Ciampi festeggia gli 82 anni al
Quirinale davanti ad attori e registi
italiani. E così come pretende da
governo e Parlamento anche al mondo
della celluloide chiede di non tradire
la memoria storica dell’Italia
Era
già capitato a John Kennedy di sentirsi
cantare “tanti auguri” da una diva come
Marilyn Monroe. Un happening
storico cui non ha nulla da invidiare il
canto spontaneo in onore degli 82 anni
del presidente della Repubblica
Carlo
Azeglio Ciampi levatosi da attrici come
Francesca
Neri, Margherita Buy, Stefania Sandrelli,
Maria Grazia Cucinotta, Ornella Muti,
Laura Morante e Claudia Cardinale
riunitesi al Quirinale insieme a molti
tra registi, produttori e attori in
occasione dei Premi De Sica 2002.
“Quando
ci siamo visti l’ultima volta in
occasione dei David di Donatello – ha
detto il Capo dello Stato - eravamo
preoccupati dal calo degli spettatori
nelle sale cinematografiche del nostro
Paese e dalla difficile presenza dei
nostri film sul mercato nazionale. Mi
sembra che oggi si possano registrare
dei cambiamenti e un’inversione di
tendenza”. Soprattutto la presenza degli
spettatori è un tema che Ciampi
considera molto importante: “Le
multisale hanno contribuito
positivamente nel favorire una
presenza
crescente dei giovani nelle sale
cinematografiche. Un dato molto
importante che mi fa piacere”. Ciampi,
ha detto di essersi sentito molto
orgoglioso per i complimenti ricevuti
dal regista Martin Scorsese sulla
professionalità dei nostri tecnici
durante la lavorazione del suo ultimo
film a Cinecittà ed è tornato poi sulla
questione della conservazione della
memoria storica italiana anche
attraverso il cinema: “Torno ad
invitarvi a cercare di trovare soggetti
nella nostra storia in modo che questa
diventi non solo testimonianza del
passato, ma ricerca nelle nostre radici
dei valori del futuro. Come nel caso del
film El Alamein che al di là
della battaglia ha proposto un momento
esemplificativo del sentimento della
nazione italiana”. Un elogio che ha reso
molto felice il produttore del film
Riccardo Tozzi:”Queste parole sono un
premio alla nostra idea di quanto sia
stato giusto realizzare quel film,
restituendo al paese la storia nella sua
interezza, facendola finita con la
rimozione dovuta all’ideologia e al
pregiudizio. E’ un premio a tutti noi e
in particolare al regista Enzo
Monteleone”.
Le
parole di Ciampi trovano d’accordo
Fabrizio Gifuni, uno dei giovani attori
italiani più impegnati, che – appena
insignito del Premio De Sica – dice:
“L’importante è che la storia mantenga
dei punti fermi e non venga riscritta.
Una considerazione valida per sia la
storiografia, che per il cinema. La
Repubblica nasce dall’antifascismo e
dalla resistenza: il resto serve a
creare un clima nuovo”. Mario Pescante,
sottosegretario ai Beni culturali
esprime a tal proposito un certo
rammarico: “La difficoltà del nostro
cinema nel raccontare la storia deriva
dal confronto con l’industria nord
americana che ha altri modi e ritmi. I
giovani di oggi conoscono poco vicende
di cui quasi – in passato – ci si è
vergognati”. Il regista Gabriele
Salvatores,
vincitore
di un Oscar per
Mediterraneo
scritto
da Monteleone aggiunge: “Sono molto
felice delle parole di Ciampi che
premiano un bel film. Mi domando solo
come mai Enzo non sia tra i premiati di
questa mattina”. Un quesito cui risponde
subito Gianluigi Rondi, presidente del
premio intitolato a Vittorio De Sica:
“Quest’anno abbiamo preferito premiare
i registi e non gli sceneggiatori.
Monteleone come regista ha diretto pochi
film. Come sceneggiatore ha scritto
lavori decisamente splendidi. Penso che
l’anno prossimo sarà certamente inserito
nella lista dei premiati”. Mentre il
riconoscimento intitolato a De Sica è
solo rimandato per l’autore di El
Alamein, l’attenzione della massima
carica dello Stato nei confronti del
cinema è molto presente: “Ciampi segue
il cinema da vicino e non solo come
forma d’arte e di intrattenimento –
spiega Rondi – Con proiezioni private,
incontrando autori e membri
dell’industria”. Un premio “utile”,
quindi, il Vittorio De Sica? “Sì, perché
diventa un’occasione per il Capo dello
Stato di scambiare opinioni e pareri con
il mondo del cinema in tutte le sue
espressioni”.
m.s.
invia questo articolo a un amico