Pivetti, la
ragazza di Provincia
Lex
leghista doc ed ex presidente della Camera Irene Pivetti
torna alla carica con un suo movimento federalista, una
mezza via tra Lega Nord, cattolici di destra e
forzaitalioti morbidi. Così attacca le Regioni da sempre
fulcro dellideale autonomista ("troppa
burocrazia") e promuove le amministrazioni
provinciali ("il vero centro"); ironizza su
Bossi e si arrabbia con giornali e tv rei di ignorarla;
chiede voti al Sud "perché dopo due anni alla guida
del Parlamento il Meridione mi rispetta"; bacchetta
i credenti troppo progressisti ("non sono obbligati
a restare nella Chiesa") e intanto riconferma che i
profughi albanesi vanno "ributtati in mare".
Smentendo le parole di solidarietà del Papa
Secondo
la famigerata par condicio, in tempo di elezioni
bisognerebbe dare voce a tutti (proprio tutti, nel senso
di nessuno escluso) i candidati. Tanto che le tv,
pubbliche e private, hanno subito dato segni di
disperazione visto che la cosa è onestamente
impossibile. Conclusione (forse): il garante
delleditoria ha concesso libertà di ospitare
politici a scelta almeno nei talk show televisivi. Tutto
questo per dire che se almeno Internet per ora sembra
risparmiata da controlli e controllori, lintervista
allonorevole Pivetti non è linizio di una
lunga serie di colloqui pre-elettorali ma neanche (e
soprattutto) un favore a Italia federale, il neonato
partito fondato nellautunno scorso dallex
leghista di ferro ed ex presidente della Camera. Passata
dalle camicie verdi bossiane e secessioniste (almeno una
volta lha indossata, le foto parlano...) al
federalismo stretto di marca catto-integralista.
Uninquietante
mescolanza che ha prodotto, ad esempio, luscita
della Pivetti sui profughi albanesi "da ributtare in
mare", più in stile Le Pen che da devota cristiana.
Una nota insolita, in una fervente religiosa che contesta
chi contesta il Papa ("Chiedono aperture? Restare
nella Chiesa non è obbligatorio") e che questa
volta è lei a mettersi contro gli appelli dello stesso
Woityla alla solidarietà e allaccoglienza
pro-albanesi.
Insomma è normale che la
trentaquattenne Irene Pivetti, (compie gli anni il 4
aprile) offesa da quello che definisce una specie di
boicottaggio del suo movimento da parte di tv e giornali
nazionali, cerchi pubblicità elettorale (ma intanto
conduce una trasmissione tv tutta sua su una rete privata
del Triveneto e ha almeno tre siti Internet: uno è
www.ouverture.it/pivetti). Ma si può anche leggere come
curiosità: cioè vedere cosa sta architettando il
personaggio Pivetti, lex presidente della Camera
fuoriuscita-espulsa dalla Lega Nord e a caccia di
consensi tra leghisti delusi, forzitalioti ribelli ed ex
Dc-Ppi-Ccd-Cdu scontenti. Comunque sia, resta la battuta
dellavvocato Dotti "E un po
rigida, ma ha uno sguardo...".
Onorevole
Pivetti, anche il "Nord-est", movimento appena
nato per mano del sindaco di Venezia Cacciari,
dellex presidente dellAssindustria veneta
Carraro e dellex direttore del Gazzettino Giorgio
Lago, parla di federalismo e autonomia. Come il suo
"Italia Federale". Allora qual è la
differenza?
Prima di tutto il conto in
banca: loro sono sponsorizzati dalla Confindustria, noi
no...
Mi scusi,
veramente Carraro è stato cacciato
dallAssindustria veneta proprio perché non
allineato con la Confindustria...
Si? Beh, hanno lo stesso
più soldi. Comunque per me il loro è un movimento
esclusivamente politico, e di evidente area ulivista. E
poi non vedo il programma. Italia federale invece è un
grande partito nazionale, con alcune migliaia di
militanti e 120 amministratori locali. Dove abbiamo
pescato? Nei partiti di centro, Ppi, poi Forza Italia,
Lega. La maggior parte però non viene dalla politica. E
questo è molto consolante e molto bello.
Ma il
federalismo non è in fondo lo stesso?
Io non so che federalismo
vogliono loro: cè quello delle masse popolari,
come direbbe Bertinotti, e quello delle telecamere. Noi
vogliamo riattribuire le competenze primarie alle
autonomie locali, Provincia in testa. Anche più della
Regione, che è troppo burocratizzata. Il che non esclude
un controllo regionale. Anche i valori sociali a cui
facciamo riferimento ci qualificano: cioè la famiglia al
centro dello sviluppo, anche nelle privatizzazioni dove
pensiamo allazionariato popolare.
Tra single,
convivenze e divorzi di famiglie ce ne sono sempre meno:
non è un po fuori luogo tornare su questi
concetti?
Poche famiglie? Ma non è
detto che si debba lavorare solo per la maggioranza. Qui
si tratta di ricostruire un Paese da capo, anche
moralmente. E serve uno Stato leggero.
Va bene, ma
alla gente poi delle sigle interessa poco: molti dicono
che non è questione di federalismo ma di burocrazia
intelligente, decentramento, agilità.
Certo, alla gente
interessa la sostanza, non le formule: non vogliono fare
la coda alle poste, chiedono una scuola accettabile, dei
risultati visibili. Il decentramento? Non dà frutto
perché resta sempre il centro a decidere. Ma il centro,
in realtà, è la periferia.
Lei è stata
per anni nel cuore della Lega Nord: cosa pensa del pirata
del Tg1? Ci sono dietro i seguaci di Bossi?
Non ne ho la più pallida
idea. Ma ho dei dubbi: sarebbe la prima volta che la Lega
riesce ad organizzare qualcosa...
Saltiamo in
Europa: si sta puntando allunificazione quasi
totale, moneta compresa. Ha ancora senso parlare di
autonomie, regioni federate e simili?
LEuropa va bene. Il
fatto è che lItalia è un Paese eccezionale, per
cultura e civiltà. Dobbiamo tornare ad essere quel
Paese, come nel 500 con il Rinascimento. Insomma
non subalterni a nessuno.
Bossi torna a
parlare di "mitra sulle spalle" e fissa date
per la secessione (14 settembre). Lei, onorevole Pivetti,
lo conosce bene: dove vuole arrivare il senatùr?
Bossi ha perso il senso
della realtà. Se le sue sono solo battute, beh: ci siamo
stancati. Se invece fa sul serio, lo Stato dovrebbe
dimostrare che esiste non solo come grande modello 740,
che è limmagine che ha adesso.
Quale pensa che
saranno i suoi elettori? Leghisti delusi, morbidi, ex del
Polo? E a che percentuale punta, per parlare di successo:
5, 8, 10 per cento?
Cè tanta gente che
cerca punti di riferimento, cè sicuramente
delusione in giro. Comunque penso a tutti gli strati
sociali e a tutta Italia, al ceto medio e popolare. E poi
i leghisti delusi, certo. Quanto alle percentuali, non
uso il calcolatore, anche perché siamo presenti in 50
Comuni su 1200. Piuttosto, abbiamo difficoltà a farci
sentire da giornali e tv...
Non è che
siamo già alla giustificazione pre-elettorale? In fondo
lei conduce un intero programma tv quasi ogni sera.
Giustificazioni? Non sono
certo una che ne cerca. Il fatto è che la stampa ci
ignora. Forse non siamo funzionali al loro gioco o non
facciamo piacere a nessuno. E vero poi che conduco
un programma, ma non parlo solo di politica.
Si, ma al Sud
come pensa di presentarsi lIrene Pivetti ex
leghista e braccio destro di Bossi?
Al Sud abbiamo moltissime
simpatie. Perché? Ma per due anni io ho rappresentato lo
Stato italiano, e se mi permette non è una barzelletta.
Questo se lo ricordano. Il meridione poi è disponibile
al cambiamento, i giovani sono stufi dellimmagine
classica della loro regione.
Si alleerebbe
con lUlivo?
No, con lUlivo no.
Con i Poli no, insomma. Almeno fino al ballottaggio...
Tocca
allIrene Pivetti cattolica: auguriamo lunga vita a
Giovanni Paolo II, ma che Papa vorrebbe dopo di lui?
Anche di colore?
Ah, lasciamo stare. Vorrei
che questo papa vedesse il Giubileo del 2000, questo si.
In fondo questo secolo lo ha fatto lui.
Senta
onorevole, tanto per restare in tema: non crede che la
Chiesa stia rischiando il suicidio? I cattolici di
Francia e Germania contestano Woityla e assieme agli Usa
chiedono maggiori aperture su sacerdozio, donne, sesso.
Intanto il Vaticano "normalizza" una rivista
come Famiglia Cristiana perché considerata troppo
progressista nelle idee...
Non è vero, il Papa trova
ancora migliaia di persone ad accoglierlo nei suoi
viaggi. Le proteste? Stare nella chiesa non è mica
obbligatorio. Salvarsi lanima è come salvarsi il
corpo: la Chiesa non deve dirmi solo quello che voglio
sentirmi dire.
Alessandro Mognon
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