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redarrowleft.GIF (53 byte) Sport aprile 2005


UN DOTTORE CHE FA…… AMMALARE..DI CUORE!

“Un altro GP così e ci lascio le penne”, mi dissi dopo Welkom l’anno scorso: riuscii a viverne altri 15, non senza qualche sussulto ai “bar” della mia pressione (esatto, quella dei motociclisti si misura in “bar” o “psi”!).

Ci lasciammo con gli ultimi pensieri di un novembre freddo e piovoso, con ancora negli occhi le immagini della vittoria di un campionato, talmente bello ed incredibile, che ancora si fa fatica a crederlo; ci lasciammo con Valentino tentato dalle “quattroruoteasonagli”, un po’ demotivato, ma soprattutto stanco, in cerca di relax dopo il Moto&Miti, in cerca di un po’ di lontananza dall’ennesimo bagno di folla, in cerca dell’adrenalina giusta per il 2005.

“E adesso che si fa?” vi chiedevo in tono quasi depresso.
Bè oggi l’abbiamo visto: si mettono nuovamente a degna cottura le coronarie, ecco che si fa!!!!!!!

Ma Valentino, porcaccia miseria, e mica ce la facciamo più a stare con il fiato sospeso per i 3 minuti e 20 che ci metti a fare gli ultimi due giri! Neanche fossimo tutti Pellizzari, il recordman di apnea!
E’ dura stare con la TV accesa, è difficile, ma nello stesso tempo stupendo, visto l’epilogo.
Da parte mia lo dissi, lo scrissi in “Correre alla Valentino”, lo ribadisco con forza oggi: lui non è solo un pilota, lui è un “modo di essere pilota”.
Quel computer che si accende al via sotto il suo bellissimo AGV, ha un solo programma inserito: immediatamente, allo spegnimento delle luci rosse, parte il ”First Place Mode On” e funziona solo quello, senza calcoli, né appagamenti.

Gibernau è stato degno avversario.
E’ degno avversario, anche se vedrei personalmente molto meglio Max, incappato in una crisi per la quale stavolta non mi sento di dargli grosse responsabilità.
Purtroppo ai suoi primi proclami per il mondiale avrei voluto metterlo in guardia sul fare pressione in casa Honda, riguardo a chi dovesse essere il numero uno e chi il “gregario”: se “qualcuno” se n’è andato, magari dopo aver letto “pagine” simili a quelle presentate ad Ukawa, un motivo ci doveva pur essere.
Sicuramente ad Hammamatsu chi porta avanti moto e sviluppo non lo decidono i piloti, né è lapalissiano che lo faccia per forza chi ha il marchio HRC ufficiale sulla tuta.
Quindi Max un consiglio: parla il meno possibile perché eri abituato ad invidiare la posizione di Valentino, ma “da fuori”; adesso avrai già capito da solo com’è.

Sete non lo dice apertamente; ma secondo lui è stato defraudato di una vittoria.
Non lo dice come non lo direi io, perché nella fattispecie conviene fare il signore davanti ai media, acquisire simpatie e mettersi il jolly nella manica, in modo che se un domani dovesse e volesse fare una scorrettezza il “jolly” salterebbe fuori:”eh no! Io non ho parlato all’epoca, adesso siamo pari”.
SE fosse stata una scorrettezza, quella di Valentino, avrebbe ragione di farlo, MA di scorrettezza non si può proprio parlare.
“ E te pareva” direte voi “guarda da dove scrivi”.
Ok, ve lo concedo, ma tenterò una disamina obbiettiva e porterò le mie motivazioni, cosa che si è sempre tentato di fare, da qui.

Analizziamo alcuni elementi intanto.
Primo e senza dubbio di smentita: a moto invertite abbiamo capito tutti che Gibernau non solo all’ultima curva probabilmente si sarebbe accontentato alla grande, ma sicuramente non sarebbe stato lì attaccato al primo, in sella ad una Yamaha.
Lo dico perché se è successo quello che è successo lo si deve alla differenza di manico tra i due, altrimenti divisi da un bel po’ di secondi.

Secondo: Valentino ha combattuto disperatamente con la sua moto, prima che contro il suo avversario.
Questa M1 pare peggiorata parecchio, forse peggio di quella di Welkom all’esordio 2004, oppure il gap con la moto che Honda ha messo in campo è aumentato.
A proposito…..buona l’idea del ritorno all’ultimo telaio sviluppato da Valentino, quello 2003, come base dell’attuale RCV 2005: praticamente Vale corre contro una parte di se stesso…..
Smile!

Terzo: due grandissimi applausi, a Marco Melandri per una prestazione superlativa degna del suo talento, un piazzamento che non mi sorprende per niente e del quale ero stato convinto assertore qui in giro nel web, ed a Loris Capirossi perché si può dire quel che si vuole, ma uno che entra in gara con le fratture, spesso e volentieri come fa lui, e ci dà del gran gas (andateli a vedere dal vivo e poi mi dite) vuol dire che ha un cuore ed una passione immense: il vero propulsore Ducati è lui!

Quarto: le scaramucce in gara ci sono sempre state ed il tono da tregenda è un prodotto tipo “reality” del tutto nuovo.
Qualche pischelletto magari si farà infinocchiare dagli “ ‘anvedi cchè successsssso!”, in realtà vi siete persi magari le scarenate tra il 18° e 19° della 125cc, tra il 21° e il 22° della 250cc, tra il 12° ed il 13° della MotoGp, e chissà quante volte ve le siete perse in passato, qui come nella SBK, come nel CIV come dappertutto si corra una gara in pista.
La realtà è che se lasci spazio, uno all’ultima curva entra…..


Sachsenring 2003, “chi era costui”?
Presto detto: una gara dove Valentino perde da Gibernau all’ultima curva!
Perché?? Perché invece di fare la sua solita traiettoria, sa di averlo alle spalle ed all’ultima curva sceglie di stringere e chiudere TUTTO lo spazio.
Lo fa egregiamente, ma esce molto più lento dal tornantino, cosicché Gibernau che esce più veloce ed all’esterno, taglia per primo la bandiera a scacchi.
Valentino fu costretto a scegliere una delle due vie: stai stretto, esci lento e te la giochi sulla bandiera, oppure stai normale e lasci spazio e te la giochi sull’entrata e l’eventuale contatto con l’avversario.
Non puoi pretendere senz’altro di avere entrambe le possibilità e Valentino scelse la prima, che andò male per lui e bene per Sete.

Questa volta Sete ha scelto di stare al centro , o meglio, l’ha scelto alla curva precedente, quando ha deciso, avendo affiancato Valentino al suo interno, di tirare un raggio di curva molto largo, quasi in diagonale, fino al cordolo ed alla linea bianca esterna.
Questo perché se Vale all’esterno avesse mantenuto aperto sarebbe stato “accompagnato” fuori, oppure ad un certo punto avrebbe dovuto frenare moltissimo.
La traiettoria di Sete l’ha costretto poi a buttare la sua Honda “dentro” in pista di forza e quindi raggiungere il centro dell’asfalto, a causa dello strattone e della velocità.
Vale si vede affiancato e capisce l’intenzione di Gibernau a metà della manovra, per cui cambia totalmente idea in una frazione di secondo (altrimenti non sarebbe il genio che è): frena prima, leggermente, ed imposta un raggio di curva più stretto per uscire più dritto e più veloce.
Gibernau per forza di cose lascia lo spazio e stacca all’ultimo.
Valentino ha lo spiraglio giusto davanti a sé e stacca ancora più all’ultimo.

Sete si vede affiancare, ma chiude ugualmente al punto di corda, non imitando il Biaggi di Welkom 2004 che invece allargò; Valentino entra e stà per rallentare per finire l’impostazione della curva.
Se Gibernau non avesse chiuso e tentato una percorrenza più veloce avrebbe tenuto il fianco di Valentino per tutta la curva e l’avrebbe costretto, allora sì, ad una scorrettezza in uscita o a lasciarlo passare perché più veloce; al massimo avrebbe allargato per poi chiudere più stretto e nuovamente con la possibilità di aprire prima (vedi Sachsenring già citato).

Voi direte:”Ah bravo tu, lo dici da lì!”. Lo dico da qui perché se lo sapessi fare l’avrei detto in pista a Jerez; sicuramente campioni come sono quelli della MotoGp, hanno la possibilità di poterlo fare e pensarlo in pochi decimi di secondo: se c’è qualche miliardo di differenza nel conto corrente tra noi e loro c’è un perché!

Bisogna poi dire che Gibernau qualche giro prima aveva già toccato Valentino, chiudendo con la saponetta sul suo scarico durante una curva sinistrorsa, una toccata un po’ intimidatoria, e l’aveva ritoccato con lo stivale poco prima delle ultime curve, facendogli per un attimo perdere l’assetto della sua M1 che si imbizzarriva in accelerazione, e l’aveva toccato alla penultima curva, facendo la “diagonale” sopra descritta.
Insomma, giù tanto morbido non è che ci stava andando il caro Sete!

E non ho mai visto levate di scudi così zelanti, da parte della solita stampa italiana, per un pilota straniero; ricordo invece molto bene un grandissimo Roberto Rolfo perdere un podio e bei punti che gli costarono il mondiale 2003 dopo essere stato abbattuto, centrato da un pilota straniero (altro che Jerez)!
E ricordo la grandissima sportività di Roby che disse subito:”ha sbagliato, purtroppo mi ha danneggiato, ma sono le gare, ci ha provato, lo capisco”.
Non so se mi spiego!
Ma di Rolfo ce n’è uno solo e per fortuna l’abbiamo noi; di gente che scrive ce n’è molta e purtroppo, li abbiamo tutti noi……

E non ho mai sentito l’inno nazionale italiano tanto fischiato, durante un podio del motociclismo.
Spero ce ne ricorderemo tutti al Mugello, e spero che tutti insieme si APPLAUDA sinceramente Gibernau per il campione che è, rispondendo così civilmente a quei fischi incivili, insegnando così chi è lo sportivo italiano che ama la motocicletta.

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Maurizio Ottomano

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