"Gattopardi"
contro la Rete
Da quello che,
ultimamente, viene detto in varie occasioni si potrebbe
pensare che Internet sia responsabile di efferati
delitti, di suicidi di massa, delle perversioni più
orribili.
La pedofilia, il suicidio
di un gruppo di affiliati ad una setta, la violenza su
ragazze e giovanissimi, le fughe da casa sembrano, se si
dovesse seguire ciò che viene anche esplicitamente
affermato sui giornali o a ciò che viene strillato in
televisione, causate in buona parte da Internet. Sembra
che Internet sia un covo di perversione e che la
frequentazione dei siti Internet nasconda chissà quali
misteri fino a risvegliare, in giovani appassionati di
computer o ragazze che amano chiacchierare via modem con
altri amici, i più oscuri e nefandi moti
dellanima.
Mi sembra che le notizie
presentate in questo modo non facciano del male solo a
Internet o a chi ogni giorno ci lavora o si guadagna il
pane con i servizi che offre utilizzando la "madre
di tutte le reti", ma risulti anche una
penalizzazione per lo sviluppo tecnologico di tutta la
nostra nazione. Facendo certe affermazioni non solo si
ipotizza la cosa assai improbabile che un calcolatore od
una rete, comunque di stupidi calcolatori, sia in grado
di trasformare un uomo, di penetrare in esso facendo
emergere il mister Hyde che cè nascosto dentro di
lui ma anche si fa affiorare ancora una volta lo spirito
tecnofobo, provinciale e di forte limitazione della
modernizzazione che a volte, purtroppo, passa per
snobismo e superiorità culturale. Ma che invece ha
spesso permeato lambiente culturale del nostro
paese rallentandolo nella direzione dello sviluppo e
della ricerca. Lavanzamento tecnologico in Italia
non è un optional, diviene una necessità assoluta, ma
sembra di trovarci davanti a tentativi di medioevale
arretratezza che richiamano timori millenaristici quando
di fronte alle novità tecnologiche ci troviamo sempre
ultimi. In questo caso è difficile poter fare la
battuta, con richiami evangelici, che gli ultimi saranno
i primi, in assenza di sviluppo tecnologico gli ultimi
saranno ancora più ultimi e dipendenti.
Internet o un calcolatore
possono nuocere come un qualsiasi altro elettrodomestico
male impiegato. Un coltello da cucina può tagliare
larrosto ma può anche essere usato per infliggere
le decine di coltellate di un delitto passionale così
come una lucidatrice od un aspirapolvere se presi a
mo di mazza possono certamente venir usati per
spaccare la tasta ad un avversario.
Noi Italiani che pensiamo
di essere "furbissimi" non siamo in grado di
sapere, la nostra esperienza è poi così scarsa, come
finirà lesperimento che sta coinvolgendo tutti i
paesi del mondo. Internet è conoscenza, è
amplificazione di informazioni è un moltiplicatore di
conoscenza. Penso sia questa la paura che coinvolge chi
pone limiti al suo sviluppo. Internet minaccia il dominio
di elites culturali che trovano il loro posto e le loro
garanzie di esistenza nel mantenimento di propri
linguaggio, di propri arcaici modi di comunicazione.
Internet non è il diavolo
e non è diabolico neppure chi la usa, prova ne è che
anche il Vaticano ha il proprio, tra l'altro bellissimo,
sito. Non si diventa maligni o depravati
"navigando" in essa. Se chi vi inserisce
contenuti è un cretino, resterà comunque cretino, se
chi la usa non ha nulla di importante da dire la rete
certamente non farà diventare le sue cose più
importanti. Esse verranno probabilmente solo amplificate,
saranno conosciute di più, ma non è detto che per
questo divengano più pericolose. Di Internet non si
muore. Internet non è responsabile della violenza
dellindividuo che la usa. Ben altre sono le cose
che uccidono, che sviluppano aggressività e violenza
così come non è lautostrada che uccide ma è il
guidatore ubriaco che lo fa.
I primi tempi di una nuova
invenzione possono essere lenti e pieni di incertezze ma
è a lungo andare, utilizzandola con intelligenza e
sfruttandone tutte le possibilità, che si impara come
usarla e se ne sviluppano le potenzialità. Chiudersi
davanti al nuovo facendo ricorso a pretesti, specialmente
nel campo delle tecnologie, è arretratezza culturale, è
segno di oscurantismo, è rinunciare a crescere, è
limmobilismo di chi tende, gattopardescamente, a
presentare la modernità come segno di gran cambiamento
ma che, in realtà, sicuro dei propri privilegi, vuole
lasciare tutto come prima.
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