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redarrowleft.GIF (53 byte) Sport ottobre 2004


VALENTINEIDE

17/10/2004

“Cantami, o Dorna, del Pelìde Vale l'ira funesta che infinite addusse sconfitte alla Honda, molte anzi tempo…..”

Quando un essere umano supera anche le gesta più audaci che la mente possa immaginare, allora entra nella leggenda.
Nell’antichità l'eroe veniva raccontato attraverso poemi e canti da tramandare ai posteri,ove l’epopea, esagerata alla bisogna, assumeva nel tempo il carattere moderno di mito.

Non c’è bisogno di esagerare invece le gesta sportive di Valentino Rossi: esse sono già pronte per assumere chiara la connotazione dell’antico “mythos” greco, cioè il racconto, la narrazione, nonostante siano a noi contemporanee.
La “battaglia di Welkom”, la “difesa di le Mans”, lo “smacco di Rio”, il “complotto del Losail”, la “vendetta di Sepang”, il “trionfo di Phillip Island”, parti di un unico racconto che solo a scorrerle sa già di epica, per chi le abbia vissute sul campo o dagli schermi.
Storie da narrare ai figli ed ai nipoti, qualcosa della quale poter dire la fatidica frase “io c’ero” con smisurato orgoglio.

Le generazioni future subiranno per decenni l’impatto “motociclistico” con l’epoca di Valentino, incolpevoli nel non aver potuto ammirare in azione il più grande di tutti i tempi, sgretolati via dai più vecchi in ogni discussione sui campionati del futuro:”che ne sai tu, che non hai manco visto Valentino!Io c’ero!”.
Non basteranno i filmati d'epoca: VIVERE IL MOMENTO è tutt’altra cosa e “vivere il momento” è stato riservato a noi.
Siamo tutti consapevoli che in Australia si è scritta una delle pagine più importanti della storia del motociclismo moderno, una pagina diversa da ogni altra, che nulla toglie alla grandezza di chi ha preceduto, ma che è nettamente diversa da ogni altra grandezza.

L’anno scorso, nello stesso periodo, ero qui ad annuciarvi:

“SARA’ YAMAHA LA MOTO DEL 2004 –
(..) Vale ha una voglia pazzesca di riuscire in una grande impresa, perché la sfida più bella, quella che ama di più, è quella con se stesso e quando è così concentrato sul raggiungere un obbiettivo, diventa molto più temibile di quando è tranquillo e rilassato.

Il 2004 vedrà Honda impegnata ancora di più solo per batterlo? Nel 2004 Honda vedrà un Valentino come non l’ha mai visto!!!”.


Facile profezia conoscendolo; facile profezia avendo un minimo di sguardo lungo.
Meno facile per chi si trova a commentare uno sport che non capisce.
Cosa scriveranno adesso quelli che hanno richiamato in questi anni tutte le tematiche possibili per spiegare le vittorie di Valentino, citato tutte le giustificazioni altrui come dogmi, che hanno scritto e detto “cazzate immani” (si può dire? è un “francesismo”…), e mai l’unica verità indiscutibile e lampante?
Ah..caro Alex Drastico, potessero diventare, loro sì “muti ma non per sempre, minchia, muti ma non per sempre” e potessero parlare solo quando gli uscissero finalmente le parole: POCHE STORIE, E’ IL PIU’ FORTE!
Chissà i loro articoli chi li leggerà più adesso…fossi il loro datore di lavoro, e temo di interpretare il pensiero di milioni di appassionati, li manderei ad aiutare la Coldiretti, nell’annuale "concimazione organica di terreni posti ad inerbimento".

Valentino Rossi su YAMAHA, che vi piaccia o no, vince il suo SESTO TITOLO MONDIALE, oggi 17 ottobre 2004, battendo tutte le Honda, che in classifica sono tutte belle in fila, ma dietro di lui!
Ottava l’altra Yamaha di Checa, tanto per dire.

Ha dimostrato che basta assecondare un genio senza castrarne la fantasia per poter vincere, che non solo un “anonimo giapponese su Honda” non può batterlo, ma neanche fior di piloti su moto ufficiali, semi-ufficiali, quasi ufficiali, ufficiali rifiutate a metà, clienti, clienti insoddisfatti, clienti con diritto di recesso, clienti occasionali, clienti a ore…….

Era facile intuirlo: la “moto-mondana”, quella che va con tutti, alla fine non accontenta nessuno!

Valentino all’inizio l’ha lasciata con dispiacere, perché lasciare una "bella donna" è sempre molto difficile; poi però si è reso conto che da quella timida M1 con gli occhiali, le “ballerine” e il vestito castigato, con un po’ di trucco e una minigonna in realtà saltava fuori una “gran gnocca”!

E’ stato un campionato incredibile, è stata una gara incredibile: “correre alla Valentino” scrissi e mai come questa volta ho temuto che volesse correre proprio così…
E così ovviamente ha fatto, cosa potevo aspettarmi?
Volevo che si accontentasse di vincere un mondiale da favola piegando la testa a Gibernau?
Niente affatto Signore e Signori, Rossi corre per vincere, esclusivamente per vincere: quel computer che staziona tra polso destro e cervello ha un solo programma operativo che gira e non ha alternative.
Fuori sulla ghiaia, dentro all’arrembaggio, moto che va dappertutto, Ducati in mezzo e quello che scappa, ripiglialo e superalo, ti risupera prima, quasi ti tampona, ultimo giro….

E' difficile scrivere cosa ti passa dentro mentre lo vedi fare quello che fa!

Cioè, dico, uno normale è ad un passo dal MIRACOLO nella storia del motociclismo, basta guidare fino alla fine ed è fatta, e invece? Non calcola, non si tira indietro, non si mette lì da bravo per le coronarie dei tifosi.....
Macchè....rischia, apparentemente, il botto ad ogni metro!!!!

Certo, perche no!
Se ha il 46 di numero lo fa di sicuro e poi, quando meno te lo aspetti, dove meno te lo aspetti, lui passa, ed esce anche dal curvone dove prima era in difficoltà, più veloce che mai.
E lo vedi esultare, per primo, là in fondo davanti a tutti, incredulo, stupito lui stesso perchè non appena passa il traguardo, il suo computer biologico si spegne ed il resto del pilota si rende conto di ciò che è successo.

Non appena passa il traguardo...

 Tutto questo, tutto quello che ha fatto, in pista e fuori, oggi e prima, sono la leggenda che porteremo dentro di noi.

Potremo riviverla con lo sguardo perso, ogni volta che ne avremo voglia.
Potremo raccontarla, nel tempo, a chiunque, se ne avremo voglia.
Potremo custodirla, gelosamente, ripensando a questo momento della nostra vita.
E nessuno, da oggi, potrà mai portarcela via.

Grazie Valentino, ancora una volta.

“Noi faremo un patto:
che s'io ti vinco, io vo' questo destriere,
ch'al primo, so, ti darò scaccomatto….”


Maurizio Ottomano

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