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redarrowleft.GIF (53 byte) Cinema settembre 2001


DIVI DIVI DIVI

I divi li vogliamo proprio così: diversi, eccentrici, terribilmente finti, belli da far paura, arroganti, presuntuosi, altezzosi. Sono proprio come quelli che sfilano al Lido di Venezia, per 58esima Mostra del Cinema…

"Scusi, è qui Nicole Kidman?". Una domanda così non la fai mica tutti i giorni. E, se la fai, o stai sognando o sei a Venezia al Festival del Cinema. L’usciere dell’Excelsior, con tono maestosamente regale, mi guarda dall’altro dei quattro gradini oltre i quali stanno le stelle e mi dice " La signora alloggia a Venezia". "Accipicchia! E qui chi c’è?". " Sono informazioni riservate". " La prego la supplico la scongiuro. Vorrei tanto vedere un divo". " Accenda la Tv". Incasso ma non demordo e ritorno a caccia di star.

Aguzzo l’ingegno: sono disposta a ricorrere a tutti i mezzi a mia disposizione. Capisco che è stato un errore abbassarsi agli uscieri quando posso incollarmi a un giornalista di Mediaset che mi passa vicino. Lo individuo, mi rifaccio il trucco, punto il mirino e colpisco. Il mio sguardo CASUALMENTE incontra il suo. Fissofissofisso. "Scusi, mi può aiutare?", sussurro con un tono da Capuccetto Rosso che di solito fa sempre effetto sui maschietti. "Ma certo! Dimmi!". Ta-daaaaaaaaa, è fatta! Espongo il mio problema e, come risposta, l’inviato mi concede commosso di seguirlo e di infilarmi nella sua troupe. Cammina, cammina, cammina e dove mi porta? Ma dalla biondissima testolina di Haley Joel Osment, da Jude Law e da Frances O’Connor, gli attori dell’ultima fatica spielberghiana A.I. Artificial Intelligence. Comincio a sentire le prime scariche di adrenalina (quelle per intenderci che le teen agers avvertivano nel vedere i Take That o i Backstreet Boys). L’intelligentissimo, non solo artificialmente, baby actor è più altezzoso di tutti gli uscieri del Lido messi assieme. Sembra una figurina ieratica, distaccata da ogni contesto. Anche lui, suo malgrado, ti guarda dal basso, e non concede interviste a nessuno. I giornalisti lo chiamano, si va avanti a strattoni per avvicinarlo. E’ il restley delle telecamere. Fisicamente sono nella morsa di Canale 5 (e ci sto anche bene). Tento un "CIAO MAMMA": chissà se l’etere l’accetta.

Il mio giornalista sembra assatanato. Il bimbo di Steven Spielberg sparisce proprio come una meteora. Si cambia postazione. Mollo Canale 5. Tanto ho capito il meccanismo.

Lido bellissimo. Sole settembrino. Ricca vegetazione. Conosco un gruppo di ragazze americane smaniose di divi come me (sono a Venezia solo per quello). Mi propongono di banchettare insieme, ma, mentre stiamo per addentare un panino …la fortuna ci offre un ben più succulento boccone: notiamo un insolito movimento di giornalisti verso uno degli attracchi. Un addetto stampa tedesco ci dice che sta arrivando Fonda. Ma è una notizia inFondata. Per la gioia degli occhi di ogni maschio presente compare lei, la bellissima, fintissima, barbie Heather Graham. È stupenda da fare impressione. Bella dal vivo come sullo schermo (chi l’avrebbe mai detto?). Non concede autografi lei, né rilascia dichiarazioni. Forse, pensa che basti un suo sorriso da spot a soddisfare gli sguardi di tanti giornalisti tarantolati: sono delusi perché non parla e si lasciano andare a commenti indecorosi. Riccioli biondo platinato, volto stupendamente statico, abitino eccentrico bianco, stivali con i tacchi a spillo, insomma la classica diva, quella che è nell’immaginario di ognuno di noi. Così le vogliamo le dive! E ne vogliamo sempre di più! Riparto.

Come una maestra in gita, con la scolaresca dietro, che crede di parlare con tutti e in realtà nessuno la bada, sorridente, gaudente e pimpante, passa Sgarbi con una lunga fila al seguito. Ciuffo al vento, guarda a destra e a sinistra, facendo a tutti ciao con la mano. Diveggia, si pavoneggia; seguo anche lui per un breve tratto, ma non voglio perdere tempo, perché io miro a quelli di Hollywood. Chissenefrega di Sgarbi o di Stefania Rocca raggiungibilissimi? Stranieri, desidero solo stranieri. Anzi, eccezionalmente per oggi, voglio gli americani.

E il mio straniero prediletto, me lo prendo nel primo pomeriggio, sotto il Casinò. Dopo aver dato retta a soffiate in tutte le lingue, dopo averci provato con ogni portatore di cartellino rosso (stampa), lo colgo: fascinoso, affascinante, pieno di fascino, stupendoperfettomeraviglioso sotto ogni punto di vista, Johnny Depp. Arriva per la conferenza stampa in cui presenta il suo film "From hell". E’ anche lui veramente divo, con i pantaloni in tessuto mimetico, il cappello da cowboy, il sigaro in bocca… Le ragazzine arrivano a fiumi per strappargli un autografo: alcune piangono di gioia. Altre urlano "JOHNNY". Anch’io mi metto a urlare "Johnny". Anch’io voglio l’autografo. Mi faccio largo aggrappandomi a un romanaccio tosto e forzuto. Arrivo alle transenne. Allungo il braccio. Lui mi guarda e con voce sensuale, ma moolto sensuale, mi dice: "Eeehy". Capite?! Johnny Depp mi ha detto "Eeehy", e non a quella di fianco, e neanche a quella dopo.(Ci sono stata attenta). Solo a me. Mi firma l’autografo (che qui vi allego, non è un simbolo fallico) e mi accompagna con lo sguardo finché la folla mi risucchia. <Mio dolce Johnny, ora stai pensando a me e lo so….> Ehm.

Già, fra le stelle di Venezia è concesso di sognare. Sono fatte per quello loro, per alimentare i nostri sogni, le nostre fantasie, per donarci le loro immagini, non importa se vere o finte. E che cos’è il cinema se non un magico distributore di sogni? E che cos’è Venezia se non il più suggestivo set cinematografico del mondo?

M.C.P.

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