Dite quello che volete, le due cicatrici indelebili
sulla musica italiana di questa fine secolo si devono a Battisti
e Battiato. E se Battisti ha rifondato per almeno due volte la
forma canzone'dall'interno', Battiato l'ha aperta a una serie
di influenze esternesia musicali (dall'avanguardia alla musica
da camera) che liriche producendo una memorabile deflagrazione,
soprattutto tra "L'era del cinghiale bianco" e "La
voce del padrone" (oltre un milione di copie, a lungo l'album
più venduto del pop italiano). Mostrando che i testi non
dovevano necessariamente raccontare una storia ma potevano mescolare
frammenti e suggestioni 'alte' e 'basse' (lo slogan pubblicitario
e l'aforisma mistico) e che non era neppure necessario cantarle
nel senso tradizionale della parola, Battiato è riuscito
nel miracolo di far canticchiare in coro a un pubblico composito
una canzone tutt'altro che frivola come la memorabile "Centro
di gravità permanente". Senza il suo esempio non sarebbero
esistiti gruppi come iCCCP (né più tardi, i CSI,
tanto che Ferretti lo riconosce tuttoracome una grande fonte d'ispirazione)
o i Litfiba. "L'imboscata" combina l'anima più
turbolenta e provocatoria che Battiato esibì a cavallo tra
'70 e '80 con quella più riflessiva ed esoterica che ha prodotto
i suoi classici più recenti, da "Fisiognomica"
al recente e intricato "L'ombrello e la macchina da cucire".
Dal punto di vista sonoro, la novità principale è
che il musicista catanese ha ripreso la chitarra in mano dopo
oltre dieci anni; per i testi, invece, si consolida il sodalizio
con il filosofo Manlio Sgalambrio. Di Passaggio potrebbe essere
la nuova Bandiera bianca quanto a immediatezza ma anche qui si
avverte una grande profondità, una grande maturazione spirituale
e compositiva. La Cura e Amata solitudine sono invece forsei due
classici destinati a restare a lungo nel suo repertorio accanto a
brani come E ti vengo a cercare o L'ombra della luce. Un gran
disco.
"La cosa peggiore che può capitare
a un genio è di essere compreso" scriveva il grande
Ennio Flaiano. Non vorrei che fosse questo ildestino degli XTC.
Per anni erano rimasti nella penombra della lorobottega di artigiani
a distillare estratti degni della migliore tradizione pop britannica
di Beatles e Kinks per la gioia di pochi ma affezionatissimi fedeli.
Fin dal 1982 avevano deciso di abbandonare i concerti dal vivo,
sentendo di sviluppare di fronte preoccupanti sinromi ansiogene.
Oggi il trio di Swindon è sempre più spesso citato da
gruppi e solisti (dai Guided By Voices a Dave Matthews) come modello
di scrittura e fonte di ispirazione.
L'album Skylarking figura ormai
regolarmente (e giustamente) nelle liste dei dischi più importanti
e perfetti del pop di ogni tempo. Proprio dalle parti di Skylarking,
peraltro, il loro nome era fugacemente transitato dalle classifiche
di vendita prefigurando una felice quanto rara dimensione di "successo
a misura d'uomo" lontano dagli stadi e dai clichès
del mercato musicale contemporaneo. Da allora, tuttavia, forse
sentendo la responsabilità di rispondere alle aspettative
generate, Partridge &co. sembrano aver almeno in parte smarrito
il bandolo della loro personalissima esplorazione estetica/estatica.
Due album più che dignitosi ma forse leggermente meno compatti
che in passato (Oranges and Lemons e Nonesuch), l'ennesimo attrito
con il produttore (l'ultimo era addirittura Gus Dudgeon, quello
del primo Elton John), infine un silenzio discografico che dura
ormai da più di quattro anni e ha fatto circolare voci di
rottura del sodalizio ormai ventennale con la Virgin. Partridge
inganna l'attesa con le partecipazioni più disparate (un
disco con Harold Budd su Ma.so.) ed estemporanee uscite solisti che (una
serie di singoli negli States su Hello! Records). Difficile direquindi
se questo doppio CD che raccoglie 31 brani distribuiti lungo tutta
l'attività del gruppo (aggiornando in pratica i vecchi
Beeswax e The Compact XTC) rappresenti una celebrazione postuma
o un semplice riassunto delle puntate precedenti. In ogni caso
è difficile non raccomandarlo, soprattutto ai neofiti del
verbo-XTC: due ore di musica e una scelta complessivamente equilibrata
che prevede tutti i singoli sinora pubblicati dal gruppo più
altri tre brani pescati dagli album. Il tutto è arricchito
da un booklet con i testi e con le riproduzioni delle storiche
copertine che sono parte integrante dell'artigianato musicale del
trio.
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