Speciale Sanremo
(8)
4 marzo
2001
La
sindrome dell'Ariston alla fine ha colpito. Febbre e tutto il
resto. Come Chiambretti, Gianni Bella e una miriade di altri
giornalisti. Allora la serata finale la guardo alla tivù,
vale a dire dentro al suo "luogo" ideale. Altro che
dentro al teatro o alla sala stampa. Lì sei distratto da
altro, invece lo spettacolo televisivo va guardato proprio
dentro la scatoletta. E Sanremo, ha ragione Castaldo, è solo
televisione, altro che canzoni, musica. Uno spettacolo
televisivamente monotono, che mostra tutta la pochezza di
questa edizione. Sarebbe stato da contare tutti i
meraviglioso, straordinario, splendido distribuiti a badilate
dalla Carrà a chiunque transitasse sopra la palco. Ci fosse
ancora il povero Cavallo Pazzo, sarebbe finalmente stata la
volta buona anche per lui. E tutta quella quantità di rosolio
deve avere peggiorato la mia febbre. Ma è possibile che
ancora - sempre - il nazionalpopolare debba per forza essere
un insulto all'intelligenza? Possibile che una professionista
come la Carrà non si renda conto di tanta pochezza? Per non
parlare della regia. Mica era colpa della febbre. No, no. Ma
Japino non era un coreografo una volta? Elisa la inquadra
sempre dal basso col microfono che le nasconde
quasi per intero il viso. I piani sequenza sono lunghissimi,
con tutt'al più qualche zoom e contro zoom. Neanche fossimo a
Tele Bolivia e il Festival si facesse con una telecamera
soltanto. L'unico momento di vera televisione è stato quando
Elisa ha improvvisato quella "straordinaria" danza
al termine della sua canzone. Japino, non sapendo cosa fare,
ha usato tutte le telecamere a disposizione. Grande anche in
questo Elisa. Ha sorpreso il Festival che fra qualche anno non
sarà certo ricordato per le sue pochezze, ma per essere stato
vinto dall'artista più nuova, originale e sorprendente. L'sms
che mi comunica "Elisa!", mi arriva dalla sala
stampa mezz'ora prima che la Carrà lo annunci. La febbre ha
come un momento di sollievo che salirà invece con
l'intervento del sindaco di Sanremo. Poi riascolto
"Luce" e mi addormento. I sogni febbricitanti
saranno, ovviamente "straordinari",
"meravigliosi", "stupendi". Come questo
Festival
R.F.
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