Microspie a forma di penna, registratori miniaturizzati, telecamere a infrarossi? Basta viaggiare per la Rete per acquistare il meglio dei gadget per agenti segreti. E a Torino c'è un misterioso Istituto di ricerca che inventa aggeggi da fantascienza per lo spionaggio
M
icrofoni che sembrano penne, telecamere grandi come
un bottone, valigette alla James Bond che nascondono radio trasmittenti.
La microspia (o forse la macrospia, viste le dimensioni...) che
Silvio Berlusconi ha mostrato in diretta tv dopo averla trovata,
dice, dietro al termosifone della sala riunioni di Forza Italia,
può aver stupito molti: "Oddio, i servizi segreti,
la Cia, 007". Ma non gli utenti di Internet. Visto che sulla
Rete c'è un vero e proprio pullulare di siti che vendono
ogni possibile gadget per spie, spioni, agenti veri e agenti falsi
e perfino alla polizia. Basta cercare sotto "spystore international"
o "spyshops", solo per citarne due. Ma con un po' di
fantasia se ne trovano molti altri.
Internet a parte, dopo essere state invase per anni da depliant e volantini tutte le redazioni di giornali e tv in Italia conoscono l'"Istituto ricerche comunicazioni sociali" di Torino dell'ingegner Giuseppe Muratori. Che non è un'agenzia matrimoniale, ma una società che si occupa di "ricerche avanzate teoriche ed applicate nei comparti della microfisica e della microelettronica finalizzate alla difesa delle informazioni ed alla costruzione di apparecchi elettronici, non convenzionali, d'attacco e di difesa". Insomma "inventano" microspie e anti-microspie, sistemi d'arma laser e non convenzionali e robe strane tipo "generatori-propulsori silenziosi coni invisibili di sofferenza" e l'inquietante "Piranha - generatore-propulsore perturbazioni elastiche ultrasoniche per organizzare gli interrogatori delle spie e dei terroristi reticenti".
Progetti un po' misteriosi ("Non c'è
scopo di lucro, non vendiamo niente, siamo una società
di ricerca pura" dice Muratori), ma grande disponibilità
a parlare: "Berlusconi? Da quello che ho visto ha in mano
la batteria, non la microspia vera e propria - dice Muratori -
Quella poteva essere anche molto piccola. Comunque non si può
dire, bisogna vederla dal vivo. La mia idea? Che chi l'ha messa
aveva poco tempo e l'ha piazzata in fretta. Se c'è di meglio?
Certo, i riflettori passivi, ad esempio. Piccolissimi, si buttano
anche per terra. Ma serve un generatore elettromagnetico nelle
vicinanze. E per sentire qualcosa a 100 metri dev'essere grande
come un camion...". Oppure "le microspie a onde convogliate
che emettono segnali elettrici e non elettromagnetici e quindi
non vengono scoperte dai detector. A meno che non si usi il nostro
Sinclair M16 (Sinclair era il direttore dell'intelligence inglese
negli anni '30, insomma una dedica: ndr) o l'Aldebaran".
Insomma una cosa è sicura: è più facile procurarsi
microfoni grandi come un'unghia e nascondere telecamere nel pomello
del letto che trovare un tabaccaio aperto dopo le 9 di sera. |