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redarrowleft.GIF (53 byte) Primopiano Gennaio 2002  
 

Suicidio e l'amore con la lolita

Due lettere legate a tematiche di stringente attualità: il suicidio di una adolescente che si è gettata dalla finestra di una scuola di Vicenza e le coppie a marcata differenza di età

Caro Nautilus,

sono rimasta colpita dal suicidio di una liceale dal bagno della scuola e poiché questi gesti sono abbastanza diffusi fra gli adolescenti e psichiatri, psicologi, sociologi sono sempre più inclini ad attribuire responsabilità a largo raggio a famiglie troppo permissive, a cattive compagnie, alla società in generale, vorrei sapere da te, che sembri giovane, cosa ne pensi. Perché a 15 anni ci si butta dal bagno di una scuola?

Fede72

Cara Fede,
hai ragione, non appena succede qualcosa di anomalo, la tv, i giornali intervistano lo psichiatra di turno che, in genere, se la cava facendo qualche disquisizione sulla fragilità degli adolescenti, sulla debolezza di genitori che si atteggiano sempre più ad amici e fratelli, sulla mancanza di credibilità della scuola o sui condizionamenti del branco. Così tutto si motiva e si giustifica con una bella colpevolizzazione collettiva. Nessuno però pone l’accento sulle responsabilità individuali dei propri gesti, nessuno richiama certe teorie mediche secondo le quali il suicidio sarebbe legato a un’anomalia celebrale e tanti sembrano dimenticare che nell’Ottocento, seppur con padri e madri "cerberi" e con maestri da brivido, era diffusa la tendenza alla soppressione di se stesso. Il povero Jacopo Ortis era infatti in buona compagnia perché sappiamo che allora tanti adolescenti come lui prendevano a esempio i gesti estremi tipici dell’eroe romantico.

E che dire dei piccoli samurai? Avevano forse genitori permissivi o maestri inetti? Per non parlare dei giovani kamikaze disposti a tutto. È vero, per una certa cultura è forse più onorevole buttarsi con un aereo che dal gabinetto di una scuola, ambiente quanto mai sordido. Di solito nel bagno si scappa pur di sottrarsi all’indole assassina di certi prof. durante le interrogazioni, ma solo raramente si scappa dal bagno per sottrarsi a se stessi e quando si cede vuol dire che in quei momenti uno si sente talmente in simbiosi con l’ambiente fetido che lo circonda da non poterne più. E allora si butta, piccolo, povero kamikaze senza un Allah ad attenderlo, senza un Paradiso fatto di fiumi di ambrosia. Tutti i suoi perché se li porta nel volo e li fracassa con i suoi organi su un selciato qualunque. Credo che psichiatri, esperti, cronisti in cerca di scoop, gente comune come noi, farebbe bene a non indagare troppo sui perché di una morte voluta, a lasciare fuori i luoghi comuni e a limitarsi a sperare in silenzio che anche questi piccoli Icaro abbiano raggiunto comunque un loro sole.

 

VINCENZO: all'ombra delle fanciulle in fiore

Caro Nautilus,

sono Vincenzo e ho 34 anni. Ho da poco conosciuto una ragazza grazie ad un mio amico e abbiamo iniziato a frequentarci sia da soli che in compagnia. Ti dico subito che è molto bella e intelligente e, anche se ci conosciamo solo da qualche settimana, posso dire che mi piace molto.

Lei è più giovane di me... ha 17 anni, ma l'età non è importante (almeno per me... non so bene cosa ne pensi lei).

Il mio problema consiste nel fatto che non so bene su che livello stia il nostro rapporto. A volte è dolce, a volte è intrattabile e mi fa soffrire coi suoi cambiamenti improvvisi di umore; io non ci capisco niente e ci resto male. Mi ha fatto intendere di essere interessata a me (e me lo hanno detto anche degli amici) ma siamo sempre fermi al punto di partenza. Io sarei il suo primo ragazzo (stando a quello che lei dice) e vorrei darle tanto amore, e l'ultima cosa che vorrei sarebbe farla soffrire.

Ma come faccio a farglielo capire??

Tu che te ne intendi di universo femminile, come si fa a convincere una ragazza che sono interessato a lei, che non voglio prenderla in giro e che la apprezzo molto nonostante la differenza di età?

Non vorrei perderla... ci tengo moltissimo!!!

Se mi aiuterai ti sarò eternamente grato.

Caro Vincenzo,

il mondo dello spettacolo ci propone con sempre maggiore frequenza coppie in cui lui fa da babbo/zio a ragazze fisicamente procaci e piene di quel fascino speciale che contraddistingue l’immaturità (Basti pensare a Woody Allen con la sua figliastra, a Micheal Douglas, a Moravia). Anche artisti e poeti non sono stati insensibili al piacere della giovinezza. Balthus scriveva "Le ragazzine sono degli esseri sacri, divini, angelici", mentre Leopardi nello Zibaldone aggiungeva che fra tutte le età della donna, i diciotto anni sono i più struggenti e sensuali.

Innamorarsi di una 17enne significa sposare la precarietà, l'altalena degli affetti, la fugacità delle emozioni, il senso del possesso labile: credi di stringerle invece sono solo vento che ti sfiora, ti stuzzica e cambia direzione... Credi di possederle e sono come acqua che ti scivola via dall'incavo della mano... Le guardi negli occhi, ti amano un attimo, poi si confondono con i mille occhi azzurri del torrentello che luccica, ti occhieggia, ti abbaglia e scorre via...

Ebbene sì, Vincenzo, innamorarsi di un'adolescente significa innamorarsi della poesia della vita, accettarne le sue mille ambiguità, aspettarsi tutto e niente, camminare su fil di lana. Se ti senti attratto dal "divenire", allora amala, senza pressioni, senza attese, senza rimproveri, senza gelosie. Le adolescenti a volte fanno male, senza volerlo, come le bambine che cambiano giocattolo per la curiosità di scoprire, per l'inesauribile voglia di nuovi giochi, perché sono quelli i loro bisogni, quelle le loro tappe per maturare. Tu vuoi diventare il più caro dei suoi giocattoli? Se sì, non competere mai con gli altri, non romperglieli, non denigrarglieli, insomma, ESSICI SEMPRE, nonostante tutto.

Maria Chiara Passera

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