Volti di
donne in Mozambico
Il Mozambico è un paese
situato nella parte sud-orientale dellAfrica
australe, bagnato dalle acque delloceano Indiano
per più di millecinquecento chilometri. Si può chiamare
il fratello povero dei vicini Sud Africa e Zimbabwe. Dopo
17 anni di guerra civile che ha messo in ginocchio
lintero paese, dal 92 ( anno
dellaccordo di pace) il Mozambico cerca un
possibile sviluppo.
Il mio viaggio di
fotografa nelle province di Manica e Sofala è stato
possibile grazie ad una amica medica impegnata in un
progetto di cooperazione sanitaria e ad altre cooperanti
di varie nazionalità grazie alle quali sono state
possibili gran parte delle relazioni con la popolazione
locale.
Il turismo, nonostante sia
potenzialmente una risorsa enorme tutta da sfruttare, è
ancora poco sviluppato. Viaggiare senza appoggi logistici
diventa difficile e richiede molto tempo. Alcuni amanti
dellavventura e del viaggio non organizzato si
aggirano già tra splendide spiagge, foreste pluviali
ancora intatte ed estese savane ricche di flora e fauna
tipiche dei climi tropicali. Si pensi che su un
territorio grande tre volte lItalia ci sono solo 16
milioni di abitanti!
Nonostante le bellezze
naturali la mia scelta del soggetto fotografico è andata
alle protagoniste che abitano questi luoghi. Donne e
bambine, i loro sguardi, la loro vita, il loro lavoro
che, sia in tempo di guerra che in pace, manda avanti
"leconomia prima" del paese.
Ho cercato, in questa
terra, una delle più povere del mondo, di non mostrare
la sofferenza, il disagio, la morte, quindi di
rappresentare una realtà già pensata, ma di mediare tra
me, la mia storia di donna bianca/occidentale con la
differenza di donne di unaltra cultura. La
scommessa è stata quella di dare un altro senso al mio
lavoro. Quello che ho visto e che ho cercato di mostrare
con le mie foto è unaltra economia. Le mie foto
parlano di donne forti, sorrident, che lavorano con agio,
che fanno sì una vita dura, a volte terribile, ma che
riescono a governarla da signore.
Ho visto bambine che
accompagnano le loro madri nei "soliti gesti
quotidiani" con attrezzi fatti su misura per loro.
In queste storie leggo il sapere che si tramanda di madre
in figlia. Mi sono riconosciuta negli occhi di donne e
bambine, ho visto le mie stesse speranze e i miei
desideri. Dai loro sguardi, forse trattenuti da qualcosa
di interiore, nascono degli interrogativi.
Le donne che io ho visto
sono le creatrici di ritmi che sicuramente metterebbero
in difficoltà me per prima, ma credo uno qualsiasi di
noi. Queste donne, aiutate dalle loro figlie e dalle loro
madri, lavorano i campi, procurano lacqua e la
legna per cucinare -facendo spesso molti chilometri-
preparano il cibo e se cè sovrapproduzione nelle
loro machambas (orti familiari) vanno a vendere nei
mercati delle città. Si preoccupano dellistruzione
di figli/e e si prendono cura di famiglie molto numerose.
Alessandra Carenza
La personale di Sandra
Carenza con il titolo "As Capulanas" che vedrà
esposte 27 delle opere in bianco e nero dellautrice
si terrà:
- 8 - 15 marzo Trieste,
nei locali della "Bottega del Mondo" (info.
tel. 040-3728230)
-18 - 30 marzo, Vicenza, nei locali dell"Ex
tavernetta" Basilica Palladiana (info. ass. cultura
Comune di Vicenza tel. 0444-222101)
-15 aprile - 30 maggio, Padova, Caffé Pedrocchi (info.
Gabinetto de Sindaco tel. 049-8205557)
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