Quelli che seguono sono
alcuni degli interventi che il Coordinamento Nazionale
Sindaci ha presentato in questi mesi. Si tratta della
relazione del sindaco di Soave (Verona) al Convegno
sullAlta velocità "Ferrovie : continuità o
svolta" tenuto nella Sala del Cenacolo Camera dei
deputati a Roma il 17 gennaio 1997 davanti al ministro
dei Trasporti Burlando; e della lettera spedita il 10
febbraio scorso dai sindaci e dalle associazioni degli
agricoltori del Veneto a Consiglio, Giunta e capigruppo
della Regione Veneto. Il linguaggio (abitudine dura a
morire) è quello un po troppo burocratico tipico
delle amministrazioni pubbliche. Sono comunque documenti
che possono dare unulteriore idea
dellargomento e della battaglia in atto sul
progetto Tav
Relazione del
rappresentante del Coordinamento nazionale sindaci
nellincontro tenuto nella Sala Cenacolo della
Camera dei deputati:
Il tema scelta dalla
presente conferenza riscontra interesse ed apprezzamento
perché interpreta e riassume il comune sentire dei
cittadini e delle comunità locali.
Il Coordinamento nazionale
dei sindaci con questo intervento intende dare un
contributo ad un dibattito che dischiuda nuovi spazi di
approfondimento e di ricerca ed essere anche una
testimonianza di un'esperienza politica drammatica e
straordinaria. Drammatica perché l'alta velocità ha
messo in evidenza quanto il sistema politico italiano
operi lontano dalla vita reale dei cittadini e dei loro
bisogni. Straordinaria, perché l'alta velocità ha fatto
emergere nelle comunità locali potenzialità di
partecipazione, ma ha soprattutto consentito la verifica
"sul campo" anche se in modo non esplicito
dell'antico dilemma che segna il dibattito sulle
autonomie. Dilemma tra quanti nei procedimenti
decisionali di fatto operano concependo un sistema
regionale di autonomie locali, e introducendo così una
gerarchia dì valori tra diversi livelli istituzionali
che declassa i Comuni ad Enti subalterni, e chi come il
Coordinamento dei sindaci ritiene di far propria la
riflessione neo-comunitaria sui diritti del cittadini a
partire dalla propria Comunità di appartenenza e
affermando un concezione politico-istituzionale che
riconosce l'anteriorità allo Stato e a maggior ragione
alle Regioni, delle Comunità Locali ordinate in Comuni.
1 Sindaci denunciano la
compressione e l'angustia in cui si è trovata
lamministrazione locale, stretta fra le istituzioni
sovraordinate che impongono scelte compiuta altrove senza
lasciare spazio alla valutazione e al confronto e la
legittima pretesa dei cittadini che rivendicano il
riconoscimento del ruolo di interlocutori nelle scelte
destinate ad incidere sull'assetto sociale della
collettività, sulla salute e sul patrimonio ambientale.
I numerosi documenti
inviati ai responsabili del governo centrale e locale per
la ricerca di momenti di confronto e mediazione hanno
incontrato solo indifferenza e in alcuni casi anche
palesi tentativi di delegittimazione politica.
In questa sede, il
Coordinamento nazionale desidera portare l'esperienza che
vede, nei territori interessati al passaggio della linea
ad alta velocità, 75 sindaci decisi ad intraprendere
unazione comune. Azione finalizzata non solo e non
tanto a contrastare il progetto alta velocità ma
soprattutto ad affermare un nuovo modo di fare politica
fondato sulla trasparenza, sul confronto dialettico tra
le parti e sulla mediazione degli interessi in gioco.
I Sindaci non intendono
sottostare a intimazioni a pressioni di tipo politico,
nelladerire a sollecitazioni e istanze di patentati
economici in nulla e per nulla interessati al benessere
collettivo. Il Coordinamento nazionale dei sindaci che
qui oggi ho l'onore di rappresentare intende
smascherare l'inganno sotteso alle motivazioni
formalmente addotte a sostegno del progetto Alta
velocità (av). La giustificazione formale si fonda sulla
presunzione che la linea ad av sia essenziale per
l'ingresso dell'Italia in Europa. Senza dubbio è un
argomento di forte attualità e non privo di impatto
emozionale. Ad esso è associato un argomento forte: il
progresso. Opporsi al progresso è segno di arretratezza
culturale. I sindaci considerano tali argomenti
pretestuosi e ricattatori. E anche i cittadini da parte
loro esprimono critiche e perplessità.
Le esigenze di governo
delle comunità locali richiedono risorse adeguate per
far fronte ai numerosi e differenziati bisogni, che una
società moderna ed in continua evoluzione esprime e
sollecita: sistema dei trasporti efficiente, strutture
scolastiche sufficienti: condizioni idonee al lavoro e
allesercizio dell'attività di impresa;
investimenti per la tutela dell'ambiente. Gli enormi
investimenti surrettiziamente attribuiti all'intervento
di imprese private, in realtà sottraggono risorse
pubbliche che potrebbero essere opportunamente e
doverosamente destinate alla soluzione dei problemi sopra
citati. In definitiva i sindaci non intendono accettare
il progetto alta velocità perché non intravedono nello
stesso un funzionale collegamento con i bisogni dei
propri cittadini.
Non esiste, per esempio,
in riferimento alle tratte, MI-VE e GE-MI, un calcolo di
redditività economico, finanziario, sociale. La
progettazione economica non è mai combinata alla
progettazione ingegneristica. E' inaccettabile la logica
politica sottesa a un progetto che movimenta migliaia di
miliardi della collettività, che apre buchi nelle
montagne, che sconquassa interi paesi, costruisce
viadotti di due piani e nel contempo non consente ai
cittadini di fare ragionamenti logici basati su dati
verificabili. I sindaci vorrebbero discute di av come di
un problema ordinario in cui si tratta di stabilire, in
qualità di Enti pubblici coinvolti, se conviene o no
realizzare il progetto ragionando in termini ordinari:
quanto costa? Quali vantaggi ci sono? Quali effetti ci
sono?
La dissociazione tra
analisi economica e progetto di ingegneria rappresenta
sostanzialmente il non interesse nel processo di
scelta degli investimenti per la valutazione degli
effetti degli investimenti stessi. Questo nella realtà
italiana avviene perchè: 1) si considerano gli
investimenti pubblici come investimenti sociali quindi
difficilmente valutabili col metro del rendimenti
economico; 2) il prevalere nell'azione politica di
logiche di breve periodo.
L'assenza di domanda per
la valutazione economica dei progetti porta alla
enfatizzazione dell'approccio puramente ingegneristico.
Il progetto di ingegneria fornisce maggiori certezze e
l'elevato contenuto disciplinare ne limita l'accesso ai
soli addetti ai lavori e lo rende oggettivamente meno
discutibile. La complessità tecnica garantisce della sua
validità e ne accredita un'immagine di serietà. La
scelta però è un compito politico e deve avvenire in un
contesto di razionalità che deve configurarsi come
processo che permette ad un operatore orientato alla
realizzazione di determinati obiettivi di scegliere tra
più alternative, in modo da realizzare nella maniera
ottimale gli obiettivi prefissati.
L'analisi dei costi e
benefici è fondamentale per una consapevole e
responsabile scelta e l'assenza di questa strumento
trasforma una possibilità di pianificazione a favore di
tutti in una acquisizione di ricchezza a favore di pochi.
L'occasione della presente conferenza è propizia per
rinnovare un pressante appello al governo e parlamento
anche in vista delle risposte agli interrogativi posti
nell' art. 29 del collegato alla finanziaria sui quali il
governo dovrà riferire alla Commissione trasporti.
Le grandi scelte, quelle
destinate a durare nel tempo ma che portano con sé una
forte incidenza nella vita sociale devono essere pensate
ed operate con il solo criterio dell'interesse generale,
fondato sui diritti e sui bisogni dei cittadini e delle
comunità. Nel merito del progetto av si rileva che lo
stesso non è collocato in una visione globale e
sistemica dei trasporti e che le soluzioni tecniche
operate hanno trascurato le notevoli negative influenze
sociali e ambientali, i cui effetti si dilatano nella
prospettiva temporale del lungo periodo. I sindaci
ritengono che esigenze di rinnovamento della mobilità di
persone e merci riguardano non la velocità estrema ma le
risposte alla domanda drammaticamente prioritaria che
concerne il trasporto pubblico regionale, locale ed il
trasporto merci. L'assenza di soluzioni a tali
problematiche mette in discussione i livelli di
accessibilità nelle numerose aree metropolitane e
regionali, danneggiano pesantemente la competitività e
l'efficienza complessiva del sistema produttivo e infine
insidiano la qualità della vita e la salute dei
cittadini.
I sindaci chiedono che sia
il tempo la variabile indipendente dei progetti
legati al trasporto e alla mobilità urbana, al fine di
trasformare l'insieme disordinato dei trasporti in un
sistema ordinato nel quale va cambiato il peso relativo
delle varie componenti. E che tale modifica di riparto
non deve essere il mezzo con cui si risana la situazione
ma solo il fine ultimo di tutta una serie di politiche
convergenti. La presenza del ministro Burlando mi induce
a chiedere, in qualità di rappresentante del
Coordinamento nazionale dei sindaci, un parere sulla
circolare del ministero dell'Ambiente, afferente la
esplicazione della Via. Nella circolare viene affermato
che risponde al suo significato la Via se viene espressa
sull'intero progetto di massima. Da ciò discende la poca
utilità di una Via espressa per segmenti di linee ad
Alta velocità come attualmente sta avvenendo per le
tratte TO-MI; GE-MI; MI-VE. L'assurdo si raggiunge quando
vengono enucleati i nodi dalle tratte e su
questultima viene espressa la Via.
A nome del Coordinamento
viene quindi richiesto formalmente al ministro un
incontro quale esito conseguente della Conferenza Tecnica
insediata il 17.09.1996 e le cui determinazioni da parte
dei tecnici dei coordinamenti sono state trasmesse al
ministro nella seconda decade di dicembre. Il
Coordinamento infine gradirebbe conoscere il contenuto
della relazione di Italferr e Tav.
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Al presidente del
Consiglio regionale, al presidente della Giunta regionale
e ai capigruppo consiliari.
I sindaci di Altavilla,
Arcugnano, Brendola, Caldiero, Castelnovo del Garda,
Gambellara, Grisignano di Zocco, Grumolo delle Abbadesse,
Longare, Montebello, Monteforte d'Alpone, Mestrino,
Peschiera del Garda, San Martino Buon Albergo, Soave,
Sommacampagna, S.Giovanni Lupatoto, Torri di Quartesolo e
Vicenza, unitamente e d'intesa con le associazioni degli
agricoltori Cia, Coldiretti e Unione agricoltori,
registrano con soddisfazione la decisione del consiglio
regionale Veneto di discutere la mozione concernente la
verifica per la tratta Peschiera-Mestre dell' Alta
velocità negli aspetti richiamati dallart. 29 del
ddl collegato alla finanziaria.
I sindaci e le
associazioni degli agricoltori ritengono che il progetto
è il risultato di determinazioni maturate in ambiti
istituzionali lontani dalla vita dei cittadini, mentre le
stesso produce effetti fortemente incidenti sulla
vivibilità della comunità stesse. L'inesistenza di
calcoli di redditività economico-finanziaria e sociale,
rende impossibile lesercizio di ragionamenti logici
che si fondino su dati verificabili e non consente ai
cittadini di stabilire la convenienza alla realizzazione
del progetto. La mancata valutazione economica del
progetto porta all'enfatizzazione dellapproccio
ingegneristico e lelevato contenuto disciplinare
limita l'accesso ai soli addetti ai lavori, rendendolo
oggettivamente poco discutibile. A fronte di tali
constatazioni, è emersa l'esigenza di attivare un
percorso di concertazione che coinvolga sinergicamente
Regione, Provincia e Comuni, fondato sui seguenti
presupposti:
1) Riconoscimento dei
diritti del cittadino, a partire dalla propria comunità
di appartenenza.
2) Considerazione del
territorio come parte integrante del patrimonio delle
collettività, essenziale per la vita e lo sviluppo delle
stesse.
3) Razionalità nelle
scelte, che devono configurarsi come percorsi atti a
consentire a chi è chiamato a realizzare determinati
obbiettivi di scegliere tra più alternative l'intervento
in grado di assicurargli la realizzazione dell'obbiettivo
prefissato. Nella fattispecie, la produzione della
mobilità deve avvenire a un più alto livello
qualitativo ma a costi globali - tempo, denaro, ambiente
- più sopportabili.
4) Determinazione della
capacità di sopportazione del territorio a fronte di
tutti gli impatti cumulativi e sinergici che su di esso
si vengono a implementare. Il saldo costi-benefici
sociali in rapporto ai costi ambientali deve essere
ragionevolmente sopportabile.
5) Principio della
"internalizzazione" nei costi di costruzione
delle opere sociali e ambientali a fronte di opere di
interesse generale.
Nel merito del progetto si
rileva che la condivisibile ricerca e apertura di nuovi e
promettenti mercati, situati in regioni lontane, non può
comportare la devastazione del territorio e lo
stravolgimento, tra l'altro esiziale per alcune, delle
comunità interessate. Lassenza di funzionali
connessioni con i valichi e i porti rende interlocutorio
e poco credibile lobbiettivo. Nella struttura
insediativa veneta inoltre l'assenza di poli
"dominanti" conduce a interrogarsi sulla
necessità di ricercare un modello di esercizio
maggiormente idoneo a risolvere i problemi di un
territorio policentrico.
Si constata, infine, che
l'attuale insieme dei trasporti cronofago e anarchico per
assurgere alla dignità di sistema deve puntare sulla
riduzione dei tempi di spostamento, complessivi della
persona e delle merci, piuttosto che sulla velocizzazione
di un solo mezzo di trasporto. Alla luce di tali
considerazioni si invita il consiglio a riflettere sulla
necessità e utilità dell'interazione dialettica con i
Comuni che costituiscono l'avamposto del sistema
democratico e l'istituzione territoriale in grado di
innescare quei circuiti virtuosi che contrastano la
cultura, oggi dominante , del disprezzo istituzionale,
politico e amministrativo. Tale cultura, esiziale per la
democrazia, trova supporto e legittimazione quando si
attivano percorsi decisionali afferenti scelte di
infrastrutturazione territoriale i cui effetti si
dilatano in un ampio arco temporale, che relegano di
fatto le istituzioni più vicine ai cittadini a strutture
periferiche, subalterne agli enti superiori.
Il sindaco di Grisignano
Tito Ferretto (per delega dei sindaci e delle
associazioni degli agricoltori)
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