Nord
est, nasce il partito che " spiazza" Bossi e
Prodi
Nord est, prima era sulla
bocca di tutti per il modello imprenditoriale, adesso
diventa un partito: un salto di qualità che spiazza
Bossi da un lato e dallaltro lo stesso presidente
del Consiglio, Romano Prodi. Comprensibili le ragioni del
senatur che oltre a Roma Ulivo e Roma Polo adesso deve
vedersela anche con Venezia, con un nuovo partito (per
ora resta movimento, ma preannuncia operatività nel giro
di due mesi) che va a pescare nel bacino di chi vuole il
federalismo, ma non condivide lipotesi secessione.
Non a caso Bossi anche su questo piano, al recente
congresso della Lega ha spostato il tiro, rinviando a
data da destinarsi la guerra dindipendenza del
Nord. Daltra parte non devessere bello
voltarsi indietro e accorgersi che il partito del Nord
est nel Veneto e Friuli Venezia Giulia sembra fatto
apposta per rosicchiare consensi sul fronte moderato. Ma
nemmeno Romano Prodi ci sta a leggere la nascita di
questo nuovo soggetto politico a cuor leggero, anzi lo
boccia in 70 righe con un articolo pubblicato in prima
pagina dal "Gazzettino" in cui rimprovera alla
nuova formazione politica di aver fatto un autogol. Non
conta che tra gli ispiratori ci sia gente come Giorgio
Lago, che dopo aver "palpato" (per trasformarli
in copie di giornale) gli umori dei veneti ora tenta
lalchimia, forse convito che basta una vocale per
trasformare i lettori in voti, le copie in preferenze.
Prodi scomunica anche Massimo Cacciari, accusandolo di
rompere le tasche allUlivo e di non aver capito
"la positività di movimenti politici organizzati
che esprimono una strategia federalista radicale, sì, ma
coerente e fondata su proposte e programmi
definiti". Discolo dun sindaco. Ma a chi si
riferisce Prodi: alla Lega? AllUlivo? Al Pds? Quali
sono effettivamente i movimenti che "cercano di
rappresentare in modo razionale, senza ideologismi,
settarismi, demagogie, distinte eppure inseparabili,
verso la compiuta autonomia degli Enti locali"?
Quale partito interpreta questo campionario di certezze?
Anche il ministro ai
Lavori Pubblici, Paolo Costa, che di Veneto se ne intende
e che sa cosa si muove tra la laguna di Venezia e le
sponde del Garda , più realista del suo premier
conviene: "se il governo non riuscirà a soddisfare
le esigenze di fondo sostenute dal partito del Nord est
è bene insistere, organizzarsi, saper scegliere, fare
progetti, dire a chiare lettere cosa vuole la gente che
abita tra Venezia e Trento, tra Udine e Rovigo".
Cacciari non si è perso
danimo per i complimenti di Prodi tanto che dopo 24
ore gli ha risposto "attento Romano, questa è una
cosa seria, un movimento che tenta di dar rappresentanza
in modo razionale, senza ideologismi, settarismi,
demagogie, le spinte distinte eppure inseparabili verso
la compiuta autonomia degli Enti locali e insieme vesro
una riforma del sistema fiscale, previdenziale, che
sostenga davvero limprenditorialità autentica, che
ne promuova la formazione, che ne incentivi la capacità
di competizione internazionale". In altri termini
"più cautela a sminuire il Nord est e arrivederci
alle elezioni".
Alla presentazione ufficiale del
nuovo partito anche limprenditore padovano Mario
Carraro, ex presidente degli industriali veneti, uscito
dalla giunta dellAssindustria perché non allineato
con Fossa e sempre più convinto della possibilità
esista un capitalismo avanzato in grado di coniugare
progresso, utili e riforme sociali. A sostegno del nuovo
partito ci sono anche i numeri: a un elettore veneto su
quattro il partito del Nord est convince sul serio, ad un
altro 30 per cento lidea affascina, solo il 15 lo
considera con diffidenza, mentre il 30 per cento lo
esclude senza incertezze.
In queste percentuali,
dice no davanti alle telecamere anche il ministro Tiziano
Treu , poi sinforma sulla prossima convention.
Mario Rigo, coordinatore del nuovo movimento insieme a
Franco Conte per il Veneto, Luciano del Fre per il
Friuli, Marco Battisti (nipote dello storico Cesare) per
il Trentino sono le punte di diamante di una forza che
può sfoderare adesioni a grappoli. Come quella dei 52
sindaci presenti al battesimo del nuovo partito, dei 17
consiglieri provinciali (più il presidente della
provincia di Padova Renzo Sacco e lex vicesindaco
di Treviso Giorgio Bonet, dei 283 rappresentanti delle
categorie tra i quali spicca Giuseppe Bortolussi, leader
degli artigiani veneti.
Mauro Carrer
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