Suicidio e l'amore con la
lolita
Due lettere legate a
tematiche di stringente attualità: il suicidio di una
adolescente che si è gettata dalla finestra di una scuola di
Vicenza e le coppie a marcata differenza di età
Caro Nautilus,
sono rimasta colpita dal suicidio di una
liceale dal bagno della scuola e poiché questi gesti sono
abbastanza diffusi fra gli adolescenti e psichiatri,
psicologi, sociologi sono sempre più inclini ad attribuire
responsabilità a largo raggio a famiglie troppo permissive, a
cattive compagnie, alla società in generale, vorrei sapere da
te, che sembri giovane, cosa ne pensi. Perché a 15 anni ci si
butta dal bagno di una scuola?
Fede72
Cara Fede,
hai ragione, non appena succede qualcosa di anomalo, la tv, i
giornali intervistano lo psichiatra di turno che, in genere,
se la cava facendo qualche disquisizione sulla fragilità degli
adolescenti, sulla debolezza di genitori che si atteggiano
sempre più ad amici e fratelli, sulla mancanza di credibilità
della scuola o sui condizionamenti del branco. Così tutto si
motiva e si giustifica con una bella colpevolizzazione
collettiva. Nessuno però pone l’accento sulle responsabilità
individuali dei propri gesti, nessuno richiama certe teorie
mediche secondo le quali il suicidio sarebbe legato a
un’anomalia celebrale e tanti sembrano dimenticare che
nell’Ottocento, seppur con padri e madri "cerberi" e con
maestri da brivido, era diffusa la tendenza alla soppressione
di se stesso. Il povero Jacopo Ortis era infatti in buona
compagnia perché sappiamo che allora tanti adolescenti come
lui prendevano a esempio i gesti estremi tipici dell’eroe
romantico.
E che dire dei piccoli samurai? Avevano
forse genitori permissivi o maestri inetti? Per non parlare
dei giovani kamikaze disposti a tutto. È vero, per una certa
cultura è forse più onorevole buttarsi con un aereo che dal
gabinetto di una scuola, ambiente quanto mai sordido. Di
solito nel bagno si scappa pur di sottrarsi all’indole
assassina di certi prof. durante le interrogazioni, ma solo
raramente si scappa dal bagno per sottrarsi a se stessi e
quando si cede vuol dire che in quei momenti uno si sente
talmente in simbiosi con l’ambiente fetido che lo circonda da
non poterne più. E allora si butta, piccolo, povero kamikaze
senza un Allah ad attenderlo, senza un Paradiso fatto di fiumi
di ambrosia. Tutti i suoi perché se li porta nel volo e li
fracassa con i suoi organi su un selciato qualunque. Credo che
psichiatri, esperti, cronisti in cerca di scoop, gente comune
come noi, farebbe bene a non indagare troppo sui perché di una
morte voluta, a lasciare fuori i luoghi comuni e a limitarsi a
sperare in silenzio che anche questi piccoli Icaro abbiano
raggiunto comunque un loro sole.
VINCENZO: all'ombra delle
fanciulle in fiore
Caro Nautilus,
sono Vincenzo e ho 34 anni. Ho da poco
conosciuto una ragazza grazie ad un mio amico e abbiamo
iniziato a frequentarci sia da soli che in compagnia. Ti dico
subito che è molto bella e intelligente e, anche se ci
conosciamo solo da qualche settimana, posso dire che mi piace
molto.
Lei è più giovane di me... ha 17 anni, ma
l'età non è importante (almeno per me... non so bene cosa ne
pensi lei).
Il mio problema consiste nel fatto che non
so bene su che livello stia il nostro rapporto. A volte è
dolce, a volte è intrattabile e mi fa soffrire coi suoi
cambiamenti improvvisi di umore; io non ci capisco niente e ci
resto male. Mi ha fatto intendere di essere interessata a me
(e me lo hanno detto anche degli amici) ma siamo sempre fermi
al punto di partenza. Io sarei il suo primo ragazzo (stando a
quello che lei dice) e vorrei darle tanto amore, e l'ultima
cosa che vorrei sarebbe farla soffrire.
Ma come faccio a farglielo capire??
Tu che te ne intendi di universo femminile,
come si fa a convincere una ragazza che sono interessato a
lei, che non voglio prenderla in giro e che la apprezzo molto
nonostante la differenza di età?
Non vorrei perderla... ci tengo moltissimo!!!
Se mi aiuterai ti sarò eternamente grato.
Caro Vincenzo,
il mondo dello spettacolo ci propone con
sempre maggiore frequenza coppie in cui lui fa da babbo/zio a
ragazze fisicamente procaci e piene di quel fascino speciale
che contraddistingue l’immaturità (Basti pensare a Woody Allen
con la sua figliastra, a Micheal Douglas, a Moravia). Anche
artisti e poeti non sono stati insensibili al piacere della
giovinezza. Balthus scriveva "Le ragazzine sono degli esseri
sacri, divini, angelici", mentre Leopardi nello Zibaldone
aggiungeva che fra tutte le età della donna, i diciotto anni
sono i più struggenti e sensuali.
Innamorarsi di una 17enne significa sposare
la precarietà, l'altalena degli affetti, la fugacità delle
emozioni, il senso del possesso labile: credi di stringerle
invece sono solo vento che ti sfiora, ti stuzzica e cambia
direzione... Credi di possederle e sono come acqua che ti
scivola via dall'incavo della mano... Le guardi negli occhi,
ti amano un attimo, poi si confondono con i mille occhi
azzurri del torrentello che luccica, ti occhieggia, ti
abbaglia e scorre via...
Ebbene sì, Vincenzo, innamorarsi di
un'adolescente significa innamorarsi della poesia della vita,
accettarne le sue mille ambiguità, aspettarsi tutto e niente,
camminare su fil di lana. Se ti senti attratto dal "divenire",
allora amala, senza pressioni, senza attese, senza rimproveri,
senza gelosie. Le adolescenti a volte fanno male, senza
volerlo, come le bambine che cambiano giocattolo per la
curiosità di scoprire, per l'inesauribile voglia di nuovi
giochi, perché sono quelli i loro bisogni, quelle le loro
tappe per maturare. Tu vuoi diventare il più caro dei suoi
giocattoli? Se sì, non competere mai con gli altri, non
romperglieli, non denigrarglieli, insomma, ESSICI SEMPRE,
nonostante tutto.
Maria Chiara Passera