SUL GRADINO PIU’ ALTO!
10/05/2004
“QUANDO si fa
qualcosa è meglio farla bene”, “gara bagnata gara fortunata” e
se ci mettiamo anche che “chi va piano va sano e va lontano” ci
siamo fatti un bell’elenco di luoghi comuni: a noi in questo
caso però non servono.
Non appartiene a questa categoria la
vittoria di Marco Simoncelli a Jerez, non assomiglia
lontanamente a nessuno di loro, perché è stata una vittoria
vera, la vittoria di chi ha corso con il cervello.
DOPO la pole era stato facile
pronosticare quella che sarebbe stata sicuramente un’ottima
prestazione, per aver scorto già dal GP di Valencia un mutamento
nel modo di correre di questo ragazzo, in quella battaglia
conclusasi con un quarto posto frutto di una maturità che stava
avendo il sopravvento sulla grinta e la determinazione
giovanili.
“Monta su e dai gas” a volte è un
semplicissimo ma ottimo consiglio e ad un pilota del mondiale
125cc non serve ripeterlo due volte durante la stagione, anzi,
non serve neanche dirlo, talmente è nel DNA ormai il voler
spingersi al limite massimo, quello che dovrebbe farti stare
davanti a tutti.
Tuttavia le gare di velocità si
vincono con la testa, con i legamenti ed i muscoli della tua
mano destra in comunicazione diretta con i tuoi neuroni, con
l’adrenalina che si trasforma in un compasso, traiettoria dopo
traiettoria, la stessa, precisa e redditizia ad ogni curva, in
ogni giro, con martellante costanza.
Quando questo accade ecco che il
ragazzo arrembante e spericolato si trasforma in una macchina
agonisticamente perfetta, una forza della natura che gira in
pista con naturalezza e magari divertendosi pure, perché le moto
sono la sua vita e la prima gioia che ti danno le corse è
proprio quella di poter guidare in circuiti stupendi.
DOMENICA sembrava che prima o poi il
telegiornale dicesse che un tale Noe’, da un cantiere situato in
qualche punto della costa spagnola, stava per varare una barca
bella grossa, vista la pioggia che menava giù……
Mentre papà Simoncelli, con un
figlio in pole-position avrebbe imparato i riti apache alla
rovescia, se fosse servito a far tornare il sole, Marco cercava
di mantenere la calma, nonostante un warm-up difficile ed una
moto che sperava fosse a punto, anche perché sapeva che papà con
i balli indiani non è mai stato un granchè.
Così al semaforo lui e la sua moto
la prendono tranquilla, più lei veramente e non le si può dare
torto, perché mentre le altre hanno sopra degli schizzetti alti
“uno e se cresco te lo dico” e pesanti “metà”, lei ha un
Superpippo di 1.75 per “kili belli grossi”, con uno svantaggio
nel rapporto peso-potenza che in questa categoria è piuttosto
consistente.
Chi conosce bene le storie
dell’omonimo eroe Disney, sa che si caratterizza per il sorriso
tranquillo, per una certa paciosità, per l’indole mansueta,
tutte cose che dopo la fatidica nocciolina lo trasformano in
invincibile guerriero, invincibile sì, ma senza strafare.
Simoncelli passa in sesta posizione
al primo giro e nono al secondo; là davanti Stoner è l’unico che
stacca tempi sotto i 2.03, stampando 2.02 bassi e
successivamente 2.01 che già al quarto giro gli danno quasi sei
secondi di vantaggio: una fuga solitaria insomma.
Quel tipo lungo lungo che nel
frattempo tra una curva e l’altra si è mangiato la nocciolina,
inizia a risalire la china……
Rischia un po’ è vero, ma il ritmo è
di quelli inesorabili e non inducano in errore le apparenze e la
distanza che nei primi giri si crea tra il battistrada e l’Aprilia
n° 58: dal quarto al settimo giro Marco guadagna su Casey un
secondo, poi nonostante l’uno debba spesso combattere in bagarre
con altri piloti e l’altro abbia pista libera davanti, il
distacco rimane più o meno immutato.
Se non fosse stato per l’avvio
difficile sarebbero a giocarsela forse in quattro, Barbera e
Jenkner compresi, molto veloci ma anche portati all’errore in
una pista allagata dove non è consentito sbagliare.
Nel 15° giro Simoncelli è secondo
sul traguardo, dopo una dura lotta con Barbera che deve
ricominciare tutto dalla sesta posizione, e da quel momento
Marco costruisce la sua vittoria, risultato che non si raggiunge
mai per caso, non ti cade mai addosso, ha sempre un motivo di
fondo.
STONER davanti è su tempi che
equivalgono a quelli di Marco, in qualche giro fa meglio, in
qualche giro cede qualcosa, ma è il 20simo giro quello cruciale.
Le gomme sono finite, di colpo
forse, e tutti rallentano di quasi un secondo; Mattia Pasini e
la sua splendida gara finiscono in una pozza d’acqua, mentre i
primi due passano sul traguardo con Casey Stoner che, dopo aver
perso nove decimi negli ultimi due giri sul ritmo del 2.05,
improvvisamente ne guadagna cinque nel primo giro rallentato a
2.06…..
Forse Marco presagisce qualcosa,
forse la pista è peggiorata parecchio e le gomme finite ispirano
cautela, tanto le posizioni vantano distacchi sensibili e
rischiare inutilmente potrebbe essere deleterio, per cui meglio
girare in 2.06 alto, tanto mancano tre tornate alla fine.
Il pilota KTM invece spinge: fa
segnare 203,1 Kmh di velocità massima sul rettilineo del
traguardo (la sua migliore alla fine sarà di 204Kmh).
L’Aprilia 58 invece una delle
velocità più basse della sua gara: 199,4Kmh (sotto i 200Kmh non
ci andrà più).
DOPPIAGGI o meno i dati parlano
chiaro.
Sicuramente danno una mano in più a
capire i perché di una scivolata quando apparentemente si è in
testa senza problemi: Stoner non abbassa il ritmo quanto
dovrebbe, Marco capisce prima che il grip non è più come prima e
i neuroni connessi al polso destro fanno il resto.
La KTM va giù praticamente al primo
intermedio del ventunesimo giro e da lì in poi per il Team di
Fiorenzo Caponera è il trionfo!
Simoncelli amministra il ritorno del
compagno di squadra Jenkner e Jenkner quello di un Barbera che
sembra aver fatto una gara legato ad un elastico, talmente il
succedersi dei suoi errori e delle sue rimonte.
DOPO molta vita sulle piste (anche
se ha solo 17 anni si può dire) ecco il momento della prima
vittoria mondiale, quel momento tanto sognato, tanto immaginato,
che dura quel decimo di secondo in cui la bandiera a scacchi ti
sventola davanti dicendoti, come fosse una timida ragazza
conosciuta da qualche parte e che ti segue in spiaggia in una
bella e tiepida notte: “caro Marco, sei tu il primo….”
Stavolta la bandiera è tutta per lui
ed è stra-meritata, per il lavoro svolto da tutto il Team ed i
risultati ottenuti dal pilota durante tutto il fine settimana in
quel di Jerez.
Così mentre il podio vedeva
Superpippo trionfare (Disney non avrebbe mai dubitato), con il
suo sorriso tranquillo come sempre, qualcuno ha additato un papà
che ancora stava ballando: ma non era più la danza anti-pioggia,
erano salti di gioia e quelle gocce che rigavano il viso, forse
non erano solo acqua caduta dal cielo…..
Maurizio Ottomano
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