Ha girato molti film, ma a parte qualche
titolo critica e botteghino non l’hanno certo favorita.
Sandra Bullock però non si è certo persa d’animo.
Tanto da diventare produttrice delle sue pellicole.
Perché, come racconta in questa intervista, ora è libera
di scegliere quello che vuole. E cambiare ruoli. Come nell’ultimo
Miss Detective, dove da donna-maschiaccio si trasforma in
top model. Anche se lei, nel cinema e nella vita, non si
sente per niente un sex symbol. E preferisce restare una
donna-maschiaccio
Ad una prima impressione superficiale Sandra Bullock di
persona ricorda un po’ la ‘gatta morta’ che ha
interpretato in alcuni suoi film. Poi – pian piano – l’idea
che ci si fa è quella di una donna molto diversa e
dinamica, che all’età di trentasette anni guarda con
disincanto al proprio mestiere, non facendosi troppe
illusioni riguardo lo scintillio posticcio degli
ingranaggi dello showbusiness hollwoodiano. Mentre
le parliamo non sorride mai o quasi, e sembra ricordare
insistentemente il personaggio di introversa ragazza della
porta accanto, spesso raggirata dall’uomo che ama.
Ma, si sa, il cinema è anche illusione e quindi è
difficile dire che cosa corrisponda alla verità o meno.
E poi la domanda più dura: ha un senso questo
esercizio di stile? Ha senso chiedersi chi sia davvero
questa giovane interprete figlia di una cantante d’opera
tedesca? Probabilmente no. Quello che, invece, è certo è
che quella di Sandra Bullock è una carriera altalenante.
Impostasi all’attenzione del grande pubblico con Speed
e diventata in qualche maniera un’attrice ‘di
riferimento’ per le nuove generazioni con pellicole come
Un amore tutto suo e soprattutto The Net. Ma
alla carriera in positivo di quest’attrice vanno
aggiunti molti insuccessi commerciali e di critica: i
pessimi Speed 2 e Gun Shy di cui era anche
produttrice. I deludenti Amori e incantesimi e Piovuta
dal cielo, il mediocre Amare per sempre, l’assurdo
Ricominciare a vivere. Quest’ultimo è stato
inoltre un primo tentativo andato a male di costruirsi una
carriera come attrice drammatica, reiterato con il recente
e sfortunato 28 giorni in cui interpretava una
ragazza vittima dell’alcolismo. Ma Miss Detective ha
incassato circa duecento miliardi solo negli Usa e le
ombre di una carriera in crisi sembrano essersi diradate.
Almeno per il momento.
Cosa le piace di una commedia molto fisica come
Miss
Detective?
Mi diverte usare il mio corpo. E’ raro per una donna
a Hollywood avere la possibilità di esprimersi a livello
fisico in una commedia, perché negli ultimi venti anni
questa è stata una possibilità offerta solo agli attori
maschi. E’ qualcosa che vorrei continuare a fare anche
in futuro. Magari non quando avrò ottanta anni, ma almeno
per un altro po’ di tempo. Anche se credo sarebbe carino
vedere una nonnetta impegnata in una commedia fisica…
Miss Detective è molto diverso dall’ultimo film
28
giorni…
Mi piacciono molto i film drammatici e mi piace potere
scambiare i ruoli. In genere ogni film che faccio è
diverso dal suo predecessore.
Groucho Marx diceva che quando un attore comico vuole
fare una vacanza, sceglie di interpretare un film
drammatico. Lei cosa ne pensa?
Per me 28 giorni è un film cui sono rimasta
molto legata e di cui sono estremamente orgogliosa. Nel
corso degli anni ho avuto il lusso di potere scegliere di
interpretare soggetti che mi interessavano più di altri.
Nessuno si aspettava che 28 giorni avrebbe
guadagnato tanti soldi e, infatti, è andata proprio
così. Ho fatto quel film che mi interessava, così come
poi ho girato Miss Detective che mi piaceva per la
sua fisicità. Mi piace potere scambiare i ruoli, mi piace
cambiare. Adesso sto girando un thriller psicologico,
domani vedremo. Il cinema è aperto a tutti, ci sono film
per tutti i gusti.
La storia di Miss Detective è uno strano
impasto tra My fair lady e un film d’azione. Un
brutto anatroccolo che diventa un cigno…
Non credo che sia stata una donna ad inventare le
scarpe con i tacchi. Personalmente credo di sentirmi più
somigliante all’agente sfigata che se ne sta in una casa
che è un caos… mi piacciono i jeans e mi piace essere
rilassata.
Perché sceglie di produrre i suoi film?
Perché per un’attrice è una ricchezza. Anziché
starmene ad aspettare che il telefono squilli, sto lì a
decidere che progetto scegliere, come portarlo avanti e
con quali attori. Se un film va male in genere la colpa
viene data agli attori. Preferisco sbagliare per conto mio
e prendermi tutte le responsabilità, piuttosto che pagare
per gli errori degli altri. Mi piace avere il controllo
delle cose che faccio.
Lei ha avuto un grande successo sin da subito. Si è
sentita facilitata per la sua carriera?
Avere un grande film di successo all’inizio della tua
carriera è la via più semplice per fare in modo che la
tua carriera risulti presto distrutta. E’ peggio che non
fare mai un film di successo. La gente si attende da te
che tu ripeta quello che hai fatto nel film precedente e
questo è praticamente impossibile. Non vogliono che tu
sperimenti e vorrebbero che tu diventassi sempre uguale a
te stessa in quel film che loro amano. Salvo dirti dopo
che fai sempre la stessa parte… Io ho fatto molti film
di successo e nessuno si aspettava che succedesse. Vede,
io non pensavo mai di fare l’attrice, e non mi aspettavo
nessun grande successo dal mio lavoro. E’ bello avere
successo, ma io continuo a scegliere per me le pellicole
che mi piace interpretare senza farmi troppe domande
rispetto a quanto guadagneranno e se avranno tanto o poco
successo.
Lei ha sempre la patina accattivante della brava
ragazza della porta accanto. Ha mai pensato di insistere,
invece, sul versante erotico della sua recitazione?
Scelgo i film che mi arrivano e amo fare i film che
faccio. Mi piacciono sempre pellicole differenti tra loro,
anche se mi sento molto confortevole nei ruoli che
affronto. Non so… il tempo passa. Non saprei dire se
esiste un aspetto erotico della mia recitazione… forse
io non sono un’attrice molto erotica…
M. S.