Il fisco funziona.
Allora smantelliamolo
Un sistema integrato. Fatto
di controlli incrociati e affidati a
specialisti. Era il piano anti-evasione del
ministero delle Finanze che fino a due anni
fa sembrava dare i suoi frutti. Ora il
Governo lo ha demolito, sostituendolo con i
condoni. Che hanno l’effetto opposto. Cioè
favorire furbizie e illeciti. Perché così è
come dire che lo Stato non c’è più
Tutti sanno che la principale
piaga italiana è da sempre l’evasione, il
“nero”, che ha una dimensione non
paragonabile a nessun paese occidentale. Già
da molti anni nell’ambito del ministero
delle Finanze è stato tracciato un progetto
che aveva lo scopo di stringere il cerchio
attorno all’evasione, recuperando risorse
sia fiscali che previdenziali e frenando
questa grave forma di concorrenza sleale.
Il sistema si basava su
alcuni presupposti:
1)
togliere il
controllo delle dichiarazioni fiscali allo
Stato incapace di controlli capillari troppo
onerosi, demandando ad intermediari fiscali
la certificazione della regolarità delle
dichiarazioni inviate all’Agenzia delle
Entrate;
2)
concentrare
sugli apparati statali controlli “di
sistema” quali confronti sistematici tra
dichiarazioni di soggetti diversi e tra loro
collegati, confronti con gli studi ed i
parametri di settore, controlli sui
movimenti finanziari e valutari;
3)
creare uffici
altamente specializzati di tecnici alle
dipendenze dei ministeri (Finanza e Lavoro),
capaci di effettuare quegli interventi
necessari per scoprire l’evasione totale ed
i suoi collegamenti.
Sono state date specifiche
deleghe agli Ordini professionali, sono
stati creati i Centri di assistenza fiscale
per le persone fisiche (Caf persone fisiche)
ed i Centri di assistenza fiscale per le
società non assoggettate al controllo dei
revisori contabili ed alla certificazione
obbligatoria del Bilancio (Caf imprese). Si
trattava quindi di un vero e proprio sistema
integrato che negli ultimi anni stava dando
i suoi frutti, riducendo al minimo
l’evasione delle persone fisiche e
intaccando lo zoccolo duro del sommerso.
Improvvisamente, negli ultimi due anni, si è
invertita la tendenza e si è cambiato rotta,
affondando totalmente la certificazione
fiscale delle imprese e sostituendo i
controlli con una raffica di condoni e con
il concordato fiscale preventivo.
Non a caso l’emersione del
sommerso è finita in cifre ridicole
chiudendo un flusso finanziario che stava
diventando molto significativo e
continuativo nel tempo, proprio il contrario
di quanto avviene con i condoni. Non
parliamo ovviamente delle norme sul falso in
bilancio, sulla semplificazione degli
adempimenti, di cui si è discusso fino alla
noia da più parti.
Oggi il comparto degli
operatori di settore è in grande confusione
e non sa cosa fare, sbeffeggiato da quanti
hanno evaso “alla grande” e che oggi sono in
regola con quattro soldi (vedi Scudo
Fiscale). Anche la terminologia usata è,
secondo noi, studiata ad arte per far
sembrare cose diverse da quelle che sono:
Scudo Fiscale, Concordato Preventivo, ecc.
non sembrano ciò che sono: la totale
sconfitta dello Stato di fronte agli
evasori.
Che cosa possiamo vedere
all’orizzonte? Certamente un quadro fosco,
nel quale un sistema è stato smantellato e
sostituito con niente (i condoni sono
tecnicamente un non-sistema) e lo Stato è
sempre più in balia di furbi e ladri.
Per il nostro e per il bene
di tutti speriamo ovviamente di sbagliarci
clamorosamente e di essere smentiti nel
prosieguo dell’azione di Governo.
Gustavo Minetti
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