DONNE
NELL’ARTE
Laura
Balzelli. Sculture d’oro
L’attività
della scultrice Laura Balzelli, pittrice,
disegnatrice si pone in una particolare
nicchia espressiva, dato che, ormai da
diversi anni, sviluppa la sua creatività
alla lavorazione dei metalli pregiati ai
quali però associa spesso anche altri
materiali la cui preziosità non risiede nel
costo ma nel valore intrinseco della forma,
della loro storia spesso molto remota, della
loro appartenenza al mondo misterioso e
casuale della natura. Si tratta di pezzi di
legno antichi, di frammenti di altri
oggetti, di foglie, di conchiglie, di
fossili utilizzati per far deflagrare
l’automatismo del “mestiere” e dimostrare
che il determinismo delle regole e delle
norme operative ha bisogno anche
dell’imprevedibilità della forma naturale
che imprime una spinta verso
l’improvvisazione.
Addirittura
l’artista è disposta ad accogliere come
utile all’evoluzione della sua scultura un
“errore” procedurale tecnico che instauri
con lei un nuovo colloquio e suggerisca
nuove invenzioni. E’ per questo motivo che
la Balzelli apre molto spesso anche all’uso
di materiali apparentemente incompatibili,
per la loro effimera e delicata caducità,
con la durezza delle pietre e la rigidità
dell’oro raffreddato con le quali intessono
un rapporto dialettico. Si tratta di foglie
di ginko, di semi di iris barbata, di
capsule di alchechengio, di petali di
buganvillea e persino di cartapesta.
Un altro
sistema duale che volentieri l’artista
costruisce è tra le forme definitive del
metallo forgiato, delle pietre
preziose
tagliate e incise o delle perle barocche e
quelle ancora vive e mutevoli dei legni masai, delle lacche cinesi, delle corna,
degli ossi, dei carapaci, delle ambre
azzurre: materiali ancora biologicamente
capaci di cambiare consistenza al variare
della temperatura e a contatto dell’acqua.
L’apprezzamento per i suoi lavori viene dal
Giappone e dagli Stati Uniti e naturalmente
dall’Italia con l’invito a partecipare a
mostre come quella del museo Correr, a
Venezia “Oro di Venezia. Splendori
dell’oreficeria veneta dal Medioevo ai
giorni nostri” o del “Cantiere delle Arti” a
Siracusa sedi in cui la sua ricerca è
particolarmente evidenziata per la
determinazione curiosa e cosmopolita con cui
riesce a creare nuove forme, ma anche per
inventare, o rifondare strategie già in uso,
indispensabili al funzionamento tecnico
degli oggetti che realizza che divengono
perciò eccezionali e assoluti pezzi unici.
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