Cina,
ora la Grande Riforma si chiama futuro
La morte
del leader e artefice delle aperture alleconomia di
mercato Deng Xiao Ping rilancia in modo drammatico tutte
le inquietudini di un enorme Paese che ora deve
scegliersi una nuova guida e un nuovo programma sociale.
Capace di superare le contraddizioni tra zone povere e in
via di sviluppo, tra industria arretrata e migrazioni
nelle grandi città, voglia di
"americanizzarsi" e tradizioni secolari. Ecco
in un servizio della nostra corrispondente che vive in
Cina, come dietro la Grande Muraglia
hanno vissuto la scomparsa del vecchio condottiero e si
preparano alle sfide del 2000
Martedì 25 febbraio 1997
secondo lordinanza del governo alle ore 10 in punto
le sirene di tutti i treni, di tutte le navi , di tutte
le fabbriche cinesi hanno suonato in segno di lutto,
tutti i cinesi con tre minuti di silenzio hanno salutato
"leccezionale capo, il grande marxista, il
grande rivoluzionario proletario, il grande politico,
militare, diplomatico e combattente comunista lungamente
provato, il Compagno Deng Xiao Ping"; così la
retorica di partito, per bocca di Jiang Zemin ha
consegnato ai posteri il ricordo di Deng nel discorso
commemorativo a lui dedicato.
Sempre in base alle direttive ufficiali, tutti gli
apparecchi televisivi in qualsiasi posto di lavoro
avrebbero dovuto essere accesi per permettere la visione
della cerimonia commemorativa.
Effettivamente
le tv in tutti centri commerciali erano sintonizzate
sulla cerimonia in commemorazione di Deng, ma è pur vero
che tutte le stazioni televisive non hanno trasmesso
nientaltro a reti unificate per lintera
giornata.
Lintera Cina in realtà non si è fermata. Il
mercato azionario, figlio diretto di Deng perchè
fortemente voluto da lui, non si è fermato neppure per
un secondo ed in ossequiosa obbedienza al dio danaro,
forse lunica cosa sacra rimasta, ha continuato
imperterrito le sue contrattazioni.
Cera nellaria,
soprattutto nelle aziende di stato, la necessità di
esprimere un cordoglio ufficiale, di conformarsi a
formule ufficiali che nella loro rigidità e
standardizzazione riuscissero a porre al riparo da ogni
eventuale futura critica o inversione di rotta. Così
può essere letto il divieto emanato a livello centrale
di far scoppiare i petardi (il giorno 21 febbraio era il
15 giorno dellanno lunare cinese - giornata che
chiude il periodo di festività legate al Capodanno
cinese - e normalmente in quelloccasione vengono
utilizzati I petardi) o il divieto da parte di alcune
fabbriche di giocare a carte durante lora di pausa.
Anche il cordoglio nei confronti dei grandi personaggi
politici in Cina deve essere espresso nellambito
delle direttive centrali.
Piu volte in passato a seguito della morte di
importanti personaggi sono scoppiati disordini (il
movimento del 5 aprile 1976 dopo la morte di Zhou Enlai
ed il movimento del89 dopo la morte di Hu Yaobang),
percio al fine di evitare ogni eventuale problema
anche lestremo saluto deve essere regolato.
I notiziari televisivi di
questi giorni, trasmessi senza sigla e con gli speakers
vestiti a lutto, sono stati interamente dedicati alla
morte di Deng, o meglio, lintero palinsesto,
durante il periodo di lutto dal 19 al 25 febbraio, gli è
stato dedicato: tutte le reti televisive sia quelle
centrali che provinciali non hanno trasmesso che
notiziari,documentari sulla sua vita, film sulla lunga
marcia e la resistenza antigiapponese.
La visita del nuovo
segretario di stato americano Medeleine Albright non è
stata riportata dai notiziari televisivi, mentre i
giornali le hanno dedicato un articolo nelle pagine
interne, chiaramente senza citare il problema
"diritti umani", spina nel fianco dei rapporti
diplomatici Usa-Repubblica popolare cinese (Rpc).
I quotidiani, dopo lufficializzazione della morte
di Deng, il 19 Febbraio, per lintera settimana
hanno pubblicato intonsi nelle proprie prime pagine, con
le testate a lutto, gli articoli dellagenzia di
stato Xinhua relativi alla morte del premier e alle prese
di posizione del partito. Tutti gli articoli
sottolineavano limmenso dolore per la scomparsa del
grande uomo politico, spronavano allunita
nazionale e richiamavano ad unirsi sotto la guida del
presidente Jiang Zemin nella continuazione dello sviluppo
della Cina alla luce del "socialismo con
caratteristiche cinesi" promosso da Deng Xiaoping.
Deng che ormai da più anni non ricopriva nessuna carica
politica, era rimasto comunque lultimo arbitro
della politica cinese, o meglio la sua semplice esistenza
giustificava una serie di equilibri di forze e solo
questo può giustificare un lutto nazionale ufficiale
così ampio per un uomo politico in fondo in pensione.
Le sue dimissioni dalle maggiori
cariche dello stato furono progressive ed oculate, a
volte un chiaro mezzo per esautorare altri patriarchi di
partito e rafforzare la propria linea; come nel 1987,
quando durante il 12mo Congresso del Partito comunista
cinese (Pcc) si ritirò da alcune importanti cariche,
spingendo così molte vecchie guardie rivoluzionarie a
seguire il suo esempio e a lasciare più spazio alle
nuove leve che si erano fatte avanti durante il periodo
di riforme, cioè il suo periodo.
Limmediata transizione del potere, adesso, dovrebbe
essere senza problemi. Almeno in superficie, trattandosi
di un passaggio lungamene atteso ed ampiamente preparato.
Lultima apparizione in pubblico di Deng risale al
1994, quando venne a Shanghai per vedere il nuovo ponte
che avrebbe collegato la citta al Pudong - la zona
di sviluppo aperta per sua volontà - ed ormai dallo
scorso dicembre a Pechino circolavano preoccupanti
notizie sul suo stato di salute.
A gennaio la televisione di stato trasmise un programma a
puntate interamente dedicato alla vita e alle opere di
Deng Xiaoping, ma da piu parti si era osservato
come il lungometraggio venisse soprattutto a sottolinere
il legame Deng - Jiang Zemin e a investire
questultimo quale suo ufficiale successore.
A differenza di Mao e di Deng che sostanzialmente da soli
hanno guidato una nazione immensa come la Cina, pare che
Jiang Zemin, pur investito delle piu alte cariche
dello Stato - presidente, segretario generale del Pcc,
capo della Commissione militare centrale - cariche che
sono state prima di Mao e poi di Deng, non abbia la forza
per poter governare da solo e secondo molti la direzione
è già da più tempo collegiale.
Accanto a Jiang Zemin
attualmente impegnati nellopera di governare questo
paese troviamo anche Li Peng (1928), figlio adottivo di
Zhou Enlai , primo ministro; Qiao Shi (1924), capo del
Congresso nazionale del Popolo; Zhu Rongji (1928), vice
primo ministro, attento agli aspetti prettamente
economici; Qian Qichen, vice primo ministro e ministro
degli Esteri.
Trattandosi di una direzione collegiale, sarà la ricerca
del nuovo equilibrio di potere a far eventualmente mutare
qualcosa e se ciò avverrà si renderà evidente durante
il 15mo Congresso del Pcc che si terra ad ottobre.
Senza dubbio qualsiasi mutamento ci possa essere in seno
agli organi direttivi, la Cina dovra affrontare una
serie non irrilevante di problemi.
Leconomia di mercato socialista, questa specie di
ibrido liberalismo economico coniugato ad un forte potere
centrale autoritario, ha portato ad una forte crescita
economica, ma assolutamente non omogenea; ciò significa
che mentre alcune zone costiere si sono già sviluppate e
arricchite, numerose zone interne versano ancora nella
più assoluta povertà. Questa
"leopardizzazione" delleconomia ha dato
luogo a grossi flussi di persone che dalle zone povere
cercano di venire in città, soprattutto verso la costa a
cercare lavoro. La piazza antistante la stazione di
Canton con la sua turbolenta massa umana che si
ripresenta puntuale prima e dopo le festività del
capodanno ne è la vivente testimonianza.
Come gestire questa nuova categoria di popolazione
allinterno di un sistema che non permette il libero
spostamento della residenza?
Di fronte ad uno sviluppo economico così disomogeneo,
riuscirà la Cina a mantenere ancora la sua unità? Oltre
alle eventuali spinte separatrici di natura economica
esistono poi quelli di natura etnica, quali la questione
tibetana o la recente questione degli Uighuri nello
Xinjiang.
Riuscirà il governo cinese a mantenere sotto controllo
il devastante fenomeno della corruzione e del nepotismo,
oppure a seguito di un eventuale rallentamento
delleconomia saremo di fronte ad una situazione
simile a quella della Corea del Sud?
Ed ancora la riforma agricola che inaugurò il periodo
delle riforme: abolendo le comuni non espulse in massa i
contadini dal lavoro, ma al contrario con il sistema
"a responsabilità" diede loro la terra da
coltivare ed in poco tempo il loro livello di vita
migliorò visibilmente. Gli anni 80 hanno
conosciuto la nascita e lo sviluppo delle industrie di
villaggio che spesso di proprietà collettiva, ma poi
sempre più di proprietà privata, hanno creato milioni
di posti di lavoro ed incrementato il livello di vita
della popolazione. Ora le riforme si trovano di fronte lo
scoglio più difficile: lelefantiaco sistema
industriale statale.
La riforma del sistema
industriale cinese non implica solo una profonda
ristrutturazione del processo produttivo, ma lo
smantellamento di una intera struttura sociale che faceva
capo alla fabbrica. Le case, le scuole, lassistenza
sanitaria, le pensioni erano tutte legate alla
"danwei", allunità di lavoro, un
fardello che più nessuna industria può o vuole
sopportare.
Si tratta quindi non di una ristrutturazione industriale,
ma di una profonda ristrutturazione del tessuto sociale,
ristrutturazione necessaria ma dolorosa.
Riuscirà il governo cinese a gestire questa terza e ben
più difficile rifoma?
Nel periodo imminente la morte di Deng nessun esponente
del governo ha osato mostrarsi troppo debole o prendere
decisioni troppo rischiose per non compremettere la
propria posizione nel dopo Deng. Ed ora la Cina, questo
immenso continente, ha bisogno di decisioni più che mai.
Deng Xiao Ping, dal
Libretto Rosso al "Marxismo Contemporaneo"
Deng Xiao Ping nasce il 22
agosto 1902 nella provincia del Sichuan, lascia la Cina
nel 1920 per recarsi in Francia e dedicarsi allo studio
di tecniche che sarebbero state utili al momento del
rientro in patria.Dopo sei mesi di studi non riuscendo a
pagare la retta scolastica inizia a lavorare e a
spostarsi in varie citta francesi. Nel 1926 si reca
a Mosca e da lì rientra in Cina abbracciando
definitivamente la causa comunista.
Partecipa alla Lunga
Marcia e nel 1945 viene eletto al comitato centrale. Nel
1953 e ministro delle Finanze e rimarrà
allinterno delle stanze del potere fino al 1966,
quando assieme allallora presidente Liu Shaoqi fu
accusato dessere il promotore del capitalismo e
inviato nella remota provincia del Jiangxi in una
fabbrica di trattori. Non prima di essere costretto a
sfilare umiliandosi in pubblico con il cappello e le
orecchie dasino destinate ai traditori della
patria.
Deng però è un uomo
tenace e paziente. Così supera le bufere e riappare
sulla scena politica nel 1973 in qualità di vice di Zhou
Enlai e nel 74 a causa del deteriorarsi delle
condizioni di salute del premier, assume nuovamente il
potere.
Nel 1976 a seguito delle
manifestazioni in commemorazione di Zhou Enlai che si
trasformarono in un atto di accusa alla linea della
rivoluzione culturale, Deng fu dimesso dalle sue cariche.
Ma dopo la morte di Mao (9 settembre 1976) e
larresto della banda dei quattro (6 Ottobre 1976)
eccolo di nuovo in auge e durante il terzo plenum
dell11° comitato centrale del Pcc (dicembre 1978)
acquisisce definitivamente le redini del potere ed
inaugura il periodo di profonde riforme economiche che
vertevano a modernizzare la Cina. Sono le "quattro
modernizzazioni": modernizzazione del settore
agricolo, industriale, della difesa, della scienza e
della tecnica.
Il piccolo Deng abolì le
ampie e improduttive comuni agricole, permise ai privati
di darsi al commercio, fondò le Zone Economiche Speciali
(Zes), aprì la porta agli investimenti stranieri,
rivalutò la figura degli intellettuali e
limportanza dellistruzione, della scienza e
della tecnica nello sviluppo della Cina.
Questa serie di riforme
vennero progressivamente a configurare la nuova linea del
governo cinese: il socialismo con caratteristiche cinesi,
ossia leconomia di mercato socialista, teoria
cardine del Deng-pensiero.
Secondo tale teoria, la
pratica di mercato tipica delle economie capitaliste e la
pratica di pianificazione, tipica delle economie
comuniste, non sono che strumenti per la conduzione
delleconomia e non sono di per sè espressione
della natura delluno o dellaltro sistema. Di
conseguenza anche allinterno di un sistema
socialista è possibile far uso della pratica di mercato
al fine di ottenere larricchimento progressivo di
tutta la collettività. In questultimo aspetto,
sempre secondo Deng , si focalizza la differenza fra i
due sistemi : quello capitalista punta
allarricchimento personale, quello "socialista
con caratteristiche cinesi" verte allo sviluppo
delle forze produttive al fine di ottenere un
arricchimento di tutta la popolazione.
Questa in estrema sintesi
è la teoria , o meglio la nuova ortodossia cinese, che
molti si aspettano venga definita ufficialmente
"Marxismo Contemporaneo Cinese" durante il 15mo
Congresso del PCC che si terra ad ottobre.
Nessuno, agli inizi del
periodo di riforme, era sicuro della bontà di tale
teoria. Forse neppure lo stesso Deng. Non a caso molte
delle riforme furono messe in moto in qualità di prove.
Le Zes, per esempio,
volute agli estremi confini della Cina e non direttamente
accessibili a tutti i cinesi, furono agli inizi degli
esperimenti in provetta delle riforme che poi presero
piede in tutta il paese.
La riapertura del mercato
azionario, che pare abbia sollevato non poche discussioni
a livello centrale, si rese possibile perchè Deng nel
pieno del suo spirito pragmatista assicurò che, qualora
il mercato azionario avesse creato problemi, una volta
aperto in capo ad un paio danni di prova avrebbe
potuto essere chiuso nuovamente.
Altro caposaldo del
Deng-pensiero è riassunto nello slogan "Un paese
due sistemi",ossia è possibile secondo Deng che
allinterno dello stesso stato vigano due sistemi:
quello comunista e quello capitalista.
Nellottica di questo
pensiero è stato firmato laccordo congiunto
Inghilterra-Rpc per il "ritorno di Hong Kong alla
madre patria", come qui si dice, ed è sempre sulla
base di questa idea che la Cina sta lavorando al progetto
della riunificazione con Taiwan, tuttora considerata alla
stregua di una provincia ribelle cinese.
La Repubblica popolare cinese ha
assicurato che per 50 anni non vi saranno cambiamenti ad
Hong Kong e che dopo 50 anni non necessariamente ve ne
saranno. Forse, ma da un punto di vista legislativo non
lo è già più. Il Congresso Nazionale del Popolo ha
già approvato la risoluzione secondo la quale al
passaggio di mano verranno abolite alcune parti del
"Bill of right" e modificate una serie di leggi
in materia di ordine pubblico, in quanto considerate in
opposizione con la legge base che verrà a regolare
lHong Kong cinese.
Deng, piccolo di statura e
dallinconfondibile accento Sichuanese è stato per
la Cina un principe illuminato e come tale ha agito: in
ciò sta la sua grandezza come il limite della sua opera.
Ed in questottica devono essere lette le sue
teorie.
Ha concesso al suo popolo
di arricchirsi, ha portato nelle case dei cinesi la
televisione, le creme di bellezza, le riviste di moda, ma
non gli ha riconosciuto il diritto allespressione,
alla parola e alla libera informazione. Perchè la Cina
gli apparteneva.
Come un patriarca che non
riconosca al figlio la maggiore età il suo diritto a
prendere decisioni e a subirne le conseguenze, così Deng
ha continuato ad interpretare il suo ruolo e quello del
Pcc nei confronti del popolo cinese.
La Cina doveva configurarsi secondo
la sua visione: un paese prospero, unificato e comunista,
a qualsiasi costo, anche a quello di Tian Anmen, anche a
quello del Tibet, anche a quello dello Xinjiang. Nelle
sue teorie non cè spazio di discussione per i
valori su cui una società si erge. Di fronte
allevidente deterioramento dei valori socialisti e
al dilagare della corruzione non ha dato la possibilità
alla fioritura di un nuovo pensiero che riuscisse a
rispondere ai nuovi interrogativi posti dalla nuova
società. Di fronte a questa nuova società cinese,
sempre più priva di principi spirituali e che nella
pratica ha posto il danaro come unica fonte di valori,
Deng ha continuato a riproporre la "costruzione
della spiritualizzazione socialista". Ossia amore
alla patria e al partito che con il passare del tempo
sono divenuti sempre piu forma e sempre meno
contenuto .
"Diventare ricchi è
una cosa gloriosa" ha affermato Deng e qualcuno ha
letto il tentativo di fare arricchire il popolo da parte
sua come lestremo tentativo di salvare il Pcc dalla
fine che hanno fatto i partiti comunisti del blocco
sovietico. Tuttavia questo arricchimento, che per ora è
ben distante dallessere collettivo,
progressivamente porterà a sempre più pressanti
richieste sociali che a lungo andare non potranno non
influire anche sulla struttura politica di governo.
Intanto, in puro stile
cinese fatto di simbolismi e metafore, si vedono i primi
segni del futuro politico. A presiedere il rito della
dispersione delle ceneri di Deng assieme ai familiari,
c'era a sorpresa il più giovane dei membri del
super-politburo del partito comunista, Hu Jintao, 53
anni, fino ad oggi solo 7° nella gerarchia governativa
del Paese. Ma ieri c'era lui, su "incarico diretto
delle autorità centrali". La sua presenza accanto
agli eredi di Deng Xiaoping e le continue riprese in
primo piano che gli ha dedicato la tv di Stato
significano, nel complesso linguaggio politico cinese,
che Hu Jintao sarà probabilmente tra breve il successore
(politico e ideologico) del leader scomparso.
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