Umoristi a
Marostica
E' aperta
sino al 20 maggio, nelle sale del Castello Inferiore, la
rassegna Umoristi a Marostica, conclusione del tradizionale
concorso promosso dal Gruppo Grafico Marosticense; quest'anno
il tema assegnato, "straniero", ha visto
partecipare, per la selezione, molte centinaia di autori
provenienti da 48 Paesi.
La
mostra comprende 121 opere ed è accompagnata da un bel
catalogo a cura di Liliana Contin e Piero Zanotto, dedicato,
con una citazione da un'iscrizione asteca, alla memoria di
Marco Sartore, recentemente scomparso, che fu tra i primi e
più entusiasti organizzatori del concorso stesso.
L'edizione attuale è
particolarmente felice, a testimonianza di quanto sia sentito
e stimolante un argomento che, pur potendo nella sua apparente
semplicità dare adito a soluzioni ovvie, banali, è stato
invece svolto con trovate ingegnose, spesso assai raffinate e
capaci di indurre con franchezza al sorriso. Peculiarità
questa dell'umorismo nel suo significato più autentico, che
lo apparenta soltanto superficialmente a ogni altra forma di
comicità, specie la mediterranea, dal sapore denso, di
diretta discendenza dalla vis comica greca e latina;
l'umorismo più sottile ci viene piuttosto dalle atmosfere di
luce smorzata dei paesi anglosassoni, sua caratteristica
dominante è di sapersi presentare in vesti leggere, con
garbo, di riuscire a far riflettere sulle nostre stesse
debolezze senza offendere né ferire, in maniera quasi
carezzevole, anche se a volte con qualche crudeltà.
Il concetto di straniero induce
a pensare alla diversità, a tutto ciò che in vario modo
risulta estraneo al nostro ambiente, alle abitudini
consolidate che troppo spesso chiamiamo "cultura" e
che costituiscono non di rado la somma di innumerevoli
piccinerie, timori e grettezze.
Tuttavia l'umorista non intinge
la sua penna nell'acido corrosivo, di norma lascia alla satira
gli sberleffi cattivi: certo qualche puntura è percepibile,
ma non nuoce, anzi, è corroborante cogliere in queste opere
così amabilmente presentate il riflesso della nostra
mediocrità, l'immagine specchiata di tanti preconcetti.
L'estraneità
affiora come simbolo rilevante nei disegni in mostra,
allineati secondo un criterio che consente di compiere una
divertente passeggiata in un particolare giardino fiorito di
arguzie dalle molte sfumature e dalle svariate implicazioni;
così, si sostanzia di disagio la diversità della pecora nera
di Cornel Marin Chiorean, Romania, che un gregge immacolato,
disposto in forma di lupo, sta per azzannare, mentre è
francamente uno spasso lo spavento che affiora negli occhi del
lupo travestito da pecora di Cerrah Hikmet, Turchia,
smascherato ahilui dalle bramosie di un grosso montone
candido; e ancora diverte il lupo in abito manageriale che
incontra una frotta di Cappuccetti Rossi leggiadri e garruli:
come si risolverà la situazione prevista da Assunta Toti
Buratti?
Non si incontreranno mai invece
le due figurine che Aldo Bertolotti pone sulle estremità
opposte di un ponte spezzato dalla guerra, la ragazzina bionda
e il ragazzo con il turbante offrono la loro ingenuità,
serena e "diversa", paradigma di una spontaneità
ferocemente deviata da altri: il sorriso nasce amaro.
Il cammino continua tra angeli
svolazzanti in cieli solcati da soffici nubi, animali
sbigottiti per le più impensabili ragioni e alieni
scaraventati in situazioni tanto stranianti quanto terrestri;
molte vignette valgono una sosta e tra tutte ricordiamo la
straordinaria evoluzione della specie di Leslie Ricciardi
Alegre,Uruguay, dove lo scimmione che in cinque passaggi
diviene finalmente uomo, con tanto di clava in mano, si trova
di fronte Adamo ed Eva freschi di peccato originale, prima
conseguenza evoluta di un percorso imprevedibile: due genesi
per una sola storia, sbalorditiva, suggellata dalla presenza
del serpente che sogguarda il tutto dal ramo del fatidico
albero.
Accanto a questa rassegna è
allestita una personale del noto umorista Sergio Toppi; motivo
ulteriore per una visita alla ridente Marostica, che offre
annualmente l'esempio di una cultura un po' speciale, fresca e
frizzante.
R. A. |