Il mondo del MotoGp
attende l’anno nuovo per avere una parziale risposta ai mille
interrogativi sorti dopo il burrascoso addio di Valentino Rossi
alla Honda con approdo in quel di Iwata, in casa Yamaha. In
attesa delle prove ufficiali si dice che Vale abbia già provato
in segreto all'inizio di dicembre la 4 tempi dell'acerrima
nemica di sempre
Alle
smentite durante la stagione, al segreto più scottante degli
ultimi dieci anni di mondiale, in gran parte segreto solo per la
HRC, è seguita la conferenza stampa che tutti attendevano dopo
la fine dell’ultima gara, un incontro con i giornalisti dove la
Honda salutava Valentino quasi in modo caloroso, aggettivo che
dobbiamo doverosamente rapportare al "modus operandi" non
proprio latino dei dirigenti nipponici.
Pochi giorni dopo ecco
l’annuncio ufficiale di Yamaha di aver ingaggiato il
penta-campione del mondo tavulliese e, con esso, la richiesta di
svincolarlo dal contratto che gli impone di essere pilota Honda
fino al 31 dicembre 2003, quindi impossibilitato alla guida di
qualsivoglia altra moto nei test invernali.
Nello scambio di cortesie,
celato ma non troppo, l’affare Barros, con il pilota brasiliano
che doveva lasciare appunto la Yamaha per prendere possesso del
posto lasciato vacante da Rossi in Honda, con buona pace del
milione e mezzo poco più di dollari da pagare come penale allo
sponsor, con il quale i vertici di Iwata avrebbero messo una
buona parola.
"Tu fai un favore a me ed
io ne faccio uno a te….".
Tutto semplice quindi,
invece no!
I conti con le apparenze
in oriente si fanno appena ci si alza al mattino.
Se una risposta negativa
ad una ipotetica telefonata di ricerca verso una persona,
anziché recitare un semplice "no, non è in casa" si può
letteralmente tradurre dal giapponese con questa forma di
cortesia "l’ipotesi da Lei formulata di trovare presente chi da
Lei ricercato purtroppo non si è verificata…", immaginiamo cosa
possa significare l’affronto perpetrato da Rossi alla casa
motociclistica più potente della terra!
Davanti al mondo che
attende di vedere "il Vale" in sella alla vituperata creatura
dei tre diapason, Honda risponde con un inchino ed un "no
grazie, non vogliamo dare un vantaggio agli avversari".
Durezza di facile
comprensione quindi, ma atipica se si pensa all’anno scorso
quando lo scambio Biaggi-Barros avvenne appena dopo la fine del
campionato e ad altri esempi del recente passato dove, tra i due
maggiori produttori giapponesi, il fair-play era di prassi.
Una sorta di "autorete" se
al diniego motivato da legittimità competitiva, accostiamo la
baldanza dei vertici HRC nel ritenere la propria moto vincente
anche con un "qualsiasi pilota giapponese sconosciuto",
dichiarazione del capo dei capi Kanazawa di qualche settimana
prima.
Honda è convinta di avere
la moto vincente tout-court: perché allora negare il test Yamaha
a Rossi motivandolo dalla paura di dare vantaggi alla squadra
diretta da Davide Brivio?
Se Honda ha dato
"focaccia", Yamaha comunque ha reso il "pane", tramite uno
scarno comunicato stampa nel quale si annunciava che Alex Barros
sarebbe rimasto a disposizione del team Gauloises Yamaha, avendo
egli firmato un contratto di due anni con la società Altadis che
possiede i diritti dei due principali sponsor leggibili sulle
carenature dell’M1.
Come dire:"ah sì? Allora
beccatevi questa!".
Il colpo più grosso in
questo scambio di vedute, corretto e legittimo, ma non proprio
vicino alla tradizione sportiva motociclistica, l’ha in ogni
caso accusato Honda, la quale ha perso in un solo momento il
talento di punta del MotoGp, mezza squadra di suoi ex-tecnici
che l’ha seguito nella nuova avventura, e l’occasione di portare
a conclusione velocemente delle trattative per assicurarsi un
Barros che, finalmente privo di guai fisici, avrebbe garantito
un’alta competitività.
Paradossalmente la squadra
ufficiale HRC è in questo momento potenzialmente la più debole
di tutte le compagini che scenderanno in campo nel 2004 con
motorizzazione Honda!
E’ pur vero che
l’americano ex-compagno di team di Rossi, Nicky Haiden, ha
chiuso la stagione in netta ascesa e potrebbe essere sicuramente
uno dei candidati ai primi tre posti nel campionato 2004; è
sicuramente un fatto che a Tokyo potrebbero mettere una pietra
sopra ai dissidi della stagione 1998 e presentare Max Biaggi
come pilota sul quale puntare per vincere il titolo con ottime
probabilità di riuscita (scelta sulla quale qualsiasi altra
partecipante al mondiale non avrebbe pensato più di una volta);
è palese che Sete Gibernau a questo punto diventa uno dei
candidati alla vittoria finale dopo le performances del 2003.
E’
sotto gli occhi di tutti altresì, che in Honda c’è un vuoto
fisico e psicologico da colmare con un grande arrivo, un evento
non verificatosi per aver fatto la mossa sbagliata al momento
sbagliato, per puro orgoglio.
Personalmente però non
vedo ipotesi plausibile il susseguirsi di comportamenti
autolesionistici da parte di grandi esperti nel campo della
finanza e dell’industria, motivabili con eccessi emotivi:
volendola dire tutta, un così clamoroso danneggiamento pregresso
ad una sfida epica, il pilota più talentuoso contro la moto
migliore, avrebbe dell’imbarazzante.
Honda non è l’azienda che
conosciamo perché opera in questo modo: con tale conduzione non
sopravviverebbe a lungo neanche una pizzeria.
Provo così ad immaginare
uno scenario nel quale innestare alcune "indiscrezioni" raccolte
alla fine di Novembre.
Per tutti ufficialmente
Rossi potrà salire sulla Yamaha a gennaio, perché vincolato alla
Honda fino al 31 dicembre e perché il regolamento prevede
l’impossibilità di svolgere test invernali prima del 15 gennaio
2004; sapendo poi che quasi tutte le grandi case, Honda
compresa, hanno prenotato la pista malese di Sepang dal 16 al 19
gennaio e che Yamaha sicuramente vorrà evitare lo scontro
diretto da subito, probabilmente ha già prenotato a sua volta
test privati nello stesso luogo dal 20 gennaio.
Nel frattempo Barros stà
trattando privatamente con Altadis, esponendo la demotivazione
nel rimanere fedele al contratto, il timore nel gareggiare
ancora con la M1 che tante cadute gli ha procurato nel 2003 e
cercando aiuti per pagare la penale citata in precedenza.
Questo per l’opinione
pubblica.
Per un attimo invece mi
scopro a pensare che oltre a questa ci sia una strada diversa,
nella quale corre veloce e libero il buon senso e la praticità
negli affari, doti fondamentale per giungere ad un risultato
conveniente: Rossi prova la moto in segreto, intanto si lavora
per liberare dal contratto Barros.
Tanto la differenza
temporale è nell’ordine di 30 giorni circa e poco cambierebbe in
termini di svantaggi per entrambe; molto invece cambierebbe se
accadesse subito, in termini di vantaggi per entrambe.
Su questo mio ragionamento
provo ad innestare le voci, ovviamente indimostrabili, di un
test svoltosi tra il 30 novembre ed l’1 dicembre su di una pista
europea, test che ha visto protagonista una moto nera, priva di
stickers ed un pilota con tuta e casco anonimi che sembra abbia
fatto registrare tempi da record e un paio di fuori pista.
Un
indizio che qualcosa di strano stesse succedendo in quel
circuito è il fatto che gli accessi all’impianto fossero
bloccati in modo inusuale e perentorio; un altro è che qualcuno
ai giornali locali ha dichiarato di aver captato distintamente
l’urlo altissimo di una 4Tempi in linea per tutto un giorno (gli
abitanti delle case attigue non è che si possano evacuare e un
po’ di familiarità con i motori e i rumori ce l’hanno); il terzo
parla di un fotografo beccato nei paraggi e al quale è stato
sequestrato tutto il materiale e che ha trattato il prezzo del
proprio silenzio.
Le voci su questo
accadimento che si possono raccogliere tra Gabicce e Cattolica
poi, non le cito per rimanere sul possibile e non planare
direttamente sul paranormale.
Rimane chiaro che qualcosa
di grosso possa essere successo e seguendo gli insegnamenti del
Poirot di Agata Christie, impareggiabile detective dei romanzi
gialli, tre indizi fanno una prova.
Di contorno aggiungiamo le
dichiarazioni di Carlo Fiorani, team manager HRC, rilasciate
intorno al 5 dicembre, delle quali una parte risulta quanto meno
curiosa per l’avverbio temporale ed il verbo imperativo:"(…)
adesso Barros deve liberarsi dal contratto".
Se non parlassimo di
Rossi, Yamaha e Honda tutto questo discorso porterebbe
tranquillamente il lettore a pensare che è possibile sia
successo, anzi probabile, anzi lapalissiano aspettarsi una
soluzione di compromesso.
Invece la sensazione di
avere a che fare con qualcosa di "clandestinamente eccitante",
sotto il profilo propriamente mediatico, è molto forte.
Al di là di tutto, il 20
gennaio 2004 sarà comunque un appuntamento da non perdere con le
notizie sportive.
Per quest’anno lo scambio
di doni tra Honda e Yamaha forse c’è già stato.