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redarrowleft.GIF (53 byte) Sport settembre 2004

“..e per PRIMO abbiamo un bel TRIS..”
(segue daAntipasti e Primo Piatto)

23/09/2004

SECONDO PIATTO

FEGATO ALLA PIASTRA

Come sa servire i secondi agli altri, non c’è nessuno!

Chiunque arrivi, chiunque si accomodi nel suo ristorante, si dà un’occhiata intorno, lo vede all’opera (la cucina ha una buona visibilità dall’esterno) e quando arriva il cameriere è tentato di dire: ”uhm..per il primo non ce la faccio…quasi quasi passerei direttamente al secondo…”.

Certamente la soddisfazione per aver intrapreso la strada di un nuovo successo è grande; ora come ora le prenotazioni fioccano, come anche le offerte per il futuro, da parte di altre grandi realtà.

Il nostro grande Chef, acclamato come non mai per aver risollevato le sorti del locale, è richiesto persino dalla più grande multinazionale di fast-food del globo terracqueo, la Mec Fast One, dove fiumi d’oro e di “porpora” ammanterebbero la sua arte, dove il successo non sarebbe assicurato, né assicurati gli entusiasmi  culinari dei suoi fans, ma dove percepirebbe soldi utili per 15 generazioni almeno.

La Mec Fast One: cucina completamente automatizzata-robotizzata; ingredienti chimici per sapori egualmente efficaci ma da non perderci troppo tempo a capirli; hamburgerpatatineinsalataconfezionatagelatoecaffe’ il famoso “bigmenù” che come cuoco devi solo scaldarlo………ma..chi di noi pensa che un cuoco sopraffino, un genio del fornello, il giovane erede di un “Gualtiero Agostini”, possa lasciare il suo team-capolavoro per passare alla tristezza  di un’ offerta ancora più frustrante, per il suo talento, di dove lavorava prima?

Nessuno?

Appunto.

Il ragazzo che avete incontrato, quello che non solo assomiglia, ma è, può permettersi ora di  esibirsi tranquillamente nella cottura di una pastina in brodo e due uova al tegamino (per carita’ fatti da dio eh!) ed ottenere applausi a scena aperta.

Nonostante questo non sia proprio il seguire la sua indole di artista, deve fare i conti con un locale che non ha le possibilità del suo concorrente dirimpettaio e, quando le consegne tardano ad arrivare, bisogna arrangiarsi con quello che c’è in cucina.

Non è comunque un dramma; pensare che dall’altra parte aveva tutto ciò che si può desiderare, vera e propria provvigione da “Haute Cousine” e spesso doveva cucinare le solite cose: ” è arrivata la comitiva da Roma…hanno ordinato i soliti fegati alla piastra..”….”oh no! Ancora???”.

Una noia: sono anni che quella gente si mangia il fegato….

DOLCI

LA SPECIALITA’ DELLA CASA

Perfezionato nel tempo, fatto con roba genuina, di provenienza tutta tavulliese, ricetta unica, esclusiva del nostro ottimo ristoratore, il dolce che da sempre egli ama far gustare ai commensali: il mitico “Dagliela sù”.

Unico dolce al mondo che fa l’effetto contrario a quello di un famoso caffè: “più gliela dai su e più te ne vai giù”.

Dessert incredibilmente dietetico, più ne mangi e più perdi, ha effetti benefici anche sulla vista, come cura efficace per la presbiopia, disturbo per il quale vedi male da vicino: difatti con il “Dagliela su” vedi subito tutti più lontani…..

Viene servito a metà circa del pranzo o cena che sia; il “Dagliela su” appare sul carrello dei dessert senza che nessuno l’abbia ancora ordinato perché è parte integrante di qualsiasi scelta nelle portate, specialità della casa, di quelle a cui non si può rinunciare, alla cui degustazione si è quasi “obbligati”.

Ultimamente, la ricetta ha subito una piccola variazione per incontrare i gusti della clientela europea, e così viene servito il “Dagliela sù alla Catalana”.

DEGUSTAZIONE CAFFE’ E LIQUORI

QUALITA’ ORO

Un ristorante che si rispetti non può peccare nella degustazione del caffè e deve essere dotato di un carrello dei liquori di tutto rispetto, per un fine pasto degno dei sapori unici che lo compongono.

Una delle ultime richieste in fatto di caffè da parte della clientela è stata verso un particolare tipo di tostato, il “Caffè Lammazza”, famoso per il suo elevatissimo contenuto di caffeina che porta il sistema nervoso al massimo sforzo.

Di sapore veramente forte, ha come un retrogusto acido che fa sobbalzare letteralmente dalla sedia, anzi, a volte fa cadere del tutto, da soli o contro altri.

Insomma è una botta che vi sdraia!

Nella vasta scelta di cognac, whisky, rum, grappe e amari vari, il consiglio della gestione e di non esagerare comunque con il tasso alcolico, né con i gusti troppo acuti (specie dopo il caffè).

Da evitare quindi l’amaro “Pietrus”, che bevuto alla fine risulta veramente di un’amarezza profonda.

Consigliati invece l’”Unicum” e il “Fernet Sbanca” , che ben si addicono all’atmosfera informale ma con classe dell’ambiente.

IL CONTO

FACCIAMO ALLA ROMANA?

La tendenza è quella, almeno così dicono le statistiche, altro c’è poco da dire.

Per essere salato è salato ma se trovate il meglio del meglio,  cos’altro vi può capitare.

IL RAGAZZO ORA E’ CONTENTO,

la sua arte riconosciuta, il suo talento evidente, i suoi successi non più solo il risultato della tecnologia fredda e senz’anima.

Con qualche anno di ritardo, tutti hanno capito…anche se qualcuno si ostina ancora a promuovere le vecchie tesi.

A QUESTE PERSONE DEDICO UN VERSO DI FRANCOIS RABELAIS DA “GARGANTUA E PANTAGRUELE”

“Vino tanto divino,

lungi da te è cacciata
Ogni menzogna ed ogni impostura.”

Ecco, prima di parlare, bevete.

E buon appetito a tutti!

Maurizio Ottomano

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