gennaio 1997
Nel
continente nero....
Esperienza
di solidarietà tra una scuola italiana e i Tuareg del
Mali
Una vecchia canzone degli anni
60 raccontava che "Nel continente nero alle
falde del Kilimanjaro ci sta un popolo di negri alti
alti....".
Sono trascorsi ormai tanti anni, ma
limpressione è che lAfrica sia ancora un
continente poco conosciuto. Non siamo certo nelle
condizioni dei nostri nonni, che sulle carte geografiche
trovavano lAfrica non mediterranea indicata con un
curioso "hic sunt leones", però ancor oggi il
continente africano riesce a trovare uno spazio nei media
solo per le sue calamità naturali (siccità, fame,
malattie) o per quelle provocate dalluomo (guerre,
massacri etnici). Oppure lAfrica è conosciuta
attraverso i suoi emigranti, i cosiddetti "vu
cumprà". Generalmente quindi, lAfrica suscita
sentimenti di pena o di ostilità, ma lAfrica non
è solo fame, guerre o emigranti, è anche gioia, voglia
di vivere e ne sono efficace testimonianza per esempio la
musica, le danze ed altre espressioni artistiche.
Anche nella scuola l'approccio di studio
delle popolazioni e delle culture africane, ed in genere
quelle dei Paesi in Via di Sviluppo, si limita agli
aspetti storici o geografici, senza approfondire le
relazioni esistenti al loro interno. Conoscere e
confrontare l'ambiente e le attività quotidiane delle
genti, i giochi dei bambini, il loro andare a scuola,
stare all'aperto o in altri spazi, é invece una forma
più completa di conoscenza e quindi di rispetto delle
altre culture. In questo modo può essere approfondito
anche il dibattito sulla nostra società, poiché la
conoscenza ed il confronto con le altre culture
permettono di relativizzare la nostra cultura.
E sulla base di queste
considerazioni che tre anni fa allIstituto
Professionale Montagna di Vicenza è cominciata
unattività di cooperazione allo sviluppo che
stimolasse la voglia di "saperne di più" su
questo continente. La prima sorpresa per i ragazzi fu la
scoperta che il "continente nero" poteva anche
essere "blu"!. Infatti nellarea sahariana
vivono i Tuareg, chiamati anche gli "Uomini
Blu" per via del lungo velo color indaco che non tolgono
mai, una popolazione di pastori nomadi che ha scelto il
deserto come proprio territorio. Forse fu il fascino del
deserto o forse fu la capacità di questa popolazione di
vivere in un corretto rapporto uomo/ambiente, fatto sta
che gli allievi del Montagna decisero di impegnarsi in
un'azione di solidarietà a favore dei bambini tuareg di
Abeibara, un piccolo villaggio del Mali (Africa
Occidentale).
L'iniziativa prevedeva la creazione
ed il sostegno di una mensa scolastica che consentisse ai
bambini di andare a scuola per tutto il periodo del primo
ciclo scolastico, che in Mali è di sei anni.
Secondo la tradizione sono le madri
ad insegnare ai propri figli a leggere e scrivere il
tamacheq, la lingua dei tuareg. Purtroppo la lingua
ufficiale del Mali è il francese e quindi i bambini
tuareg, se non frequentano la scuola pubblica, non
possono apprenderlo, aumentando così il rischio di una
futura emarginazione.
Ma frequentare la scuola, per una
società basata sull'allevamento nomade, significa dover
lasciare i propri figli a scuola per tutto il periodo
scolastico.
La scuola diventa così una specie
di college: per dormire non c'è problema, basta una
stuoia per terra ed il letto è fatto; per
l'alimentazione, invece, il problema c'è e sembra
insolubile, in quanto i genitori non sono in grado di
pagare i pasti ai loro figli e lo Stato maliano non ha
fondi a disposizione.
I genitori quindi, seppur a
malincuore, preferiscono tenere i propri figli negli
accampamenti, dove il cibo solitamente non manca,
piuttosto che mandarli a scuola.
In questa situazione di stallo,
l'unica soluzione ipotizzabile era un intervento esterno
che aiutasse i genitori in questa loro volontà di
alfabetizzazione in francese dei loro figli.
Gli studenti del Montagna,
utilizzando la loro creatività e laiuto del
Comitato Genitori e di qualche docente, fino ad oggi sono
riusciti a raccogliere i fondi necessari per realizzare
il progetto attraverso la realizzazione di mostre e di
gadgets come t-shirt, biglietti augurali e segnalibro. A
partire da questanno è stata creata a Vicenza
unAssociazione denominata O.A.S.I.S. (Organismo per
lAiuto ed il Sostegno delle Iniziative di
Scolarizzazione) per rendere più efficace
lintervento.
Chiunque volesse saperne di più
può rivolgersi alle Proff.sse Bertoletti e Colmegna,
tel. 0444-324449.
Maurizio
Verrina
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