Il piatto vuoto surclassa l'amatriciana e
l'abbacchio con le patate. Scientology e i testimoni di
Geova rischiano l'estinzione: una nuova «setta»
conquista i vip e lancia la più provocante delle mode...
Mangiare? No, grazie
Una-due settimane senza cibarsi. E' l'ultima
trovata delle ferie alternative (che costano da 250 mila lire
nelle Marche ai 2 milioni e 900 mila alla settimana a Bressanone)
per purificare il corpo e lo spirito. Il digiuno terapeutico conquista
a migliaia gli igienisti, ma aumentano anche i medici che consigliano
pane e acqua per disintossicarsi. C'é persino chi,
evitando per un periodo il cibo, dice di essere guarito dal cancro.
E' un piatto vuoto il filo rosso che unisce
Mosè e Ippocrate, Tommaso d'Aquino e Socrate, il
Mahatma Gandi e Gesù Cristo, passando per Lanza del Vasto
e il Nobel per la pace Adolfo Perez Esquivel. Seduti allo stesso
tavolo, dove nessun cameriere offre pantagrueliche portate, lo
sono i seguaci dello sheltonismo, la corrente igienista americana
madre del moderno digiuno terapeutico, gli islamici nel Ramadam,
i penitenti in Quaresima, gli obesi costretti alla dieta forzata,
gli asceti che si esercitano a liberare lo spirito dalle ingerenze
del corpo.
Il digiuno va dunque alla grande, si moltiplicano
le testimonianze degli entusiasti e dei guariti e, anche se nessun
istituto di statistica mai si sognerà di censirli, aumenta
la popolazione dei ìsenza-ciboî. In Italia sono migliaia
i neo adepti alla «setta» dei digiunatori. Una schiera
sempre più folta di medici che aderisce al nuovo verbo
fa da guida nella traversata del deserto. Così dopo la
stagione dei bucatini alla pajata, dell'abbacchio con le
patate e della bagnacauda, dopo i ravioli aperti alla Marchesi
e le sottili adulazioni della nouvelle cousine, una nuova moda,
autarchica ed estrema, sconvolge con la sua proposta «monastica»
la tradizione alimentare e, in parte, il costume, del Paese della
pastasciutta e della porchetta.
Già perché le settimane del piatto
lindo hanno già conquistato proseliti, anche tra i vip.
Che sempre più spesso invece dell'abbronzatura ambrata
sfoderano con orgoglio il riconquistato vitino di vespa e snocciolano
euforici - citando Lanza del Vasto - elogi al digiuno: «la
più dolce di tutte le austerità, che rende trasparenti
e fortifica».
Digiuno usato quindi come metodo per purificare il
corpo e l'anima, come terapia per rafforzare le reazioni
immunitarie dell'organismo, come forma di lotta e protesta
non-violenta, come percorso di ricerca interiore e, in qualche
caso, come ascesi filosofica-religiosa.
«Le motivazioni che spingono la maggior parte
delle persone ad affrontare un periodo di digiuno trova sostegno
nelle tesi igieniste - dice Sebastiano Magnano, medico igienista
e psicoterapeuta di Piacenza che da oltre 20 anni organizza in
giro per l'Italia ìscuole della saluteî dove
digiunare sotto sorveglianza - Disintossicarsi, diminuire un po'
di peso, un aiuto all'auto coscienza sono le ragioni più
diffuse alla momentanea rinuncia al cibo». Un'identikit
dei neo-monaci che riescono a dire no, grazie anche ad un gustoso
e fumante piatto di spaghetti aglio, olio e peperoncino?
«Gente che ha letto sui vantaggi e le gioie
del digiuno, persone che, anche per curiosità, ma soprattutto
per convinzione, vogliono provare e chiedono assistenza medica
- continua il dottor Magnano - Sì, c'è anche
qualche vip che lo fa per moda, qualcun altro viene iniziato al
digiuno di gruppo, altri che lo affrontano come esperienza originale.
Guarigioni da miracolo? Malati di cancro che, grazie alla dieta
estrema, stanno meglio? C'è, in letteratura medica,
qualche caso del genere. Ma sia ben chiaro: il digiuno non va
inteso come terapia buona per ogni male. In ogni caso sono sempre
di più i medici che si studiano e verificano i benefici
effetti del digiuno controllato. Ogni anno una cinquantina di
medici italiani frequenta i corsi di aggiornamento sull'argomento».
La singolare testimonianza di un medico canadese,
Robert Jackson, tradotta nel libro "How to be always well",
ovvero "Come stare sempre bene" è entrata
di prepotenza negli annali medici. Jackson a 49 anni era esaurito,
malato, condannato e con una diagnosi che gli dava pochi mesi
di vita. Decise di rischiare il tutto per tutto e si sottopose
ad un digiuno integrale di tre settimane. A questa esperienza
dedicò pagine appassionate. A 90 anni, fortificato dai
digiuni e temprato con una salute di ferro, morì per un
incidente. Travolto mentre sfrecciava a 50 all'ora sui
pattini.
Sull'onda che porta in cresta il digiuno si
moltiplicano i manuali, le scuole, le cliniche, i capi carismatici
di gruppi igienisti, i medici e le facoltà di medicina
che raccolgono e pubblicano studi e tesi sugli effetti dell'astensione
dal cibo.
E non mancano i convegni che pongono in relazione
scienza, guarigione, ricerca interiore, dietetica, training psicoterapeutici,
fede.
Tra i "guru" del digiuno terapeutico
chi può vantare l'anno di fondazione nel 1965 è
l'Associazione igienista italiana; tra i pionieri in Italia
anche la dottoressa argentina Sara Bringa che organizza, a Roma,
corsi di digiuno da più di due decenni. A Zagarolo, sempre
alle porte di Roma, c'è il centro naturista di Gera
Daidone, mentre in Campania c'è l'igienista
Luigi Daina e il medico napoletano Giuseppe Cocca. Solo qualche
nome. Il mondo degli «astensionisti del cibo» conta
luminari e cliniche.
Centri di iniziazione e di ritiro. Come a Bressanone
alla Kurhaus von Guggenberg, una casa di cura specializzata in
diete dove si pratica, dopo accurata visita medica, anche la terapia
del digiuno. Che consiste in una dieta idrica, ricca di sali minerali
e vitamine, a base di brodo vegetale e un cocktail di verdure
fresche centrifugate. Da tre a 10 giorni. Poi altre tre-quattro
giorni di digiuno modificato per tornare alle 1200 calorie al
giorno. Alla modica cifra di 2 milioni e 900 mila lire alla settimana.
«In alta stagione - precisano alla Kurhaus -
per una permanenza di due settimane il costo si abbassa a 2 milioni
e 600 mila lire ogni sette dì».
In ogni caso a Bressanone come a Le Foyer in Alsazia,
dove si organizzano ritiri-digiuno ecumenici a sfondo meditativo-religioso,
è sempre tutto esaurito. Come ai corsi salute del dottor
Magnano di Piacenza dove il digiuno assistito costa da un minimo
di 40 mila lire ad un massimo pari alla tariffa da albergo a quattro
stelle.
«Dipende tutto dal posto - dice il medico piacentino
- l'assistenza medica? Non incide più di tanto.
Anche perché se non vi sono patologie basta una persona
esperta a seguire chi si sottopone al digiuno».
Come tutte le mode, l'effetto replicante rischia
di mercificare anche questa esperienza. Assimilandola ad una tecnica.
Come fosse un corso di aerobica. Come una sfida che per qualche
ragazzina ossessionata dalla linea e dai miti delle modelle filiformi (come Kate Moss, nella foto in alto a destra)
porta all'anoressia. E tutto si presta alla facile battuta,
in una sorta di commedia all'italiana stile Pozzetto-Verdone
che hanno ben ridicolizzato diete, digiuni, cliniche e improvvisati
esperti nel divertente film ìSette chili in sette giorniî.
Ghandi ci riporta alla serietà del tema e
alle sue sfumature più interessanti: lui usò il
digiuno come arma per combattere ingiustizie e prepotenze.
«Il digiuno può essere anche solo la
tortura meccanica della carne - disse il Mahatma - Tortura senza
valore che fortifica il corpo senza toccare l'anima. Invece
il digiuno che, nella sua pienezza dimostra il primato dell'anima
sulla carne è il fattore più potente della nostra
evoluzione».
Mauro Carrer
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