Liconografia
della resurrezione nell'arte del XIV, XV e XVI secolo
Il tema della RESURREZIONE
è raramente presente nella pittura altomedievale, come
pure nel corso del Duecento. In questo periodo sono
invece frequentissime rappresentazioni vetero e neo
testamentarie. Giudizi Universali, storie di santi. Le
"Maestà" (della Madonna e del Cristo) sono
invece assai numerose ed altrettanto lo sono i crocefissi
lignei dove al tipo del Cristo "triumphans"
succede quello più umanizzato del Cristo
"patiens".
Si giunge così alla
pittura gotica, al 1300, a Giotto. Ed è proprio Giotto,
infatti, a dipingere una delle prime iconografie relative
alla Resurrezione di Gesù.
GIOTTO - NOLI ME TANGERE
1303-1305. Il Nobile padovano Enrico Scrovegni fece
costruire, sullantico teatro romano di Padova, una
cappella votiva che volle affrescata da Giotto. Il
maestro fiorentino vi dipinse 38 scene della vita della
Vergine e di Cristo, tra cui questa.. Dopo
lepisodio altamente patetico del compianto sul
Cristo morto, questo che gli succede fa vedere il
sarcofago vuoto e la bellissima Maddalena che protende
perplessa le braccia verso il Risorto quasi incredula che
si tratti di una visione. Cristo gentilmente ma
fermamente respinge la donna e si allontana. Lamore
umano ormai non gli appartiene più perché Egli vive in
una comunione di amore divino.
La Resurrezione rimane tuttavia sempre molto meno
frequente, rispetto allo sviluppo di altri temi
iconografici religiosi nei quali, laspetto umano
entra con sempre maggior forza nelle storie sacre :
negli affreschi, nei dipinti e anche nei rilievi che
ornano lunette e portali. Ne sono un esempio, a Firenze,
le decorazioni scultoree di due tra i protagonisti più
significativi del primo Rinascimento toscano:
LORENZO GHIBERTI
RESURREZIONE 1403-1424 - Porta nord del Battistero di
S.Giovanni a Firenze
Vinto il
concorso di allogazione della seconda porta del
Battistero di Firenze, Ghiberti vi attese per un
lunghissimo tempo, servendosi di collaboratori illustri,
quali Donatello e Paolo Uccello. Nel 1415 molti dei 28
rilievi di bronzo dorato erano stati già fusi entro le
loro cornici mistilinee che riprendevano il modello delle
formelle create da Andrea Pisano sul lato sud dello
stesso battistero, tra il 1330 eil 1336. La ricca
corporazione di Calimala, committente dellopera,
aveva stabilito che i soggetti dovevano riferirsi al
Nuovo Testamento e, nel 1424, la porta fu finalmente
montata sul lato est, prospiciente lentrata della
cattedrale di S.Maria del Fiore. La lettura degli episodi
biblici avviene partendo dal basso a sinistra e la
Resurrezione è dunque la penultima formello in alto,
prima della Pentecoste.
LUCA DELLA ROBBIA -
RESURREZIONE 1445-1469- Lunetta della porta sopra la
sacrestia in S.M. del Fiore a Firenze
In collaborazione con
Michelozzo, Luca della Robbia realizzò la porta bronzea
della sagrestia nuova della chiesa di S.Maria del Fiore.
Nella lunetta sopra la porta di bronzo Luca volle
collocare una Resurrezione in terracotta invetriata che,
con i suoi valori cromatici, accentua il tono gioioso
dellepisodio. Questa nuova tecnica, inventata da
Della Robbia, riunisce la qualità della plastica con
quelle del colore dando vita ad una nuova forma di
artigianato. Esso attingerà i suoi modelli da opere
darte di alto livello e ne farà una produzione in
serie a basso costo, ottenendo un successo e una
divulgazione che durerà fin a tutto il Cinquecento.
Un altro straordinario
protagonista del primo Rinascimento italiano, forse il
più grande del Quattrocento, Piero della Francesca, dà
vita ad una delle più intense interpretazioni della
Resurrezione di Cristo.
PIERO DELLA FRANCESCA -
RESURREZIONE 1463-1465 - Pinacoteca Nazionale di
Sansepolcro
Cristo sembra far parte di
un sogno che incombe greve sui soldati assopiti: il busto
nudo e la testa non sono visti da un punto di vista così
basso quale è proposto dallimpianto
prospettico ; forse, nel rappresentare Cristo, Piero
esitò tra lattrazione magnetica della testa e
dello sguardo e il forte accento di volontà del piede
che libera tutta la figura dal sepolcro. Ne deriva un
senso di arresto, dimmobilità senza tempo che il
paesaggio, semplificato e madido di luce, concorre ad
intensificare.
Il Quattrocento è
comunque quasi altrettanto avaro del Trecento, in quanto
Resurrezioni, ed è piuttosto prodigo di Assunzioni e
Trasfigurazioni. Il pieno Rinascimento ne offre alcune
memorabili, in cui la carica emozionale implicita nel
tema stesso, raggiunge suggestioni che il Manierismo sa
accentuare. La pittura e, in genere tutte le arti, nel
Cinquecento sanno usare strategie rappresentative per
ottenere il massimo delle loro potenzialità.
JACOPO PONTORMO -
RESURREZIONE 1523-1525 - Affresco nella Certosa del
Galluzzo (FI)
In questo brano, forse in
seguito tagliato in basso per lapertura di una
porta, si nota leffetto della caricatura e del
grottesco che sarà una delle caratteristiche del
Manierismo. I volti rotondi, i busti chiusi da linee
tondeggianti, gli scudi circolari si richiamano in una
felice successione policroma. Dal groviglio allucinato
dei soldati addormentati, balza il fantasma violaceo del
Cristo risorto, con un effetto di grande immediatezza.
Arditissima risulta la soluzione dello scorcio reso dal
Pontormo con due piani lisci senza traccia di chiaroscuro
e di linea prospettica.
Un tipo di
rappresentazione così intensamente carica, piace in modo
particolare al mondo tedesco che, sia pur
indipendentemente dai modelli italiani, percorre il
medesimo iter costruttivo. E il caso di una
Resurrezione dipinta su una delle tavole del
complessissimo polittico dellaltare degli Antoniti
nella chiesa di Isenheim, in Alsazia, da uno dei pittori
più "tedeschi" del nord Europa, Mathis
Gothardt Grünewald (1480-1528). Egli svolse la sua
attività, infatti, a Magonza, a Francoforte, a Heller, a
Isenheim, senza forse mai uscire dal suo Paese.
MATHIAS GOTHARDT GRUENEWALD
- RESURREZIONE 1515-1520 ca.- Duomo di Isenheim
Questa tavola, pannello
laterale e pendant delllAnnunciazione, si ricollega
ideologicamente ad esso : là Cristo si incarna
facendosi uomo, qui Egli ritorna ad essere solo Dio, puro
spirito, nella luce che da Lui promana. Nella
stupefacente visione si legge non solo la Resurrezione,
ma anche la Trasfigurazione e lAscensione. Cristo
è radioso, senza peso, non è né solenne, né
grandioso, ma magico. La sua visione, sciolta da ogni
peso, si contrappone alla fisica gravezza e alla
dolorante umanità del Cristo in croce del medesimo
polittico. Levento è reso come un violento scoppio
di luce nella fitta oscurità della notte, uno scoppio di
cui si vedono gli effetti anche nelle pose scomposte
delle guardie. Esso sottolinea levento
soprannaturale che si esprime soprattutto
nellindicibile violenza dei colori. Estremamente
suggestivo è anche il sudario simile ad una fiammata
bianca che sale e trascolora nel blu della notte.
Di
tuttaltro clima culturale è il quasi coevo lavoro
michelangionesco:
MICHELANGELO - CRISTO
RISORTO 1519-1520- chiesa di S.Maria sopra Minerva a Roma
Questa statua fu eseguita
a Firenze, tra il 1519 e il 1520, per lamico romano
di Michelangelo Metello Vari. Totalmente priva della
tensione dinamica così caratteristica dellarte
michelangiolesca, questa figura di Cristo è piena, tersa
e luminosa. Dissimile da contemporanee opere del grande
scultore fiorentino, come ad esempio il Mosè per la
tomba di Giulio II, nel quale pulsano enormi energie,
questo Risorto è privo di ogni ansia. Il
"furor" si è placato e come decantato per
lasciare posto ad una nobile e dolente dolcezza.
Altre due Resurrezioni
appartengono ad un protagonista del Rinascimento, veneto
stavolta, sebbene una di queste, la più tarda (9), si
trovi ad Urbino e laltra a Brescia.
TIZIANO - RESURREZIONE
1520-1522- chiesa di S.Nazaro e Celso a Brescia
Il dipinto, noto come
polittico Averoldi, dal suo committente, Altobello
Averoldi, rivela la volontà di Tiziano di misurarsi con
il plasticismo così intenso da ricordare gli esempi
scultorei del classicismo greco. Eroica e immanentissima,
la figura di Cristo sembra venir risucchiata
dallaria oltre la cornice del dipinto, diviso in
cinque parti come un arcaico polittico. Tuttavia
lelemento unificante della luce notturna trionfa,
ricomponendo limmagine di straordinaria potenza.
TIZIANO
- RESURREZIONE 1542-1544- Palazzo ducale di
Urbino
Molto diverso è questo
Cristo risorto, dipinto da Tiziano assieme ad
unUltima Cena, con la quale faceva parte di uno
stendardo processionale per la Compagnia del Corpus
Domini di Urbino. Le due scene furono divise e
incorniciate da Pietro Viti nel 1546. Qui il grande
maestro contrappone alla parte inferiore, tesa ed agitata
dalla massa della tre figure dei soldati, quella
superiore dove Cristo si libra lieve e solitario nella
trasparente atmosfera mattutina.
Giovanna Grossato
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