APPUNTAMENTI D’ARTE
ESTE - In silenzio, tra le presenze: Katarina Zari¢ - Centro
Culturale "La Medusa" – 31 marzo
Presso la sede del centro di cultura "La Medusa"
l’ex Collegio vescovile della città atestina, si potrà
visitare fino al 31 marzo una serie di incisioni dell’artista
jugoslava Katarina Zari¢.
Nata a Belgrado nel 1966, l’artista è attualmente
insegnante di incisione presso l’Accademia di Belle Arti di
quella città e della sua recente produzione offre qui in
veneto uno straordinario saggio. Di lei dice il critico Marco
Fragonara:" E’ come se la realtà fosse scomparsa,
lasciando solo impercettibili tracce di ricordi e di sogni. Il
mondo poetico di Katarina Zari¢ si riassume in questa
semplice tematica, quella della memoria e di una realtà altra
da quella quotidiana. Entrambe si alimentano, tuttavia, della
vita di tutti i giorni. Nelle sue acquetinte a colori, ma
quasi monocrome negli effetti visivi, non c’è spazio per la
frenesia della quotidianità o per il movimento che non lascia
respiro.. Tutto è tranquillo, lasciato nel silenzio dei
grandi spazi dell’universo di cui questo mondo è solo un
frammento. Abituati come siamo al rumore di tutti i giorni,
non ci è facile entrare in questi mondi immaginati, che si
richiamano alla tradizione figurativa dei Paesi Slavi. Eppure
non è solo il gioco fantastico di quest’artista che ci
colpisce. C’è dell’altro. Com’è ovvio, anche se spesso
lo dimentichiamo, la fantasia ha le sue regole, quelle dettate
dalla razionalità. E la Zari¢ mostra di utilizzare entrambe.
Razionali sono le sue divisioni degli spazi, così come i
segni geometrici, che la memoria restituisce sotto forma di
sogno. Fantastici ma di quell’immaginazione che non fa leva
sul macabro o lo spettrale, appaiono invece i frammenti, colti
nella realtà: due personaggi posti in posizione speculare,
una sdraio abbandonata sulla spiaggia, un gazebo, davanti al
quale appare una figura angelica. Sono tutti segni del tempo,
o meglio, delle pause temporali della vita, che attendono
continuamente di essere avvertite e percepite come presenze,
discrete, questo sì, ma pur sempre presenze di un’interiorità
tutta da ascoltare".
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