Viaggio tra i vini
d'Italia
VIGNETO LA
CASUCCIA
Gaiole
in Chianti -Siena -Italia
L'immagine del fiasco impagliato,
presente in molte vecchie citazioni cinematografiche,
come stereotipo della cultura italiana, ci conferma che,
fino a pochi anni fa, il vino per antonomasia all'estero
era il Chianti. L'indubbia popolarità, se da una parte
ha favorito la commercializzazione di questo nobile e
generoso vino, dall'altra parte ha portato ad una
produzione eccessivamente elevata a scapito,
naturalmente, della qualità. Adesso il Chianti(anzi,
"i" Chianti) invecchia e si affina nelle
"chiantigiane" (simili alle bordolesi) in vetro
marrone scuro e ultimamente ha ripreso quota e si sta
imponendo ad alti livelli sul mercato mondiale, grazie
agli sforzi e all'impegno di alcune aziende che hanno
voluto recuperare alla sua dignità un vino che è
simbolo della Toscana. Una di queste è il Castello di
Ama in provincia di Siena (nel comune di Gaiole in
Chianti); qui dalle "ambrosie viti" di uno dei
cru gioiello dell'azienda (gli altri sono : Bellavista,
S.Lorenzo, Bertinga), baciato dalla buona sorte (come
tutti i rossi di quell'annata) e con il contributo
dell'enologo Marco Pallanti, è uscito, nel 1990, un
piccolo capolavoro dell'enologia italiana. Ho degustato
la bottiglia n° 02746. Il colore rosso porpora con
riflessi "bluastri" faceva presagire grandi
cose. E così è stato: ha sedotto l'olfatto con profumi
di vaniglia e di giaggiolo contornati da note suadenti di
frutti di bosco maturi. Ma è nella cavità orale che
sprigiona la sua eccellenza: tannini nobili, giustamente
aggressivi, calore, carattere, con una superba struttura,
con un sentore di corniola matura e con un finale di
notevole persistenza. Peccato veramente non averlo potuto
accompagnare ad una beccaccia allo spiedo, ma era
splendido anche così: da solo, da meditazione.
Piergiorgio Casara (sommelier)
|