Pornografia,
sfruttamento, violenza
Meglio la censura o il rispetto delluomo?
Il
"mercato del sesso" parla un linguaggio facile,
fatto di immagini e comprensibile a tutti. Per questo
vende bene in tutto il mondo. Ma al di là di orrori e
abusi, cè un territorio dai confini vaghi e
sfumati che non deve intaccare libertà ed erotismo.
Perché la vera violenza è calpestare la dignità delle
persone
Non hanno bisogno di
traduzioni, al contrario dellinglese non richiedono
alcun apprendimento, e sono in grado di superare
qualsiasi frontiera. Anche se bambini e adolescenti non
possono comprenderne fino in fondo il significato, sono
perfettamente in grado di consumarle.
Forse è questa la ragione
principale per cui le immagini pornografiche sono tanto
diffuse, rappresentate, vendute e lucrose. La spazzatura
violenta e sporcacciona è semplice da realizzare, poco
costosa da produrre, e può essere smerciata in tutto il
mondo. Quindi è un prodotto vincente.
Quando è fuori legge,
salgono i rischi e i costi, ma anche i prezzi di vendita.
Marc Ducroux (criminale sessuale e assassino, arrestato
soltanto dopo che aveva rapito e ucciso due bambine in
Belgio: Melissa e Julie) vendeva video porno di sua
produzione, e guadagnava bene. Ogni volta che spariva
qualche bambino il suo conto in banca ingrassava: le
cifre andavano dai 700.000 ai due milioni di franchi.
Violenza e pornografia
vengono messe in scena nellambito di sfondi
scontati e ripetitivi. Lentità femminile che abita
allinterno di queste costruzioni della creatività
umana è anchessa scontata, banale, sempre uguale.
Venere sfrattata dallOlimpo e riciclata nei
supermercati, soddisfa completamente limmaginario
maschile più dozzinale. Generalmente parla come un uomo,
si comporta come un uomo, desidera come un uomo. Che sia
un uomo travestito?
Molto spesso non si tratta
di una donna intera, ma solo di qualche pezzo. La
macchina fotografica o la telecamera smembra il corpo
femminile, inquadrando e isolando le solite parti
anatomiche, mentre donne sbudellate e sanguinanti
abbondano in gialli e polizieschi.
Non è
facile scindere la violenza dal semplice erotismo.
Buona parte
delliconografia pornografica è intrisa di
aggressività. La pornografia è dunque un territorio dai
confini vaghi e sfumati. Il termine creato da Restif de
la Bretonne, che allude alla rappresentazione della
prostituzione (grafeo = scrivo, disegno, porne =
prostituta), risulta ormai insufficiente a definire con
esattezza loggetto in questione.
Cè chi sostiene che
la pornografia è tutta salute, beninteso se è prodotta
e consumata da adulti in grado di intendere e di volere.
In caso di inibizioni sessuali sarebbe addirittura
terapeutica. "Fate lamore e non la
guerra", e la pornografia sarebbe solo amore. Nel
69, uninchiesta voluta dal presidente
americano Nixon stabilì che la pornografia non genera
violenza. Per loccasione venne coniata una nuova e
memorabile definizione della pornografia: materiale
sessualmente esplicito.
Ben diversa
lopinione del pontefice Giovanni Paolo II, espressa
nellenciclica Veritatis Splendor. La pornografia
viene accusata di svilire lessere umano,
trasformandolo nello strumento di un piacere rudimentale
e di un guadagno illecito. Niente distinzioni tra
pornografia ed erotismo, tra volgarità e arte,
divertimento e violenza: tutto ciò che è materiale
sessualmente esplicito rientra nello stesso calderone
da censurare.
La letteratura femminista
oscilla tra una decisa condanna della pornografia (rende
la donna un oggetto meschino, è una metafora della
predominanza maschile nella società, o addirittura
propaganda in favore dello stupro, è da censurare) e una
cauta accettazione (la pornografia è una espressione
della sessualità odierna, fa parte anche
dellimmaginario femminile, non è da rifiutare in
blocco).
Le forme
in cui il desiderio prende forma sono tante, diverse,
stravaganti.
A volte si materializza in
raffinate opere artistiche, in cui il sesso è esplicito
ma non fine a sé stesso. Altre volte assume sembianze
ben più squallide. Dipinge donne virtuali e donne di
carta, ombre colorate che strizzano locchio dal
video televisivo o telematico, caldi fantasmi evocati da
dialoghi telefonici a luci rosse. In ogni caso le donne
ritratte in queste forme fantastiche sono molto distanti
dalla carne e dalle ossa delle donne reali.
Il rischio è quello di
sottovalutare questa distanza. Incombe soprattutto su
bambini e adolescenti, che non di rado non hanno a
disposizione altra educazione sessuale oltre alla
spazzatura pornografica.
Il
rischio peggiore è laggressività contro la donna,
non di rado esplicita, che pullula in mezzo a questa
spazzatura.
Alcune ricerche presentate
nellambito del congresso della Società
Internazionale per la Ricerca sullAggressività
(Strasburgo, agosto 1996) rivelano che lesposizione
al materiale pornografico, soprattutto se aggressivo e
degradante, induce adolescenti e adulti maschi a non
condannare la violenza contro le donne. La violenza
sessuale in particolare viene privilegiata da una
speciale forma di comprensione, che si concretizza nelle
ben note frasi fatte: "lei provocava" "lei
ci stava" "lei se lè cercata".
E allora che fare?
Invocare lintervento della censura? Vietare solo le
forme più deteriori di pornografia, o anche tutto ciò
che è erotico?
Ma lerotismo non
produce mostri. A questo proposito vale la pena di fare
riferimento ad una lettera aperta di Carine Russo, madre
di Melissa, una delle due bambine rapite e uccise da Marc
Dutroux. Questa lettera sembra indicare la via giusta:
non censurare e nascondere, ma denunciare e reagire. Non
esitare a puntare il dito contro chi si dimentica della
differenza che passa tra un oggetto di consumo e un
soggetto umano.
La lettera è centrata su
un punto: il rispetto. Ma non ha nulla a che vedere con
ciò che è materiale sessualmente esplicito. Infatti fa
riferimento al comportamento dei giornalisti della
trasmissione televisiva "AU NON DE LA LOI",
andata in onda il 17 novembre 1996.
Carine Russo racconta il
modo in cui loro, i genitori di Melissa e Julie, sono
stati trattati. I giornalisti, durante la cena che
precedeva la trasmissione, sono arrivati al punto di
voltar loro la schiena e negare qualsiasi forma di
saluto. Durante la trasmissione si sono comportati senza
cortesia, senza rispetto, senza riconoscere loro lo
statuto di esseri umani.
Ben più orribile è stata la rivelazione,
in diretta, dei risultati dellautopsia effettuata
sui corpi delle loro bambine. A loro, i genitori,
laccesso a quei risultati era stato proibito
"per evitare che subissero un altro choc". Non
avevano potuto nemmeno rivederle per lultima volta.
Per poi essere costretti a sapere in diretta, dalla bocca
di una giornalista, che Julie e Melissa avevano subito
gravi sevizie sessuali. "Una volta ancora, una volta
di più, ci siamo sentiti ingannati, traditi, manipolati
e violentati".
La pornografia vende corpi
e fantasie come prodotti da consumare in fretta. Questi
giornalisti hanno messo in vetrina morte e sevizie
sessuali su due bambine, calpestando e usando i
sentimenti e la dignità dei loro genitori. Come se
fossero oggetti trascurabili. Forse hanno inventato la
forma peggiore di pornografia esistente sul mercato.
Per chi volesse
mandare un messaggio di solidarietà ai genitori di Julie
e Melissa, o sapere qualcosa di più:
http://www.europeonline.com/bel/index.asp
Antonella di Martino
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