Qualità del prodotto
artigianale in tempi di mucca pazza e OGM
A parlare è un operatore dell’artigianato alimentare,
Marco Grossato, presidente regionale dell’Associazione
Produttori Alimentari, intervistato in occasione di una serie
di conferenze tenutesi dall’Associazione in varie sedi del
Veneto e relative agli attualissimi problemi di "mucca
pazza" e degli OGM
Il problema della qualità del cibo è fondamentale in
questi giorni in cui emergono continue notizie che preoccupano
i consumatori che cosa ne pensano gli artigiani alimentari?
Noi siamo qui a testimoniare, con le nostre
attività di artigiani del settore alimentare, della bontà e
della qualità dei cibi che produciamo e sulla quale non ci è
concesso "sbagliare" tradendo la fiducia dei
consumatori sulla qualità di quanto elaboriamo: pena l’abbandono
dei clienti. In questi giorni, poi, vittime come siamo del bombardamento
mediatico della "mucca pazza", siamo un po' tutti
entrati nell'occhio del ciclone. Chi in via diretta
(allevatori e macellai), chi in via subordinata come noi
artigiani produttori alimentari, ristoratori, insomma
utilizzatori finali di un prodotto da trasformare
Su questi problemi che differenza c'è tra artigiano e
industria alimentare ?
Così non è per la grande industria alimentare che può
contare su marchi diversificati e che non ha, poi, grandissime
difficoltà a riconvertirsi in caso di problemi legati, magari
a vere e proprie sofisticazioni alimentari.
La pasta che io produco, il pane che sforna il
panificatore, la torta realizzata dal pasticcere, per citare
solo alcuni dei produttori alimentari artigiani, vanno
consumati subito perché non si conservano. Altrettanto dicasi
, per i panettoni che le nostre pasticcerie artigianali
producono per Natale e che vanno consumati nell'arco di una
settimana, o poco più.
La stessa regola non vale, ad esempio, per i panettoni che
la produzione industriale sta per intraprendere in questi
giorni e che il consumatore mangerà nel prossimo Natale
(attività, questa, che per la grande impresa significa un
fatturato di 600 miliardi). Quali possono essere gli
ingredienti di prodotti che possono essere consumati per quasi
un anno è facilmente intuibile. E lo stesso vale,
naturalmente, per focacce e colombe" che vanno sulle
tavole dei consumatori a Pasqua.
E il pubblico secondo voi cosa ne pensa ?
Tutto questo senza che il pubblico possa rendersi conto che
le nostre attività, da sempre, hanno l'obbligo, per garantire
la qualità, di selezionare i propri fornitori e che non è
dunque da oggi che siamo chiamati ad un attentissimo vaglio
sulle proprietà delle farine, oltre che della carne, delle
uova piuttosto che della verdura e così via.
E gli artigiani che cosa intendono fare ?
Rivendichiamo, come produttori alimentari dell'Unione
Artigiani della Confartigianato del Veneto, di essere
antesignani nella battaglia per l'individuazione degli
organismi geneticamente modificati (OGM), che non siamo certo
noi a volere, ma che la grande lobby industriale alimentare
italiana ed europea sta imponendoci a suon di voti favorevoli
a Strasburgo.
Capitolo scabroso questo dell'alimentazione continentale!
Vi ricorderete certamente della nostra battaglia per una
cioccolata pura, per mantenere i prodotti tipici italiani, per
cercare di non divenire preda di una massificazione del gusto
(e della produzione).
E perchè il pubblico può sentirsi sicuro della
produzione artigianale ?
Perchè la qualità di una
produzione artigiana è garantita dalla professionalità
dell'artigiano che non è "mistificabile" in nessun
modo, perché il giudizio dei clienti non dà possibilità di
appello
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