Eccolo
lo Hugh Grant del Duemila: un attore serio e maturo che
dopo Il diario di Bridget Jones e Notting Hill centra
un’altra pellicola originale e moderna tratta dal
fortunato romanzo di Nick Hornby, About a boy – un
ragazzo. Si tratta dell’adattamento del celebre
romanzo di Nick Hornby del 1998, che ha venduto più di un
milione di copie soltanto nel Regno Unito e ha conquistato
il primo posto nelle classifiche inglesi dei libri più
venduti, seguito all’adattamento che Stephen Frears e
John Cusack hanno dato di Alta Fedeltà. Messa da
parte l’ingombrante e sensuale ex fidanzata, Grant dà
vita ad un nuovo personaggio sgradevole e originale,
dotato di un ottimo senso dell’umorismo e alla ricerca
di un puro e pieno edonismo, diretto da Paul Weitz &
Chris Weitz (American Pie).
Hugh
Grant è Will, un londinese alla moda di trentotto anni.
Ricco, single e senza figli, passa le sue giornate a fare
il figo, a evitare ogni responsabilità e a conoscere
nuove ragazze. Dopo una breve relazione con una madre single,
Will scopre che gli incontri dei gruppi di auto-aiuto per
genitori single sono un’eccellente riserva di caccia.
Fingendo di essere padre di un bambino di nome Ned,
comincia a frequentare le riunioni di un centro sociale e
incontra Susie. È determinato a sedurre la donna, ma il
suo piano trova un imprevisto ostacolo nel piccolo Marcus,
figlio di un’altra mamma single.
Marcus è uno strano ragazzino di 12 anni con problemi
di adattamento a casa e a scuola. La mamma hippy, Fiona
(Toni Collette), soffre di depressione. L’apparente
bizzarria del piccolo Marcus lo rende vittima degli
scherzi e delle prese in giro dei suoi compagni di scuola.
Il giorno in cui Will incontra Marcus, Fiona tenta il
suicidio e lui, che vorrebbe limitarsi a fare da
spettatore, viene coinvolto suo malgrado nella vita del
ragazzo che pensa di aver trovato chi può risolvere tutti
i suoi problemi. Dopo essere riuscito a farsi dare il
numero di telefono di Will da Susie, Marcus lo chiama per
chiedergli di portare lui e Fiona a pranzo fuori. Preso
com’è dal desiderio di sperimentare nuove situazioni,
Will accetta. Quel giorno Marcus si rende conto che Will e
Fiona non si sposeranno mai, ma riesce comunque a
trascinare l’uomo a casa loro e a costringerlo a sentire
la loro assurda versione di ‘Killing Me Softly’. Vorrebbe
scappare, ma non può. E il gioco in cui viene coinvolto
è molto superiore alle sue possibilità. Facendolo
confrontare con qualcosa di più solido di quanto avesse
mai pensato prima.
Hugh Grant era già stato scelto per il ruolo da
protagonista prima che i Weitz entrassero nel team di
produzione. L’attore aveva trovato il libro interessante
e divertente e aveva preso in considerazione l’idea di
acquistarne i diritti per la Simian, la società di
produzione di sua proprietà. La Tribeca ha accolto con
grande piacere la notizia che Hugh voleva interpretare il
ruolo di Will e l’attore ha firmato un contratto sin
dalla prima fase di sviluppo del progetto. In un primo
tempo Hugh è rimasto sorpreso nell’apprendere che i
Weitz avevano intenzione di dirigere il film. "Nessuno
fa sesso con uno sformato nel nostro film…" è
stata la prima reazione dell’attore che ha ricordato
così la scena piu’ famosa di American Pie. Alla
fine, però, anche Hugh Grant si è ricreduto subito dopo
averli incontrati. Anche l’idea di lavorare con due
registi lo convinceva poco: "Ho un fratello e non
potrei mai dirigere un film insieme a lui. Ci uccideremmo
in meno di una settimana, ma Paul e Chris… hanno un
rapporto professionale incredibile". Hugh ha
partecipato con entusiasmo alla stesura della
sceneggiatura e i registi riconoscono che il suo
contributo è stato estremamente utile.
Il personaggio di Will ha consentito all’attore di
giocare con alcuni aspetti del proprio carattere – come
aveva già fatto con successo in Il diario di Bridget
Jones – e di discostarsi ulteriormente dalla figura
di eroe romantico e tenero che lo ha reso tanto famoso.
Molti gli aspetti del progetto che hanno attirato l’interesse
di Hugh Grant: "Si tratta di una storia forte e
nel contempo divertente e mi ha dato la possibilità di
cambiare personaggio". A dispetto di alcune scene
e dialoghi comici, i personaggi principali vivono comunque
situazioni alquanto difficili e tutto sommato tristi. Hugh
osserva: "La buona comicità ha sempre un una base
drammatica; nel film abbiamo sempre cercato di compensare
gli elementi di tristezza, in particolare certi aspetti
della vita del ragazzo, con momenti più brillanti e
leggeri".