Index ATTUALITA' - Marzo 1997


Vi benedico via E-mail

Ha dormito con gli immigrati clandestini nelle chiese di Parigi per farsi poi cacciare dalla polizia; era sulla nave Rainbow Warrior di Greenpeace che disturbava le esplosioni atomiche a Mururoa; vuole il matrimonio per i preti e le donne-sacerdote ma soprattutto una chiesa dalla parte dei poveri. Così il Vaticano lo ha cacciato dalla sua diocesi di Evreux e gliene ha assegnata una nel deserto algerino. Ma lui, il vescovo francese Jacques Gaillot, non si è scoraggiato e ha aperto una diocesi su Internet. Dove fa anche il catechismo elettronico

Di sicuro c’è che tutto quello che fa lascia il segno. Forse perché, come ha detto di lui stesso, si sente un po’ come Giovanna D’Arco, guerrigliera solitaria della sua battaglia di religione. Così Jacques Gaillot, vescovo francese di 61 anni, ha scelto di vivere (e proporre) la fede in modo diverso. Cioè contro. E’ quando è stato allontanato dalla sua diocesi di Evreux e nominato per punizione responsabile di una diocesi inesistente in mezzo al deserto algerino, si è costruito il suo pulpito su Internet.

E’ lontanissimo dall’immagine classica e forse un po’ italiana del porporato, Gaillot. Con il vescovo padrone della sua diocesi, chiuso nelle sue eleganti stanze della Curia, invitato dalle autorità a feste e inaugurazioni. Insomma una specie di "prefetto" del Vaticano. Il monsignore francese invece un giorno si è stancato: si è tolto stole e "papaline" rosse (meno l’anello) ed è andato a dormire nelle chiese di Parigi con gli immigrati, i nordafricani di credenza musulmana e i clochard e con loro si è fatto cacciare dalla polizia; appoggia il matrimonio dei preti e le donne-sacerdote; contrario alle atomiche francesi di Mururoa, è salito sul vascello Rainbow Warrior di Greenpeace che veniva abbordato dalla marina militare di Mitterand. Ma soprattutto dice che la Chiesa deve venire dal basso e non essere imposta, che deve schierarsi veramente con i poveri, che deve lasciare spazio alle piccole comunità.

Ufficialmente non gli hanno mai detto perché gli è stata tolta la diocesi di Evreux. Lui comunque lo sa: "Il mio vicario generale ha scritto un dossier segreto su di me e l’ha spedito al Vaticano - racconta - Poi è intervenuto anche il ministro francese Pasqua in persona, visto che mi ero schierato contro le sue leggi razziste e inumane sugli immigrati e contro l’atomica". Tanto per le sue idee su una chiesa quasi francescana era già abbastanza sgradito alla Santa Sede. Così hanno colto l’occasione: via da Evreux e nomina a vescovo di Partenia, un distesa di sabbia (tanta) e palme (poche) nel sud dell’Algeria dove non esiste più una diocesi dal 400 dopo cristo. Insomma una beffa. Ma lui ha ringraziato: "Beh, lì ho fatto il servizio militare da giovane...".

La sua risposta comunque è arrivata subito: quale "diocesi" è più aperta e senza confini di una diocesi su Internet? Così è nato il sito Partenia (www.Partenia.fr), dove Gaillot pubblica la lettera che ha inviato un anno fa a Giovanni Paolo II, dove la gente scrive e domanda, dove si parla del nuovo modo di essere cattolici. Sono migliaia le persone che parlano per via elettronica con il vescovo Gaillot. E lui, non contento, ha inaugurato anche l’E-catechism, il catechismo per posta elettronica.

Così monsignor Gaillot, unico vescovo di due diocesi-che-non-ci-sono (una fatta di sabbia e una di bit) può ora parlare a tutto il mondo della sua idea di cattolicesimo "perché - dice - sulla Rete non c’è un centro, metafora di una chiesa diversa e orizzontale dove il dialogo è libero". Sfrattato (materialmente) da una specie di comune parigina, monsignor Jacques Gaillot ora vive da solo con un milione e mezzo al mese in un appartamentino senza cucina di un condominio parigino "al settimo piano senza ascensore". E per mangiare va dagli amici.

Che la sua speranza in una chiesa povera sia pura utopia, può darsi. Ma meglio non scommetterci troppo: il rapporto tra la Chiesa Cattolica romana dei dogmi e delle certezze assolute e i fedeli in Italia, in Europa e nel mondo diventa ogni giorno più difficile (vedi le contestazioni alla visita di Papa Woijtila in Francia o il voto pro-aborto nella ex cattolicissima Polonia). Mentre cresce la voglia di una chiesa più a misura d’uomo. Cioè quella che vuole il vescovo Gaillot. Ecco, nell’intervista che segue, il pensiero del "vescovo rosso". (English)

1) Vescovo Gaillot, di cosa la accusa esattamente la Chiesa di Roma? Il Vaticano le ha scritto qualcosa, c’è un documento ufficiale?

I soli documenti sono la rassegna stampa che ho raccolto nel mio sito web dal gennaio del 1995. Ufficialmente non c’è stata una presa di posizione precisa da parte della Santa Sede, comunque io credo che a pesare sulle decisioni del Vaticano sia state le mie scelte a favore degli immigrati e sulle leggi anti-immigrazione del ministro francese Pasqua, su cui ho scritto un libro.

2) Quanto si sente oggi in sintonia con la Chiesa cattolica e il Papa? Lei ha detto che Giovanni Paolo II è un politico che non accetta dissensi: conferma queste opinioni?

Mi sento in piena comunione con il Papa e lo ringrazio per avermi concesso la diocesi di Partenia. E’ grande. Non so neanche da dove abbiate preso quella dichiarazione, aver qualificato come "politico" il Papa non fa parte del mio vocabolario. Ci siamo incontrati nel dicembre del ‘95 e l’incontro fu molto cordiale.

3) Ma qual’è secondo lei il confine tra le sue posizioni non certo "allineate" e il suo voto di obbedienza?

Non sono un religioso di ordini o congregazioni e quindi non ho fatto voto di obbedienza. Io credo nel corpo episcopale e sono in comunione con i miei fratelli. Il fatto è che nella Chiesa c’è spazio per molte opinioni che non hanno nulla a che vedere con i dogmi della fede.

4) Matrimonio per i preti, donne-sacerdote, omosessualità, controllo delle nascite: i problemi etici sono tanti. Qual’è la sua opinione?

Su queste cose potrei scrivere un libro! Ora posso solo ripetere che ciò che non è definito dalla Chiesa è aperto alla discussione. Questo è il motivo che ci ha fatto inziare l’esperienza del catechismo via E-mail.

5) Vescovo Gaillot, perchè crede in Internet?

Io credo solo in Dio. E come ho già detto, nella Rete non c’è un centro che decide e questa è la novità. Non posso mettermi qui a citare le tante risposte positive che ho ricevuto. Chi vuole può andare a vedere sul nostro sito le cifre raccolte in un anno. Certo è un grande mezzo di comunicazione.

6) Dopo l’"E-catechism", il catechismo via posta elettronica, dal suo sito Partenia sarà possibile celebrare anche la messa on-line?

Gesù prese vero pane e vero vino, non cose virtuali. Inoltre con la messa il sacerdote riunisce la comunità nel nome di Cristo. Per questo non è fattibile una messa via Internet: non esiste una comunità, nel senso fisico del termine.

7) Quante persone visitano ogni giorno la diocesi virtuale di Partenia? E in futuro cosa ne sarà dei suoi seguaci?

Quanto alle cifre, basta andarsi a vedere il sito del 13 gennaio. E comunque non chiamerei chi mi scrive o naviga in Partenia "seguaci": sono solo persone in cerca di un modo diverso di pensare. E per quanto mi riguarda, non sono in cerca di discepoli...

8) Si considera veramente un "vescovo rosso", come l’ha definita qualcuno?

Tutti i cardinali vestono di rosso! Potrei citare Helder Camara (vescovo sudamericano "ribelle" spesso in contrasto con il Vaticano: ndr): "Quando aiuto i poveri, la gente dice che sono un sant’uomo. Quando aiuto i poveri a prendere la loro vita nelle loro mani e diventare responsabili di loro stessi, mi chiamano ‘vescovo rosso’". Beh, se mi chiamate così in questo senso, allora sono ben felice di essere chiamato "vescovo rosso".

9) Che tipo di chiesa vorrebbe il vescovo Gaillot? Che tipo di Papa? E che mondo cattolico spera di vedere in futuro?

Mi piacerebbe una Chiesa che vive con la gente, incoraggiando piccole comunità cristiane: comunità dove regni l’amicizia, devote, di fede profonda e vicine ai loro fratelli e sorelle che vivono nello stesso mondo. Poi vorrei un Papa per il mondo e non solo per la Chiesa cattolica: un Papa che aiuti la Chiesa alla "scelta dei poveri", o come qualcuno dice a "parteggiare per i poveri". Il futuro? I cambiamenti verranno dal basso, dalle radici, e non caleranno dall’alto. Per questo ho speranza. E per questo non sono preoccupato.