Messa di
Nostre Dame
Guillaume de Machault, Messe de Nostre Dame,
Ensamble Gilles Binchois, dir. Dominique
Vellard – Cantus
Personalità
di spicco tra i musicisti francesi del
secolo XIV, Guillaume de Machault –
ecclesiastico, nonché musicista e poeta
medioevale, in servizio presso varie corti
d’Europa: in primis la Francia – è il
primo autore ad avere composto in forma
polifonica il ciclo completo dell’Ordinarium
della messa, giusto nella Messe de
Nostre Dame. Tale opera per quattro
voci, scritta verso la metà del trecento, si
suddivide in sei sezioni (Kyrie,
Gloria, Credo, Sanctus,
Agnus, Ite). Quattro parti della
composizione sono strutturate seguendo lo
stile del cosiddetto mottetto isoritmico (l’isoritmia
stabiliva ritmo e tempo musicali riferendosi
a rigidi principi matematici), dissimilmente
dal Gloria e dal Credo,
realizzate – a parte l’Amen di quest’ultimo
– in contrappunto omoritmico. Come ha
sottolineato Armand Machabey, peculiarità di
questa partitura è l’essere caratterizzata
dalla presenza di due motivi, che si
potrebbero in un certo qual senso ritenere
motivi conduttori, in quanto, apparendo già
nella prima sezione, si ritrovano – sia pure
leggermente modificati – in ogni altra parte
della Messa. Pure se non si può affermare
senza forzature, come hanno fatto alcuni
musicologi, che la polifonia della Messe
preannuncia già lo stile corale di J. S.
Bach, resta che la composizione di Machaut è
senza alcun dubbio un opera di grande
respiro per l’omogeneità di ispirazione,
l’originalità e il magistero
tecnico-compositivo del Nostro, il quale con
la Messe de Nostre Dame raggiunge
forse la vetta espressiva più elevata di
tutta quanta l’ars nova francese.
Tutta
giocata su un continuum discreto di
variazioni/ripetizioni, la musica della
Messe, dal fascino discreto, dà luogo a una
struttura ritmico-melodica singolarmente
complessa che più di un critico ha accostato
alle atmosfere rarefatte e composite della
musica dodecafonica. Vera e propria
cattedrale sonora, quest’opera non tanto
deve il suo prestigio alla veemenza corale
ma all’intelligenza della sua misura, alla
spiritualità del suo afflato, alla sonorità
rarefatta e quasi metafisica. Sonorità ed
equilibrio che l’Ensamble Gilles Binchois,
diretta da uno straordinario Dominique
Vellard, rende fruibile – attraverso una
realizzazione davvero encomiabile che sfiora
l’eccellenza esecutiva –un capolavoro non
solo dell’età medioevale ma dell’intera
storia della musica d’Occidente.
invia questo articolo a un amico
|