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redarrowleft.GIF (53 byte) Cinema Gennaio 2003

Belle e impossibili

Chiedono ruoli da protagoniste. Vogliono copioni scritti appositamente per le donne. E non accettano di sottomettersi al mondo maschile. Almeno così dicono le due giovani attrici di Passato prossimo, il film di Maria Sole Tognazzi. Che, soprattutto, credono ad un cinema fatto con passione e impegno

 

Diretto da Maria Sole Tognazzi, Passato prossimo è la storia di cinque amici, tra i 25 e 28 anni, che si incontrano in due momenti diversi della loro vita, in una villa fuori Roma. Durante due fine settimana: (uno estivo e uno invernale) si intrecciano con una serie di flashback, che raccontano il passato (in estate) e il presente (in inverno) dei cinque amici. Un gruppo di persone, quasi tutti aspiranti attori, che si ritrova per passare un weekend nella villa di campagna di Paola, che sta per essere venduta.

 

Nel cast del film – composto anche da Paola Cortellesi, Valentina Cervi, Ignazio Oliva, Pierfrancesco Favino e Claudio Santamaria – ci sono anche le due giovani bellezze del cinema italiano Alessia Barela e Francesa Figus che Nautilus ha incontrato in esclusiva in un’insolita intervista a tre…

 
Qual è il senso di una commedia corale per la vostra generazione di attori?
 

Alessia Barela – Innanzitutto è molto importante che gli sceneggiatori pensino a scrivere dei ruoli per le donne. Non ce ne sono molti, purtroppo, e poi è anche importante poter vedere film in cui i personaggi siano tanti. La verità è che non tutti i registi sono in grado di gestire delle storie corali e dei set…
Francesca Figus – Anche se neppure noi siamo stati del tutto gestibili durante le riprese…
 

Questa è una qualità!


Francesca Figus – Non saprei dirlo, penso che sia stato piuttosto divertente. Almeno per noi. Non so dire anche se Maria Sole la pensa come noi. Il fatto è che avendo più o meno tutti la stessa età siamo diventati quasi immediatamente molto amici.
 

La storia – dal vostro punto di vista – è credibile nel rappresentare la generazione di oggi di persone che hanno tra i 25 e i 35 anni?
 

Alessia Barela – Sì, assolutamente. Del resto è molto autobiografico.

Francesca Figus – Molto di quello che viene raccontato fa parte del vissuto di Maria Sole.
 

Spesso il cinema alle donne riserva l’ingrato compito di dovere interpretare sceneggiature con testi poco credibili e con frasi e situazioni tutt’altro che interessanti…
 

Alessia Barela – Non è questo il caso: il film è molto onesto. E’ una storia plausibile con personaggi reali. Incluse le donne.
Francesca Figus –
E’ un film realista che senza presunzione cerca di affrontare la realtà seguendo un punto di vista molto interessante. Quello che conta davvero è il rispetto per il pubblico non solo al cinema, ma anche in teatro. Noi come interpreti cerchiamo di affrontare il ruolo al meglio partendo da una sceneggiatura in cui crediamo o in cui – perlomeno – tentiamo di credere.
Alessia Barela –
Il problema è non restare offesi – come spesso capita – da quello che vedi al cinema quando ti trovi dinanzi a film realizzati senza passione e raccontati senza interesse
Francesca Figus – Purtroppo in Italia è pressoché impossibile vedere un film come quello di François Ozon Otto donne e un mistero. Pur di interpretare una pellicola del genere sarei letteralmente impazzita. Otto donne con altrettanti personaggi meravigliosi è il sogno di qualsiasi attrice.
 

Qual è il vero limite per non accettare un personaggio e un film: il nudo, il sesso?
 

Francesca Figus –  La sottomissione incondizionata ad un uomo.
Alessia Barela - 
In teatro si chiama “La tinca”: ovvero quei personaggi che non hanno né una storia, né un’evoluzione e servono solo a raccontare la vita di un altro. Quello è davvero molto frustrante. Brillare di luce riflessa è davvero tremendo e a me non piace. Per il resto i ruoli da poveraccia, stronza, simpatica o antipatica non mi dispiacciono. Il problema è che lì non c’è una storia, né un lavoro da farci su. Apparire non è importante, l’importante è divertirsi mentre reciti.

m.s.

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