DIVI DIVI DIVI
I divi li
vogliamo proprio così: diversi, eccentrici, terribilmente
finti, belli da far paura, arroganti, presuntuosi,
altezzosi. Sono proprio come quelli che sfilano al Lido di
Venezia, per 58esima Mostra del Cinema…
"Scusi,
è qui Nicole Kidman?". Una domanda così non la fai
mica tutti i giorni. E, se la fai, o stai sognando o sei a
Venezia al Festival del Cinema. L’usciere dell’Excelsior,
con tono maestosamente regale, mi guarda dall’altro dei
quattro gradini oltre i quali stanno le stelle e mi dice
" La signora alloggia a Venezia".
"Accipicchia! E qui chi c’è?". " Sono
informazioni riservate". " La prego la supplico
la scongiuro. Vorrei tanto vedere un divo". "
Accenda la Tv". Incasso ma non demordo e ritorno a
caccia di star.
Aguzzo l’ingegno:
sono disposta a ricorrere a tutti i mezzi a mia
disposizione. Capisco che è stato un errore abbassarsi
agli uscieri quando posso incollarmi a un giornalista di
Mediaset che mi passa vicino. Lo individuo, mi rifaccio il
trucco, punto il mirino e colpisco. Il mio sguardo
CASUALMENTE incontra il suo. Fissofissofisso. "Scusi,
mi può aiutare?", sussurro con un tono da Capuccetto
Rosso che di solito fa sempre effetto sui maschietti.
"Ma certo! Dimmi!". Ta-daaaaaaaaa, è fatta!
Espongo il mio problema e, come risposta, l’inviato mi
concede commosso di seguirlo e di infilarmi nella sua
troupe. Cammina, cammina, cammina e dove mi porta? Ma
dalla biondissima testolina di Haley Joel Osment, da Jude
Law e da Frances O’Connor, gli attori dell’ultima
fatica spielberghiana A.I. Artificial Intelligence.
Comincio a sentire le prime scariche di adrenalina (quelle
per intenderci che le teen agers avvertivano nel vedere i
Take That o i Backstreet Boys). L’intelligentissimo, non
solo artificialmente, baby actor è più altezzoso di
tutti gli uscieri del Lido messi assieme. Sembra una
figurina ieratica, distaccata da ogni contesto. Anche lui,
suo malgrado, ti guarda dal basso, e non concede
interviste a nessuno. I giornalisti lo chiamano, si va
avanti a strattoni per avvicinarlo. E’ il restley delle
telecamere. Fisicamente sono nella morsa di Canale 5 (e ci
sto anche bene). Tento un "CIAO MAMMA": chissà
se l’etere l’accetta.
Il mio
giornalista sembra assatanato. Il bimbo di Steven
Spielberg sparisce proprio come una meteora. Si cambia
postazione. Mollo Canale 5. Tanto ho capito il meccanismo.
Lido
bellissimo. Sole settembrino. Ricca vegetazione. Conosco
un gruppo di ragazze americane smaniose di divi come me
(sono a Venezia solo per quello). Mi propongono di
banchettare insieme, ma, mentre stiamo per addentare un
panino …la fortuna ci offre un ben più succulento
boccone: notiamo un insolito movimento di giornalisti
verso uno degli attracchi. Un addetto stampa tedesco ci
dice che sta arrivando Fonda. Ma è una notizia inFondata.
Per la gioia degli occhi di ogni maschio presente compare
lei, la bellissima, fintissima, barbie Heather Graham. È
stupenda da fare impressione. Bella dal vivo come sullo
schermo (chi l’avrebbe mai detto?). Non concede
autografi lei, né rilascia dichiarazioni. Forse, pensa
che basti un suo sorriso da spot a soddisfare gli sguardi
di tanti giornalisti tarantolati: sono delusi perché non
parla e si lasciano andare a commenti indecorosi. Riccioli
biondo platinato, volto stupendamente statico, abitino
eccentrico bianco, stivali con i tacchi a spillo, insomma
la classica diva, quella che è nell’immaginario di
ognuno di noi. Così le vogliamo le dive! E ne vogliamo
sempre di più! Riparto.
Come una
maestra in gita, con la scolaresca dietro, che crede di
parlare con tutti e in realtà nessuno la bada,
sorridente, gaudente e pimpante, passa Sgarbi con una
lunga fila al seguito. Ciuffo al vento, guarda a destra e
a sinistra, facendo a tutti ciao con la mano. Diveggia, si
pavoneggia; seguo anche lui per un breve tratto, ma non
voglio perdere tempo, perché io miro a quelli di
Hollywood. Chissenefrega di Sgarbi o di Stefania Rocca
raggiungibilissimi? Stranieri, desidero solo stranieri.
Anzi, eccezionalmente per oggi, voglio gli americani.
E
il mio straniero prediletto, me lo prendo nel primo
pomeriggio, sotto il Casinò. Dopo aver dato retta a
soffiate in tutte le lingue, dopo averci provato con ogni
portatore di cartellino rosso (stampa), lo colgo:
fascinoso, affascinante, pieno di fascino,
stupendoperfettomeraviglioso sotto ogni punto di vista,
Johnny Depp. Arriva per la conferenza stampa in cui
presenta il suo film "From hell". E’ anche lui
veramente divo, con i pantaloni in tessuto mimetico, il
cappello da cowboy, il sigaro in bocca… Le ragazzine
arrivano a fiumi per strappargli un autografo: alcune
piangono di gioia. Altre urlano "JOHNNY". Anch’io
mi metto a urlare "Johnny". Anch’io voglio l’autografo.
Mi faccio largo aggrappandomi a un romanaccio tosto e
forzuto. Arrivo alle transenne. Allungo il braccio. Lui mi
guarda e con voce sensuale, ma moolto sensuale, mi dice:
"Eeehy". Capite?! Johnny Depp mi ha detto "Eeehy",
e non a quella di fianco, e neanche a quella dopo.(Ci sono
stata attenta). Solo a me. Mi firma l’autografo (che qui
vi allego, non è un simbolo fallico) e mi accompagna con
lo sguardo finché la folla mi risucchia. <Mio dolce
Johnny, ora stai pensando a me e lo so….> Ehm.
Già, fra
le stelle di Venezia è concesso di sognare. Sono fatte
per quello loro, per alimentare i nostri sogni, le nostre
fantasie, per donarci le loro immagini, non importa se
vere o finte. E che cos’è il cinema se non un magico
distributore di sogni? E che cos’è Venezia se non il
più suggestivo set cinematografico del mondo?
M.C.P.
|