regista. Dà
le indicazioni a qualcuno allungando il braccio a indicare
l'inquadratura del secolo. Che, essendo cominciato da soli
cinquantanove giorni, offre anche a lui una remota possibilità.
Neanche fosse Antonioni (appunto...).
Le pause fra una esibizione e l'altra sono piuttosto lunghe ma
per fortuna c'è lei, la violinista bulgara. L'ex fidanzata di
Chiambretti. Quella bionda, che la sera sta seduta in prima
fila alla destra dei vostri teleschermi. Fate attenzione,
perché Japino difficilmente la inquadra. Distoglierebbe
l'attenzione dall'altra bionda, quella che si è impossessata
di questo Festival. Durante le canzoni di questa sessione di
prove mette in evidenza, per quanto ne posso capire, la sua
abilità musicale. Durante le pause, altro. È consapevole
della sua bellezza e della piccola notorietà che si è
ricavata. Suona con la schiena talmente inarcata che la
maglietta bianca attillatissima tira da tutte le parti. Nelle
pause spedisce una quantità di SMS impettita come se stesse
ancora suonando. Deve anche rispondere alla corte di un
fotografo che le fa un'infinità di clic e quando le chiede
cosa fa la sera la sento dire che finora è sempre stata
chiusa in camera. Sarà. Poi si rimette a messaggiare, il
cellulare in una mano e l'archetto nell'altra.
È uno spettacolo nello spettacolo, la violinista bulgara.
Altro che Ceccherini e Papi. Chissà, la soluzione per
risollevare questo sgangherato Festival potrebbe essere lì, a
portata di mano, già sopra al palco di Sanremo. Ma state
tranquilli: gli organizzatori non se ne accorgeranno mai.
R.F.
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