[CINEMA]

Le Giornate del Cinema muto - XV Edizione 12-19 ottobre 1996

A quel film manca solo la parola

A Pordenone il tradizionale appuntamento con le pellicole e i divi della celluloide del primo quarto di secolo. Una "festa" che ha richiamato appassionati da tutto il mondo tra scoperte, restauri e miti.

Cinema muto? "Charlie Chaplin, Buster Keaton, Eisenstein e Valentino". Già, e dopo? E' vero che questi sono i nomi più famosi, maestri nel loro genere o i più popolari. Solo che cinema muto vuol dire molto di più: l'inizio del cinema e le migliaia di autori, registi e attori che lo hanno alimentato fino all'arrivo del sonoro. Un archivio infinito che a piccoli pezzi passa anche dalle Giornate del cinema muto di Pordenone.

Cosa ha offerto la 15esima edizione (12-19 ottobre)? Facciamo una piccola panoramica. Ha aperto e chiuso la rassegna l'irlandese Herbert Brenon, sbarcato a Hollywood all'inizio degli anni '20. Suoi sono Peter Pan (1924) e Beau Geste (1926). In tutto una quindicina di pellicole tra cui Ivanhoe, A Kiss for Cinderella e La Principessa misteriosa (1920) girato in Italia e Laugh clown, laugh con Lon Chaney. Poi la sezione Nella terra dei Soviet 1918-1924, cioè un'occhiata negli archivi della Gosfilmofond di Mosca tra materiale di propaganda, melodrammi, avventura, satira e cartoni animati. Tra i nomi La fortezza di Suram (1923) di Ivan Perestiani. Ancora Dinamismo Magiaro, dove compaiono le prime opere di personaggi destinati a diventare famosi. Come Bela Lugosi, Michael Curtiz e Alexander Korda e pionieri come Bela Balogh e il suo Il bambino congelato (1921) girato in esterni reali in polemica con lo stile americano degli studios di quegli anni. Ospite della rassegna era Ivan Szabo, premio oscar nell'82 con Mephisto.

Avanti. Con Nuove imprese di Max Davidson si torna al comico, cortometraggi diretti da Leo McCarey e un melodramma, No Woman Knows (1917), con la insolita regia di Tod Browning, maestro dell'horror. Tanto per restare in tema Olimpiadi anche un programma di cinegiornali e documentari internazionali girati durante i primi anni dei giochi: Olimpya 100. Tra le chicche la famosa maratona di Londra del 1908 con la squalifica di Dorando Petri e il primo film nel 1924 con i fondisti Paavo Nurmi oltre a Eric Liddell e Harold Abrahams che diventeranno lo spunto per il film di Hugh Hudson Momenti di gloria.

Poi l'Ucla Film and Television Archive di Los Angeles ha portato a Pordenone alcune scoperte recenti: Lotus Blossom (1921) (documentario finanziato dai cinesi per combattere l'immagine negativa negli Usa del popolo asiatico); The Bright Shawl (1923) (lotta di Cuba contro la Spagna); Lelong (1935) di Henri de la Falaise, girato a Bali con attori indigeni e con musica ed effetti sonori. Presentati anche alcuni cortometraggi di Gregory La Cava degli anni '10 e pellicole appena ritrovate della produzione Melies tra cui l'ultimo film Le voyage de la famille Bourrichon del 1912. Infine Il Sepolcro indiano (1921), epopea esotico-avventurosa di 4 ore diretta da Joe May e sceneggiata da Fritz Lang.

Ultima nota: assieme alle proiezioni è stata allestita anche la prima nostra mercato del libro e del collezionismo cinematografico, The First Pordenone Film Fair. Cioè tutto quello che fa cinema al di là dello schermo e della pellicola. Cd-Rom compresi, come quello su Valentino, un viaggio nel mito del cinema muto attraverso la multimedialità.