E’
un vecchio amico che – complice anche la canzone di
Edoardo Bennato – ci accompagna durante le varie età
della vita. Questo mese, nel giro di una manciata di ore,
Peter Pan tornerà ad essere parte integrante della nostra
vita e – magari – di quella dei nostri figli. Mentre l’originale
del 1953 arriva in videocassetta e Dvd, un seguito
divertente e divertito arriva nelle sale cinematografiche
del nostro paese con una nuova avventura di cui sarà
protagonista non più la Wendy della nostra infanzia, ma
sua figlia Jane. Peter Pan 2 – Ritorno all’Isola
che non c’è racconta un’altra storia di cui sono
protagonisti gli amici del passato: Peter Pan,
Campanellino, i bimbi sperduti, Capitan Uncino, Spugna.
Mentre
il Sambernardo Nana è stata sostituita da Nana 2, il
coccodrillo ha lasciato il posto ad una piovra che non è
altrettanto carismatica. Una favola dai toni contrastanti
che descrive l’importanza della fantasia anche nei
momenti peggiori: Jane è una ragazzina che non riesce a
credere ai racconti della mamma perché tanto depressa
dalla tragica situazione della Guerra Lampo mossa da
Hitler e dai bombardamenti che infuriano su Londra. Jane
dovrà però affrontare le sue paure nel momento in cui
verrà erroneamente rapita e portata sull’"Isola
che non c’è" da Capitano Uncino in persona. Peter
Pan la salva dalle grinfie dei pirati e cerca di mostrarle
le meraviglie dell’"Isola che non c’è"; tuttavia
Jane vuole solo poter ritornare alla realtà della sua
casa. Sfortunatamente per lei sarà costretta a volare se
vuole tornare indietro e per volare ci deve credere.
Toccherà a Peter Pan, Campanellino e ai Bimbi Sperduti
aiutare Jane a riscoprire quel senso di gioia e meraviglia
tipico dell’infanzia, mentre Jane solo dentro di sé
può trovare il modo di credere nella magia.
In
questo senso è molto intrigante il confronto tra la madre
e la figlia: malgrado sia diventata una donna, dalla sua
ultima visita all’"Isola che non c’è",
Wendy conserva molte delle qualità della ragazzina che
era. Anche se è passato del tempo da quando era in
contatto con quel mondo magico, Wendy non ha mai smesso di
credere nella magia. Si è rifiutata di lasciar svanire lo
"Spirito Giovanile", che ha infatti cercato di
infondere ai suoi figli, principalmente attraverso
fantasiose storie che racconta loro la sera, prima che si
addormentino. Il piccolo Danny è affascinato dai suoi
racconti ma Jane non si lascia conquistare ma il suo
desiderio più grande è proprio quello di riuscire a
farla credere nel potere della fantasia. Wendy crede
ancora nella magia, in Peter Pan e che tutto possa essere
possibile. È davvero ironico che lei, donna adulta, abbia
conservato queste convinzioni, mentre sua figlia, una
ragazzina, sia invece terribilmente seria e pratica. Un
contrasto avvincente per un film
più spettacolare dell’originale che pur non riuscendo
– nonostante gli sforzi - ad avere la stessa intensità,
conquista lo spettatore per il suo senso di omaggio al
passato. Emozionante la sequenza del rapimento di Jane da
parte dell’incorreggibile Capitan Uncino.