Roberto
Morville è uno dei responsabili "silenziosi" dei nostri
migliori momenti al cinema. Autore della trasposizione dei
film Disney dall’inglese all’italiano, ha curato
l’adattamento dei dialoghi e seguito il doppiaggio di
pellicole di successo come Il sesto senso, Il talento
di Mr.Ripley, Pearl Harbor e Le follie
dell’imperatore. Ed è sempre Morville ad avere
affrontato il difficile doppiaggio di Apocalypse Now
Redux di Francis Ford Coppola: "Un lavoro
estenuante" – dice "Per cui non sono esistiti né
sabati, né domeniche". Adesso, le sue ultime fatiche
sono Atlantis il nuovo cartone animato Disney di
Natale e la commedia romantica della Miramax
Serendipity con John Cusack e Kate Beckinsale.
Come avete lavorato
su Altantis?
E’ stato molto
complesso, perché ci divertiva l’idea di potere utilizzare
voci e accenti diversi per rappresentare le varie nazioni
del mondo che sono presenti nel film. Il problema è che
nelle produzioni americane dove ci sono gli stranieri la
cosa più importante è fare funzionare tutto dando un po’
di colore ai toni e alle inflessioni dei vari caratteri.
Inserire delle leggere esitazioni – ad esempio – con il
personaggio che cerca la parola giusta, a mio avviso rende
più credibile tutto quello che accade.
Atlantis
è uno dei pochi film d’animazione dove
ci sono i sottotitoli. Perché?
Noi cerchiamo di
rispettare le indicazioni che riceviamo dalla casa madre
americana. In questo caso si tratta essenzialmente di una
scelta registica. Tendenzialmente si evitano nei film per
bambini per non penalizzare quelli che tra loro ancora non
sanno leggere, ma qui non c’era nessun’altra strada. Del
resto quelle sono comunque scene che parlano da sole,
perché si tratta di sequenze in cui viene distrutta la
città.
Resta comunque un
fatto inusuale…
Sì, certo. Questo è
il motivo per cui anche in paesi dove non esiste il
doppiaggio dei film stranieri, ma ci sono solo i
sottotitoli i cartoni animati sono gli unici ad essere
doppiati. Non solo le parole, ma anche le canzoni.
A proposito: di
Atlantis non è stato pubblicato il Cd con la colonna
sonora in italiano…
E’ capitato, perché
abbiamo trovato un nuovo partner discografico per la
pubblicazione delle nostre colonne sonore e anche perché
abbiamo avuto qualche ritardo nel chiudere il contratto
con i Gazosa che cantano il tema principale. Speriamo che
questo disco possa essere presto reso disponibile al
pubblico oltre quello con la versione originale cantata da
MYA.
Come è caduta la
scelta sui Gazosa?
Sono dei fedelissimi
Disney, battezzati dal Disney Channel quando ancora si
chiamavano Eta Beta. Ci piaceva l’idea di avere un gruppo
di giovani dall’immagine pulita. Inoltre la cantante
Jessica ha una voce fenomenale per una bambina di quattro
anni e le due canzoni le consentivano di esprimersi al
meglio.
Le scelte che lei ha
condotto negli ultimi anni prediligono gli attori,
piuttosto che i nomi noti. Perché?
Ritengo
che la politica di chiamare dei cosiddetti "talents" per
doppiare i nostri cartoni animati sia assolutamente
giusta. Negli ultimi anni abbiamo lavorato molto in questo
senso e anche in passato – ad esempio – con Nightmare
before Christmas dove c’era Renato Zero abbiamo
cercato di rendere al meglio lo spirito dei film che
dovevano rendere in italiano. Purtroppo, spesso, si cerca
di "fare rumore" scegliendo dei nomi molto noti per
promuovere i film. Sono scelte, ad esempio, che la nostra
concorrenza ha spesso portato avanti. Questo, a mio
avviso, però tende a penalizzare il film. Non è detto che
un volto famoso sia più utile al film di un attore meno
noto, ma di certo migliore per quella parte.
Qual è la cosa che
la ispira di più nel suo lavoro?
L’idea di dovere
rispettare il più possibile la versione originale. Ad
esempio credo sarebbe divertentissimo chiedere ad Aldo,
Giovanni e Giacomo di lavorare in un nostro film dove ci
sono tre personaggi da doppiare. Il problema è che – alla
fine – quella pellicola non sarebbe più vicina alla
versione originale, ma sarebbe un altro film di Aldo,
Giovanni e Giacomo.
E gli americani cosa
fanno?
Loro chiamano dei talents
come Billy Crystal o John Goodman che pure essendo degli
attori e dei nomi noti, sono essenzialmente giusti per
quelle parti per cui vengono scelti.
In che ambito
preferisce scegliere i suoi collaboratori?
Nel teatro, perché
lo scadimento della televisione non consente di lavorare
bene. La celebrità televisiva spesso non corrisponde ad
una vera e propria qualità artistica. A noi non interessa
che la voce venga identificata con una faccia, ma serve a
rendere credibile e interessante un personaggio.
Da Biancaneve
a Cenerentola, da Gli aristogatti a Lilli
e il vagabondo qual è la voce che le è rimasta più nel
cuore?
E’ impossibile
rispondere. Voci come quelle di Pino Locchi, di Rinaldi,
di Carletto Romano, della Lattanzi sono straordinarie e io
le vorrei tutte per i miei film. Renzo Montagnani e
Romeo…che devo dire? Quello è un esempio straordinario: il
suo garbo e la sua misura hanno segnato una strada. Se
Romeo fosse stato un gatto normale noi non ce lo
ricorderemmo. Noi non vogliamo tradurre, ma come ha fatto
Montagnani desideriamo trasporre una realtà che per chi ha
fatto una scelta in originale ha una sua connotazione, e
che per chi come noi vive da un’altra parte nel mondo, ne
ha una completamente diversa.