Vai al numero precedenteVai alla prima paginaVai al numero successivo

Vai alla pagina precedenteVai alla prima pagina dell'argomentoVai alla pagina successiva

Vai all'indice del numero precedenteVai all'indice di questo numeroVai all'indice del numero successivo
Scrivi alla Redazione di NautilusEntra  in Info, Gerenza, Aiuto
 
redarrowleft.GIF (53 byte) Cinema Ottobre-Novembre 2002

Robin Williams e la schizofrenia legalizzata

Intervistare Robin Williams è sempre straordinario. Ogni volta – per ogni film – riesce a dire cose straordinarie, imitando decine di personaggi: da Barbara Bush a Groucho Marx, da Bill Clinton a Berlusconi di cui non è affatto un fan. Ma qualcosa è cambiato nella carriera di questo attore comico che ha vinto l’Oscar per un film drammatico: Will Hunting di Gus Van Saint. Il professore de L’attimo fuggente, il deejay insubordinato di Good Morning Vietnam, lo scienziato addolorato di Will Hunting – genio ribelle (interpretazione che gli è valsa un premio Oscar), il papà travestito per forza di Mrs. Doubtfire, le sue partecipazioni amichevoli a film come Le avventure del barone di Munchausen di Terry Gilliam, lo hanno reso agli occhi del mondo uno dei pochi comici in grado di interpretare ruoli drammatici ed essere preso sul serio. Adesso lo vediamo nei panni di due maniaci in One Hour Photo di Mark Romanek e Insomnia di Christopher Nolan.

Il protagonista di One Hour Photo sembra il prodotto della società contemporanea e della sua solitudine e della sua violenza…

Sì, credo anch'io. Chi ha subito durante l'infanzia, violenze o abusi sessuali, tende a riprodurre il ciclo quando poi diventa adulto e ad avere una personalità quantomeno disturbata senza diventare un vero e proprio violentatore. Qui non si tratta di una giustificazione o di una semplice spiegazione. E’ solo causa ed effetto. Anche uno psicologo sa bene che è difficile spezzare il ciclo della violenza e arrivare all’anima di queste persone. Terapie severe come quelle di dare shock elettrici quando queste persone avvertono un certo impulso non sono servite mai a nulla.

Lei ha superato i cinquant’anni. E’ per questo motivo che ha scelto di esplorare ruoli più oscuri…

No, semplicemente non arrivavano, perché i registi non vedevano in me queste potenzialità. Ho avuto la possibilità di interpretare un ruolo simile a quelli di One Hour Photo e Insomnia in un film di Kenneth Branagh intitolato L'altro delitto, e un altro personaggio negativo, un dinamitardo nella versione de L’agente segreto tratto dal romanzo di Joseph Conrad. Credo che comunque i cattivi non siano tutti uguali, hanno in comune il fatto che hanno superato un confine però poi ognuno è cattivo a modo suo. In questo film Sy Parrish è violento ma non dà seguito alla sua violenza perché non riesce a portare fino in fondo quello che avrebbe desiderato fare.

Groucho Marx diceva che quando un attore comico vuole prendersi una vacanza, va in teatro a fare un dramma. Lei di vacanze dalla commedia ne sta prendendo molte come One Hour Photo e Insomnia. E’ questo il suo futuro come attore? Il dramma?

Le mie vacanze preferite sono in bicicletta. Al cinema non si può proprio parlare di vacanza. Qualche personaggio storico potrebbe essere divertente…Napoleone? Barbara Bush? Mi sembra un po’ Lucrezia Borgia in Texas! Lasciamo stare.credo che questi ruoli un po’ disturbati mi danno la possibilità di scandagliare l'animo umano e possono essere utili anche a chi li guarda per comprendere aspetti nascosti, ecco spero di essere utile in qualche modo interpretandoli, la psicologia umana mi affascina. Diciamo piuttosto che ho preso una vacanza dalla comicità. Adesso sono tornato a fare il comico in palcoscenico a teatro e con quello che succede in America oggi penso mi sembra davvero straordinario.

Perché ha scelto di interpretare un ruolo così duro come quello di One Hour Photo?

Innanzitutto perché era un personaggio affascinante, complesso e doloroso. Era molto importante farlo. Come per Ralph Fiennes in Red Dragon per noi attori è interessante rendere i personaggi peggiori dal punto di vista umano, senza dare di loro solo un’interpretazione mono dimensionale. La nostra responsabilità come cineasti era quella di rendere questo personaggio in maniera incolore e confrontarlo contro l’immagine di gioia e felicità di una famiglia che sembra uscita da un giornale patinato per quanto – in apparenza – è perfetta.   

In base a cosa sceglie i suoi copioni e cosa le dà il mestiere di attore?

Ho cinquantuno anni e cerco di fare quello che non ho fatto prima. La mia più grande gioia come attore è esplorare il comportamento umano. Nel caso di Insomnia e One hour photo anche del tipo negativo. Cerco di trovare qualcosa di sempre nuova. Tento di comprendere tutti gli aspetti della mente e della psicologia umana. Alle volte bisogna andare un po’ sopra le righe e altre rientrare nei ranghi. E’ qualcosa di molto terapeutico, una sorta di schizofrenia legalizzata. Puoi diventare qualcuno e poi tornare indietro. E’ come saltare un po’ di qua e un po’ di là. E’ una sorta di droga estatica senza pasticche…

Lei usa Internet?

Sì, mi piace molto: la considera come un sistema nervoso a livello mondiale. E sono sempre sorpreso dal fatto che puoi trovarvi le più grandi verità mescolate alle più grandi bugie. Così senza filtro. Il problema sta tutto nell’anonimato. A quante persone è capitato di pensare di stare chattando con una ventunenne bionda dell’Idaho, mentre in realtà chiacchieravano con un sessantenne barbuto di Brooklyn che – nella sua testa – pensa di essere una ragazza…sa perché molte parole nelle chat erotiche sono scritte male? Perché in molti usano una mano sola…

Perché vive a San Francisco e non a Hollywood?

Perché è una città né troppo piccola, né troppo grande, fatta di piccoli quartieri costituiti da realtà diverse. Puoi andare a piedi e non sei costretto a vivere in macchina come a Los Angeles. Puoi usare la bicicletta e vedere il mare. Io vivo vicino all’Oceano dove fa molto freddo e ci sono tanti squali. Sto a fianco del Golden Gate. Così se mi andasse male come attore so dove posso andare per suicidarmi.

In più San Francisco è una città piena di sorprese: vedi una vestita suora eppoi scopri – quando si gira - che è un tizio muscoloso con i baffi…

Lei è un ottimista?

Diciamo che sono un realista che quando sta con la sua famiglia o con le altre persone tende all’ottimismo, quando guarda le notizie alla CNN è molto pessimista.

m.s.

invia questo articolo a un amico
 

np99_riga_fondo.gif (72 byte)

                                           Copyright (c)1996 Ashmultimedia srl - All rights reserved