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redarrowleft.GIF (53 byte) Arte Maggio 2001 (a cura di Giovanna Grossato)
 

Umoristi a Marostica

E' aperta sino al 20 maggio, nelle sale del Castello Inferiore, la rassegna Umoristi a Marostica, conclusione del tradizionale concorso promosso dal Gruppo Grafico Marosticense; quest'anno il tema assegnato, "straniero", ha visto partecipare, per la selezione, molte centinaia di autori provenienti da 48 Paesi.

La mostra comprende 121 opere ed è accompagnata da un bel catalogo a cura di Liliana Contin e Piero Zanotto, dedicato, con una citazione da un'iscrizione asteca, alla memoria di Marco Sartore, recentemente scomparso, che fu tra i primi e più entusiasti organizzatori del concorso stesso.

L'edizione attuale è particolarmente felice, a testimonianza di quanto sia sentito e stimolante un argomento che, pur potendo nella sua apparente semplicità dare adito a soluzioni ovvie, banali, è stato invece svolto con trovate ingegnose, spesso assai raffinate e capaci di indurre con franchezza al sorriso. Peculiarità questa dell'umorismo nel suo significato più autentico, che lo apparenta soltanto superficialmente a ogni altra forma di comicità, specie la mediterranea, dal sapore denso, di diretta discendenza dalla vis comica greca e latina; l'umorismo più sottile ci viene piuttosto dalle atmosfere di luce smorzata dei paesi anglosassoni, sua caratteristica dominante è di sapersi presentare in vesti leggere, con garbo, di riuscire a far riflettere sulle nostre stesse debolezze senza offendere né ferire, in maniera quasi carezzevole, anche se a volte con qualche crudeltà.

Il concetto di straniero induce a pensare alla diversità, a tutto ciò che in vario modo risulta estraneo al nostro ambiente, alle abitudini consolidate che troppo spesso chiamiamo "cultura" e che costituiscono non di rado la somma di innumerevoli piccinerie, timori e grettezze.

Tuttavia l'umorista non intinge la sua penna nell'acido corrosivo, di norma lascia alla satira gli sberleffi cattivi: certo qualche puntura è percepibile, ma non nuoce, anzi, è corroborante cogliere in queste opere così amabilmente presentate il riflesso della nostra mediocrità, l'immagine specchiata di tanti preconcetti.

L'estraneità affiora come simbolo rilevante nei disegni in mostra, allineati secondo un criterio che consente di compiere una divertente passeggiata in un particolare giardino fiorito di arguzie dalle molte sfumature e dalle svariate implicazioni; così, si sostanzia di disagio la diversità della pecora nera di Cornel Marin Chiorean, Romania, che un gregge immacolato, disposto in forma di lupo, sta per azzannare, mentre è francamente uno spasso lo spavento che affiora negli occhi del lupo travestito da pecora di Cerrah Hikmet, Turchia, smascherato ahilui dalle bramosie di un grosso montone candido; e ancora diverte il lupo in abito manageriale che incontra una frotta di Cappuccetti Rossi leggiadri e garruli: come si risolverà la situazione prevista da Assunta Toti Buratti?

Non si incontreranno mai invece le due figurine che Aldo Bertolotti pone sulle estremità opposte di un ponte spezzato dalla guerra, la ragazzina bionda e il ragazzo con il turbante offrono la loro ingenuità, serena e "diversa", paradigma di una spontaneità ferocemente deviata da altri: il sorriso nasce amaro.

Il cammino continua tra angeli svolazzanti in cieli solcati da soffici nubi, animali sbigottiti per le più impensabili ragioni e alieni scaraventati in situazioni tanto stranianti quanto terrestri; molte vignette valgono una sosta e tra tutte ricordiamo la straordinaria evoluzione della specie di Leslie Ricciardi Alegre,Uruguay, dove lo scimmione che in cinque passaggi diviene finalmente uomo, con tanto di clava in mano, si trova di fronte Adamo ed Eva freschi di peccato originale, prima conseguenza evoluta di un percorso imprevedibile: due genesi per una sola storia, sbalorditiva, suggellata dalla presenza del serpente che sogguarda il tutto dal ramo del fatidico albero.

Accanto a questa rassegna è allestita una personale del noto umorista Sergio Toppi; motivo ulteriore per una visita alla ridente Marostica, che offre annualmente l'esempio di una cultura un po' speciale, fresca e frizzante.

R. A.

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